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Interferenze russe e cinesi, allarme Copasir

Perché il COPASIR lancia un allarme su interferenze di Russia e Cina in campagna elettorale? Qualche domanda imbarazzante ai politici italiani.

27 Agosto 2022 da Marco Mayer Lascia un commento

I gravi ritardi dell’ Italia rispetto alle interferenze russe  e cinesi  segnalati più volte dal Copasir in questa legislatura  (in questi giorni dal Presidente Adolfo Urso e in precedenza da Lorenzo Guerini e da Raffaele Volpi) non sono attribuibili a particolari carenze dei servizi segreti italiani né’ dei servizi collegati.

La relazione del COPASIR al Parlamento – resa  pubblica venerdì scorso – conferma, ad esempio,  che gli organismi di intelligence statunitensi e britannici hanno lanciato con largo anticipo ( alcuni mesi prima del 24 febbraio anche pubblicamente) l’allarme su una probabile  invasione russa in Ucraina.

Da cosa dipendono allora i ritardi di cui anche ieri ha parlato  Adolfo Urso?A mio avviso – la politica italiana – salvo  poche eccezioni –  non ha  saputo cogliere  l’ involuzione autoritaria che  –  con modalità diverse – ha caratterizzato nell’ultimo decennio le leadership di Mosca e di Pechino.

La Cina politica di oggi è molto diversa da  quella del 2012 quando il Presidente XI Jiping ha preso il posto di Hu Jintao,  prima nel PCC e l’anno successivo alla Presidenza della Repubblica.

Se da un lato  – soprattutto per l’ invecchiamento della popolazione e  la pandemia – l’ andamento economico della Cina ha subito significativi  rallentamenti, dall’ altro, la politica del Dragone si è fatta molto più assertiva.   Si veda la repressione ad Hong Kong, per non parlare della  Birmania dove Pechino e’  complice di un ritorno alla dittatura militare. E grandi preoccupazioni si stagliano all’orizzonte anche per il futuro dello Sri Lanka.

In Russia l’annessione della Crimea del 2014 e gli eventi successivi hanno confermato la svolta aggressiva  di Vladimir Putin ed il suo progressivo e irreversibile allontanamento dallo spirito di Pratica di Mare.

Per chi ha la memoria corta ricordo le dichiarazioni del 26 febbraio  scorso di Giorgio Mulé’ su Silvio Berlusconi “quasi terrorizzato e che non riconosce più Putin” ( https://www.iltempo.it/personaggi/2022/02/26/news/guerra-ucraina-reazione-silvio-berlusconi-dopo-l-invasione-terrorizzato-non-riconosce-piu-putin-30627665/) C’ è voluta l’aggressione di Putin perché Valentino Valentini, responsabile internazionale di Forza Italia, riconoscesse l’errore strategico compiuto dai governi Berlusconi nell’aver accentuato la dipendenza energetica dell’Italia da Mosca.

Oggi e’ il 54° anniversario dell’arrivo dei carri armati sovietici a Praga. La nostalgia dell’ URSS e dei suoi carri armati ha giocato un brutto scherzo a Vladimir Putin. Non si immaginava la reazione compatta e coraggiosa del popolo ucraino né la vasta solidarietà operativa delle democrazie asiatiche e occidentali nei confronti di Kiev.

Da cosa dipendono i limiti di comprensione politica di cui ho parlato all’ inizio? Dopo il collasso del 1992/93 i partiti politici italiani hanno vissuto  senza un pensiero strategico che ne guidasse l’ azione. D’ altra parte non si può pretendere che partiti politici in affanno,  schiacciati sulla quotidianità e persino privi di centri studi possano seguire  – come pure sarebbe loro dovere – il rapido e complesso evolversi della politica internazionale.

E’ molto difficile contrastare l’ impoverimento culturale della politica. Tuttavia gli italiani non  possono ignorare gli allarmi sulle prossime elezioni lanciati all’ unanimità dal COPASIR. Per i cittadini la  prima cosa da fare è ovviamente non disertare le urne.

All’ intelligence spetta  segnalare ai decisori  i rischi connessi alle campagne di influenza e alle interferenze cinesi e russe. Agli studiosi e ai giornalisti investigativi spetta un compito diverso che in democrazia non appartiene alle funzioni dei servizi. I media dovrebbero trovare il coraggio di accendere i riflettori sui  comportamenti dei politici rispetto alle sirene di Mosca e Pechino.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Ma sarebbe sbagliato fare di ogni erba un fascio  confondendo un fuscello con una trave. Su un tema così delicato, per usare un termine caro a Papa Francesco, serve discernimento. In poche righe non posso proporre una articolata gerarchia delle responsabilità, anche se studio questi legami  da più di dieci anni. Il contributo che posso fornire ai lettori  è  quello di suggerire delle domande da porre  ad alcuni  candidati.

Inizio dal M5stelle con il Ministro Patuanelli: “se eletto lei continuerà a sostenere l’ utilità della presenza di Huwaei in Italia  anche nella prossima legislatura?”

Su questo tema avrei  una domanda anche per Enrico Letta: “perché ricandidare una tifosa di Huwaei come l’ onorevole Bruna Bossio?”

Passo ora ad un quesito  per Matteo  Renzi:  “con il senno del poi farebbe entrare una azienda di stato cinese al 35%  in Cassa Depositi e Prestiti RETI che controlla Terna, Snam e Italgas? o dopo quello che è successo a Hong Kong ci penserebbe due volte?”

Alle relazioni “intime” tra Berlusconi e  Putin ho già accennato,  ma c’ è una ulteriore domanda da   porre al Cavaliere: “perché ha aperto le porte a Gazprom, oltre che per la fornitura, anche  per la distribuzione commerciale del gas in Italia? Cosa c’ è dietro questa misteriosa decisione di cui nessuno parla?”

Per quanto riguarda  Salvini, le domande sono almeno due : “cosa le  impedisce di  rompere l’ accordo della Lega con il partito di Putin? E perché tra il 2020 e 2021 ha fatto tante  dichiarazioni a favore del vaccino russo Sputnik?”  E magari  aggiungerei:  “pensa forse di  avere le  competenze degli odiati virologi?”

La stessa domanda andrebbe posta all’ assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D’ Amato ( ex Rifondazione) e al suo  Presidente, Nicola Zingaretti – candidato del PD alle prossime elezioni: “Perché far propaganda  al vaccino Sputnik e perché coinvolgere lo  Spallanzani nelle relazioni con Mosca?”

All’onorevole Ignazio La Russa e a Giorgia  Meloni  domanderei:  “che effetto vi fa  constatare  che  i corazzati italiani (concordati con Dmitrij Medvedev e il Generale  Soigu quando La Russa era Ministro della Difesa) sono  usati dai russi per invadere l’ Ucraina? E cosa pensate  di Salvini che –  in sintonia con Conte –  vuole  sospendere gli aiuti militari all’ Ucraina?”

L’ ultimo quesito è per Carlo Calenda: “Perché da Ministro dell’ Industria non ha mosso un dito per impedire che nel nostro paese si sviluppasse  una così vasta penetrazione delle aziende cinesi nel 5G? “

Queste sono solo le prime domande che mi sono venute in mente, spero che stimolino  giornalisti e ricercatori a fare sino in fondo il loro mestiere.

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Info Marco Mayer

docente al Master In Cybersicurezza di LUISS Guido Carli e al Cyber Defence della Scuola:di Telecomunicazione del Ministero della Difesa in partnership con
Università di Modena e Reggio Emilia

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