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Solo Riformisti

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L’Agenda Meloni

Un governo di intese larghe (non di larghe intese) e Mario Draghi al Colle. Nelle strategie della leader di FdL anche un piano in caso di abbandono di Mattarella.

17 Ottobre 2022 da Daniele Marchetti Lascia un commento

Esiste davvero un’Agenda Meloni? Oppure è solo l’ennesima boutade! Una cosa è certa, la vittoria -per distacco- di domenica 25 settembre, sembra costituire per

Giorgia Meloni, solo una prima tappa, sebbene la più importante, di una lunga serie di scadenze più o meno dichiarate (e forse dichiarabili).

In ballo ci sono, prima di tutto, i passaggi dettati dalla Costituzione come l’elezione dei presidenti delle due Camere che metteranno a dura prova (c’è da scommetterci) i rapporti tra la maggioranza e l’opposizione. In questo senso l’idea -per niente abbandonata dalla leader di Fratelli d’Italia- di suddividere tale responsabilità tra maggioranza ed opposizione appare assolutamente sensata ancorché (come vedremo) strategica.

Quindi si aprirà -formalmente- la partita del Governo che la signora di via della Scrofa, con il suo passo felpato ma deciso, non si farà certamente sfuggire di mano. Una partita dove a dura prova saranno messe le tensioni interne ai partiti alleati più che la serenità della stessa Premier incaricata che, anche su questo versante, ha bene in mente come blindarsi.

Poi ci sarà l’indicibile. Il non detto che però potrebbe arrivare prima di quanto si pensi. Ed è in previsione di questo decisivo appuntamento che tutto viene in queste ore pensato, ipotizzato e messo a terra. Un passaggio (di testimone) tutto ancora da costruire ma che i fatti ed i buoni rapporti sembrano favorire.

Come si sa spesso, in politica  il silenzio pesa più delle parole e quello del Quirinale sulla crisi economica e sociale (l’ultimo intervento sul tema sembra risalire al 21 luglio scorso) in un periodo tanto difficile appare davvero assordante. Per la pandemia c’era stata una sorta di forte whatever it takes quirinalizio. Cosa che non si è ripetuta per l’attuale emergenza energetica.

E se ciò fosse presagio d’abbandono? Non certamente un passaggio di mano imminente o immediato: c’è da stabilizzare il quadro politico uscito dalle urne e supportare l’avvio del

nuovo governo, ma -nei tempi opportuni- certo.

Ecco l’appuntamento che nell’agenda Meloni è scritto con la penna rossa. L’individuazione del giorno avverrà con il tempo, ma per quell’occasione del tutto speciale Giorgia Meloni ha in sembro una carta pesantissima.

Nessuna fretta né per Palazzo Chigi, né per il Quirinale, dunque. Tutto deve assolvere alla prassi istituzionale e, soprattutto, ogni mossa deve contribuire al rafforzamento della

Margaret Thatcher italiana come, per esempio, quella di Guido Crosetto sottosegretario alla presidenza del Consiglio, o quella di Marcello Pera al ministero delle riforme istituzionali (elemento importante per il cambio al vertice) o quella di Pierferdinando Casini alla guida di Palazzo Madama. Un trittico potente su cui fondare un “Governo di intese larghe” (l’esatto opposto del  governo di larghe intese) e gestire la successione di Sergio Mattarella con Mario Draghi.

Tutto indicibile (non foss’altro per il doveroso rispetto istituzionale) ma tutto scritto in quella che in molti iniziano a chiamare l’Agenda Meloni.

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Info Daniele Marchetti

Daniele Marchetti (Lucca, 1965) risiede a Firenze. Laureato in scienze biologiche, specializzato in epistemologia nell'Università di Pisa e perfezionato in bioetica e biotecnologie nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dal 1997 è abilitato alla professione di biologo e dal 2003 è giornalista iscritto all'Ordine della Toscana. Già ricercatore nell'Università di Firenze e titolare di una borsa di ricerca del ministero degli Esteri, nel 2001 entra in Consiglio regionale della Toscana come funzionario e nel 2009 guida, con la carica di dirigente, una segreteria istituzionale. Dal 2010 è stato responsabile dell'ufficio stampa di un gruppo consiliare.

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