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Solo Riformisti

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Un sabato fascista

Le manifestazioni dei “gilet arancioni” di Roma e Milano hanno dimostrato ancora una volta il potere della Rete e gli effetti perversi dei social. Episodi come quelli a cui abbiamo assistito non sono assolutamente da sottovalutare.

2 Giugno 2020 da Stefano Bargellini 1 commento

Il 31 maggio a Milano, a Roma ed in altre città sono state pesantemente violate le disposizioni contro il virus da sedicenti “Gilet arancioni” guidati dal generale Pappalardo.

Arancioni o neri sempre di fascisti si tratta, fascisti però nutriti e allevati dalla rete. Senza i social non sarebbero nulla.

Si spera in denunce e pugno duro.

“Con i social la parola a milioni di imbecilli”.

Lo aveva detto bene Umberto Eco, certo non bisognava essere uno dei più grandi intellettuali per capirlo, bastava anche molto meno.

È indubbio che la rete ha come effetto anche quello di dare accesso planetario all’ignoranza ed ai peggiori istinti dell’uomo, tanto più che ci si può nascondere dietro un quasi totale anonimato … e allora viaaa!!!

Ma noi non possiamo fare come quelli che assaltavano le locomotive per scongiurare la crisi del trasporto a cavallo.

La rete-locomotiva c’è comunque, i social anche, allora è bene usarla per cercare di trasmettere serietà e cultura.

Gli idioti non li ha fatti la rete c’erano anche prima, ci sono sempre stati e, da quando c’è il suffragio universale, votano come gli altri, non sono idioti a causa della rete, ma usano la rete per esprimere se stessi, cioè da idioti.

Le persone intelligenti la usino da intelligenti, tanto la rete c’è e resta lo stesso.

Certo quella che prima poteva essere una “filosofia” personale della birretta nel baretto, che rimaneva lì, tra un rutto e l’altro, oggi può diventare planetaria.

La novità non è che ci sono gli imbecilli, ma che possono parlare al mondo.

Si è creato un meccanismo per cui la cazzata paga in molti sensi. Se io, ad esempio, sono un artista decaduto (anche se testimonial di Salvini), di cui ormai non parla quasi più nessuno, ho un ottimo modo di uscire dall’oblio: mi invento una bella cazzata, ad esempio, che “gli uomini hanno ucciso i dinosauri figuriamoci se non sono capaci di distruggere quel piccolo maledetto verme microbo che si chiama Coronavirus” e siccome farò ridere mezzo mondo devo anche insistere e addurre prove che saranno una ulteriore ridicola cazzata, ma che faranno sicuramente riparlare di me. Anzi per vedere i clip dedicati a me su Facebook prima passerà addirittura la pubblicità … ora c’è anche un videogioco con il mio nome: “Albano lotta contro i dinosauri”. Cazzo!!!

(https://gds.it/video/societa/2020/05/31/al-bano-lotta-contro-i-dinosauri-dopo-la-gaffe-in-tv-arriva-il-videogioco-c69a63bc-7a4e-4dcb-9152-0dff3c026737/).

Ogni cazzata può diventare in pochi minuti evento mondiale, in effetti un modo così capillare per contattarsi, annusarsi, conoscersi, organizzarsi, non era mai esistito.

Ritrovarsi magari a Milano e Roma vestiti di arancione a sparare l’idiozia che il virus non esiste e che è un’invenzione di chi … ma di chi? Ma di chi mi sta sul cazzo in questo momento perbacco! tanto l’uno vale l’altro, posso inventarne uno all’istante, appena lo metto in rete ci sarà qualcuno nel mondo che dirà: “Però, forse è proprio vero, non ci avevo pensato eppure potrebbe essere così”.

O se la terra fosse piatta? O se sulla Luna non ci fossimo mai andati?

Nel mondo degli “imbecilli” di Eco la conoscenza conta zero, il sapere invece è tutto perché coincide con ciò di cui io sono personalmente convinto, quindi è anche vero.

Il sapere e la verità corrispondono a quello di cui sono convinto, che poi coincide, guarda caso, proprio con ciò che desidero.

Ma io cosa so? Sono andato a scuola, ma per poco perché bocciavo (colpa dei professori naturalmente), perciò studiare non conta, si impara di più dalla vita, ed ora c’ho anche un megafono che copre il mondo intero.

Mille rivoli, però un solo denominatore.

Chi è convinto che sia tutta una trama di Bill Gates, chi di Soros, chi del gruppo Bilderberg, comunque è lo schema dello 007 di Jan Fleming quello che prevale.

C’è sempre uno psicopatico lucido, spesso è asiatico, affetto da manie di grandezza, emanazione di una fantomatica società segreta (Spectre): una volta ha la fissa dell’oro (Golfinger), un’altra quella della vita sottomarina (Tunderball), lo scopo è sempre quello di dominare il mondo. Nei romanzi di Fleming sono il servizio segreto britannico e soprattutto l’atletica genialità di James Bond a scoprire e neutralizzare la minaccia, ma nella realtà di oggi quel James Bond sono Io, sbarellato negazionista con la terza media, che però ha fiutato l’inghippo … “a me non la si fa”.

In questo mondo infantile comunque l’ingranaggio è sempre individuale (l’uomo nero delle favole), si gioca sempre tutto sul tradimento personale, senza cultura infatti non ci sono strutture (storia, diritto, economia), solo istinti primari e c’è sempre un cattivo che mi vuole ingannare.

Ultima versione: il virus non esiste, è una menzogna del potere (Spectre) per limitare la mia libertà e costringermi a comprare le mascherine per arricchire qualche capitalista (Goldfinger).

Il denominatore però è sempre lo stesso: antropologia fascista.

Contano gli umori. I cuori maschi e gagliardi. Libertà individuale assoluta (non mi puoi costringere in casa per una malattia che ti sei inventato tu) che si lega sempre alla accettazione della dittatura di uno su tutti.

Me ne frego. Boia chi molla.

Fumettologia fascista: “Romano il legionario”, “Dick Fulmine”, “Il vittorioso”

FUMETTO & FASCISMO – LA REALISTICA IRREALTÀ (Le avventure di Romano, 1a parte – Il Legionario)

Rieccoli, oggi al seguito del generale Pappalardo, un sabato fascista a Milano e Roma.

Non credo che questa feccia prenderà mai il potere, ma non illudiamoci, i mostri sono sempre nel nostro sottosuolo vivi e vegeti e c’è il suffragio universale, poi nell’urna voteranno Salvini o Meloni, il loro doppiopetto.

 

 

 

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Archiviato in:News

Info Stefano Bargellini

Stefano Bargellini, anni sessantotto, si è laureato nel 1976, con il massimo dei voti e lode, alla facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Dopo un breve periodo di insegnamento, è stato dirigente amministrativo presso il comune di Pescia e funzionario in quello di Pistoia. E’ da alcuni anni in pensione, ma non ha mai smesso di studiare né di interessarsi ai problemi politici e sociali

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Santo dice

    1 Giugno 2020 alle 13:49

    Grazie per tutto quello che scrivi il conoscere per poter deliberare è l’unica forma di libertà per un ploretario.

    Rispondi

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