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All’armi, siam fascisti

Si avvicinano le elezioni e siamo sommersi da una miriade di slogan e di sondaggi. Ma, al di fuori della contingenza elettorale, qual'è l' orientamento politico di fondo di noi italiani? Ce lo dice una rilevazione Eurispes del 2020.

6 Settembre 2022 da Luciano Pallini Lascia un commento

Nella campagna elettorale in corso  i sondaggi prevedono l’affermazione del centrodestra, non una novità per l’Italia, e nello stesso tempo,  all’interno della coalizione, una forte avanzata di Fratelli d’Italia che dovrebbe arrivare al 24%.

A sinistra si è reagito chiamando alla mobilitazione antifascista, per sventare l’involuzione antidemocratica che comporterebbe il successo della destra che con Giorgia Meloni ha messo , tra i primi punti del suo programma, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, una soluzione avversata radicalmente dalla  sinistra.

Ma il successo o meno  della mobilitazione sotto il segno dell’antifascismo dipende da quella che è l’anima politica degli italiani, se in essa prevalga ormai stabilmente la destra.

UN SONDAGGIO EURISPES SULLE CONVINZIONI POLITICHE DEGLI ITALIANI

In questa sede si offrono alcuni spunti di riflessione tratti dal Rapporto Italia 2020 di Eurispes che, con un sondaggio, indagato  quanto diffuse siano nel paese idee e convinzioni  nostalgiche del fascismo o comunque riconducibili alla destra.

Al campione è stato chiesto quali affermazioni esprimevano  al meglio l’anima politica della maggioranza degli italiani, tra cinque diverse sfumature di destra.

Oltre un quarto (26,2%) ritiene che nessuna delle cinque diverse domande rappresenti le convinzioni diffuse tra gli italiani, immuni da striature nostalgiche do da forti convinzioni di destra.

Colpisce il fatto che, secondo il campione, un italiano su cinque (19,8%) consideri ampiamente diffuso un giudizio  su Mussolini,  che è stato un grande leader che ha solo commesso  qualche  sbaglio: una indulgenza clamorosa tenuto conto della natura dittatoriale del regime con tutto quel che ne consegue, ma sulla quale probabilmente pesa il rifiuto di una lettura schematica, fortemente ideologizzata, di oltre vent’anni di storia del paese, nel bene e nel male.

Altre risposte disegnano una idea di paese segnato che chiede  “law & order”  una personalità forte contano sono indicate rispettivamente dal 12,7% e dal 14,3% del campioni, totalizzando assieme oltre un quarto degli italiani (27,0% cumulato).

Spostato sul piano dell’orientamento politico, il 14,1% pensa che il popolo italiano sia prevalentemente di destra mentre il 12,8% ritiene che molti italiani siano fascisti: assieme, totalizzano il 26,9% delle risposte, oltre un quarto del campione.

Sono ovviamente giudizi indiretti, frutto della percezione e dell’esperienza soggettiva, dai quali emerge una connotazione chiaramente di destra dei cittadini italiani.

Questi opinioni sono state lette anche avendo a riferimento l’appartenenza degli intervistati alle diverse  aree dello spettro politico italiano.

Coloro che non si sentono rappresentati in nessuna area politica – elettorato d’opinione? – avverte la maggior distanza (32,6%) dal quadro delineato dalle diverse opzioni offerte, seguito dagli elettori che si autodefiniscono di sinistra (29,6%).

A considerare gli italiani sono un popolo prevalentemente di destra o addirittura fascisti sono gli intervistati di destra (34,3%) seguiti da quelli di sinistra (31,3%), con una minor accentuazione tra i primi della quota ritenuta fascista e con una sua accentuazione invece tra gli intervistati di sinistra. Insomma, a destra si scelgono posizioni più culturalmente socialmente accettabili di un adestra in doppiopetto.

Tra gli intervistati di centrodestra (38,2%) e di centro (32,3%) prevale l’immagine di un popolo che chiede ordine e disciplina  e la richiesta di personalità forte a dirigere il paese.

I giudizi sulle opinioni politiche degli italiani secondo l’area politica di appartenenza.

A pensare che tra gli italiani sia diffuso un giudizio non completamente negativo su Mussolini sono gli elettori di centro sinistra (26,1%) mentre la quota minore è espressa dagli elettori di destra (12,7%): per i quali probabilmente il giudizio sul fascismo è ben più positivo.

 

UN SONDAGGO IPSOS SUI GIOVANI, IL FASCISMO E LA DEMOCRAZIA

Dalla ricerca della documentazione per questa nota è riemerso un sondaggio di qualche anno fa svolto da IPSOS  per l’Associazione Nazionale Ex Deportati (ANED) tra giovani di età compresa tra 16 e 25 anni ai quali erano chiesti i loro giudizi sul fascismo e sulla democrazia e assieme alla loro conoscenza della Shoah.

Premesso che il 78% del campione si definisce molto o abbastanza informato sullo storia del regime fascista in Italia., colpisce la prevalenza – due intervistati su tre, il 66% – di valutazioni parzialmente positive del regime, una dittatura da condannare in parte ma che ha portato anche benefici al pase, mentre non arriva al 30% la quota dei giudizi radicalmente negativi, un regime che  ha lasciato delle terribili ferite nel pase. Solo il 5% esprime valutazioni apologetiche del fascismo considerato una forma di governo positiva, che ha mantenuto l’ordine e portato benessere.

Per quanto ne sai o per quello che ne hai sentito dire, secondo te il regime fascista di Benito Mussolini in Italia è stato

 

 

L’aver espresso un giudizio non pregiudizialmente e completamente negativo del regime fascista non impedisce ad una consistente maggioranza degli intervistati (62%) di considerare il tema dell’antifascismo ancora attuale e rilevante mentre il 24% lo considera ormai superato dalla storia.

A definirsi antifascista è tuttavia solo il 55% degli intervistati, poco più della metà, con gli altri equamente divisti tra il no e un imbarazzato non so.

E comunque un dato decisamente migliore di quello rilevato in un sondaggio svolto nel 2015,  alla vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, da  Ixè per il programma Agorà su RaiTre dal quale risultava  che ben  il 58 per cento degli italiani non considerava più attuali i valori della guerra di liberazione dal nazi-fascismo. : la pregiudiziale antifascista è caduta, a legger questi numeri.

Ma riprendendo il filo del sondaggio sui giovani, oltre il 90% ritiene importante vivere in un paese democratico: un po’ inferiore (83%) è la percentuale di coloro che, pur potendo avere dei problemi, la ritengono la migliore forma di governo possibile.

Il primo problema che emerge riguarda i partiti:  gli intervistati si mostrano divisi ma la maggioranza relativa (46%) ritiene che in Italia si dovrebbero abolire i partiti contro un 44% che non è d’accordo.

Un robusto consenso (42%) va anche  all’opinione che in Italia non si decide e si litiga troppo anche se la maggioranza (53”) non condivide questa critica.

Solo il 24% dei giovani ritiene che le democrazie non siano adatte a mantenere l’ordine, surclassata da una consistente maggioranza (70%) che dissente da questo giudizio.

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Info Luciano Pallini

Laureato in Economia e commercio all’università di Firenze con il massimo dei voti e la lode, Luciano Pallini è stato dal 1970 al 1975 responsabile dell’Ufficio studi del Comune di Pistoia. Qui, dal 1975 al 1988, ha ricoperto diverse cariche elettive. Già componente del consiglio di amministrazione dell’Irpet e della S.a.t. “Galileo Galilei” di Pisa, svolge da trent'anni attività di consulenza alle imprese e di ricerca economica. Attualmente svolge attività di coordinamento del Centro studi Ance Toscana e del Centro studi della Fondazione Filippo Turati. Presiede inoltre l’associazione E.s.t. (Economia società territorio) con la quale realizza progetti di sviluppo basati sulle risorse locali, in particolare i beni culturali.

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