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Solo Riformisti

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Verona: sessuofobi e materialisti

Al Congresso mondiale delle famiglie il grande tabù è la separazione di sesso e procreazione. Il sesso è visto solo come un mero strumento per procreare. L’Amore resta in seconda linea.

30 Marzo 2019 da Stefano Bargellini Lascia un commento

Si, potrebbe sembrare un paradosso. Di solito si dice: o l’uno o l’altro. Invece a Verona sesso e materialismo sembrano rappresentati dagli stessi personaggi. Sessuofobi è facile, anche un bambino si renderebbe conto che per i convegnisti il sesso è la fucina del Diavolo, ma perché materialisti? Andiamo con ordine. Proviamo a ribaltare qualcosa mentre si sentono rievocare gli echi del “Malleus maleficarum” il manuale degli inquisitori, praticamente scritto in sala di tortura (1486) quando si chiede: “ perché sia permesso al diavolo esercitare stregonerie preferibilmente nell’atto e sull’atto venereo piuttosto che  negli altri atti umani”.

Il grande tabù (= ciò che non può essere violato pena la morte) è evidentemente la separazione di sesso e procreazione: rendere accettabile una autonomia dei due ambiti, comunque indubbiamente materiali, sarebbe anatema! E’ questo il nodo attorno al quale gira il resto. Il sesso per loro non è mai accettabile in sé, ma solo come mero strumento per procreare, deve essere e rimanere indissolubilmente legato a questo scopo, esattamente quello di tutti gli animali (materialismo?), solo che per l’uomo è sacro perché questo è “il piano divino”. Di questo piano i convegnisti sono ovviamente sicuri di conoscere tutte le pieghe, salvo, quando fa comodo (es.: chiesa che crolla su bambini riuniti in preghiera) trincerarsi subito dietro alla imperscrutabilità dei disegni di Dio, chi sono io per giudicarne l’operato? Questo tabù della separazione ha vari gradi, a Verona siamo ai limiti estremi: sesso è demonio. “La donna che non fa figli prende il cancro” Babette Francis relatrice al congresso.«O si nasce donne fertili o si nasce donne inutili» (materialismo?), Manlio Paganella, assessore alla cultura (!?) di Castiglione delle Stiviere l’ha detto qualche giorno fa. La donna come una mucca (materialismo?).Non basta però che uomo e donna si accoppino solo per procreare, devono farlo all’interno di una giurisdizione religiosa (ovviamente la nostra è l’unica vera) detta matrimonio: unione sacra e per questo indissolubile, salvo la morte…anzi no è consentito sciogliere il legame se il pene non si rizza (impotentia coeundi)! (materialismo?). Se non è possibile realizzare il “piano divino” di procreare, l’impulso sessuale potrebbe imboccare percorsi perversi (la Sacra Rota concede la separazione). E l’Amore?

Nutro dubbi che ai fondamentalisti di Verona stia principalmente a cuore la procreazione, sono più incline a credere che il vero scopo sia non liberare “la bestia”. Immaginare un mondo in cui sia riconosciuto al “sesso” (che poi è uno degli istinti primari di tutti i viventi) un valore, un ruolo, una bontà in sé è ancora, per questi signori, come baciare il culo di Satana.

Sesso è libertà, sabotaggio delle regole, carnevale, mondo alla rovescia, per loro religione è solo Legge, Divieto, Punizione, un Dio che si risolve, in fondo, nel potere dei preti, quelli amici. Sono incompatibili: se uno è il Bene, l’altro deve essere il Male a meno che non lo si incateni alla procreazione. Lo scopo vero non è tutelare la vita, ma mantenere questo legame, impedire che “la bestia” vada in giro da sola, nuda, libera. In questa visione brutale non c’è alcun posto per l’Amore che, tra procreazione e sesso, è di sicuro l’unica entità spirituale in sé. L’Amore non è ingrediente necessario, da solo non purifica nulla, può essere addirittura anch’esso un veicolo di lussuria. Nella durezza fondamentalista unica condizione purificatrice essenziale è il matrimonio come vincolo teo-giuridico (non l’Amore) per legittimare la copula come circostanza materiale. Se c’è anche l’Amore non guasta purché riconosca come sacre tutte le prescrizioni. Amore più sesso, anche finalizzati a procreare, ma senza vincolo teocratico matrimoniale, non giustificano, non purificano nulla, Amore e sesso da soli figuriamoci, solo peccato.

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Info Stefano Bargellini

Stefano Bargellini, anni sessantotto, si è laureato nel 1976, con il massimo dei voti e lode, alla facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Dopo un breve periodo di insegnamento, è stato dirigente amministrativo presso il comune di Pescia e funzionario in quello di Pistoia. E’ da alcuni anni in pensione, ma non ha mai smesso di studiare né di interessarsi ai problemi politici e sociali

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