La duplice circostanza di una caduta della fertilità e di una più estesa durata della vita sta portando a un precoce invecchiamento di molte società. La popolazione in età lavorativa di ben 38 Paesi dell’Ocse, se non dovessero registrarsi maggiori flussi migratori, diminuirebbe di un quarto nei prossimi trent’anni.
L’Italia dopo Draghi
Nel dopo-Draghi l’elemento irrinunciabile è il mantenimento di una piena sintonia con gli impegni europei. Questa è l’unica direzione di marcia in grado di assicurare il progresso del Paese, attraverso un esecutivo in grado di spendere con oculatezza e tempestività le enormi risorse disponibili.
L’errore di sfiduciare Draghi
La rinuncia al ruolo di Draghi e a un esecutivo di coesione nazionale è esiziale e condurrà a un grave fallimento, esponendo soprattutto il Mezzogiorno, nel periodo in cui occorre il suo massimo slancio.
Bioeconomia e sviluppo del Sud
All’interno della bioeconomia del Sud prevale il comparto agroalimentare, che assorbe il 78% di tutte le attività, con un peso preponderante della filiera agricola rispetto a quello dell’industria di trasformazione
Il destino del Sud
L’Italia rischia una frammentazione del quadro politico, economico e territoriale, che può bloccare la ripresa. Non a caso, l’ultimo convegno della Banca d’Italia ha inserito il Mezzogiorno in una prospettiva mondiale, riproponendolo quale essenziale snodo di una questione nazionale.
Dalla crisi allo sviluppo
Questa lunga età di crisi può aprire le porte a nuove occasioni di crescita solo se si colgono le opportunità intrinseche a una transizione e se lo sguardo rivolto ai processi mondiali.
Verso una recessione globale?
Le previsioni di inflazione sono segnalate al rialzo nell’eurozona, con un incremento al 6,1% nel 2022 e al 2,7% nel 2023, rispetto al 3,5% e all’1,7% dei dati precedenti. A marzo-aprile, nella stessa area, l’inflazione complessiva è salita attorno al 7,5%.
Grano, manca una regia globale
Il World Food Programme dell’ONU afferma che il conflitto ha evidenziato la natura interdipendente e la fragilità dei sistemi agricoli, con pesanti effetti sulla sicurezza alimentare. A complicare questo scenario, si è aggiunto il clima eccezionalmente secco o caldo, che ha investito in forma diversa India, Francia, Stati Uniti e Canada.
La politica reagisca allo choc dei prezzi
La guerra, dopo aver impedito le esportazioni dall’Ucraina, arresterà la produzione di mais, orzo e semi di girasole, che sono piantati in primavera. Le ripercussioni di queste costrizioni belliche sono di lungo termine per i mercati globali.
La globalizzazione selettiva
Questo ciclo globale, che ha creato una prosperità senza precedenti a livello mondiale, ma anche nuovi tipi di disparità, è durato un quarantennio e ora, con la guerra, rischia di fluttuare nella direzione opposta.
Il Sud per il rilancio del Paese
I punti di forza del sistema produttivo meridionale e i finanziamenti del PNRR sono una condizione essenziale per il rilancio del Sud, ma devono essere sorretti da una nuova capacità dell’amministrazione pubblica e dall’ impiego proficuo delle risorse.
Come la guerra cambia l’economia
Secondo l’Economist Intelligence Unit, l’economia cambierà in cinque direzioni, accelerando le trasformazioni indotte dal Covid-19, dai mutamenti climatici e dal disaccoppiamento tra Cina e Stati Uniti.
Ucraina, le conseguenze economiche della guerra
Nella sfida attuale sta tornando a manifestarsi un protagonismo politico ed economico dell’Europa, unico deterrente alla pervicace volontà espansiva e di scontro bellico di Putin. Luciano Pallini ne parla con il prof. Amedeo Lepore.