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Open Arms: Renzi mette tutti all’angolo

Mossa a sorpresa di Italia Viva che non partecipa al voto su Salvini in Giunta delle Immunità. Con un colpo solo, tolto al leader leghista un forte argomento di propaganda ed evidenziate le contraddizioni di Conte e dei Cinquestelle.

2 Giugno 2020 da Stefano Baccelli Lascia un commento

Ha fatto molto discutere la decisione a maggioranza della Giunta per le immunità del Senato sul caso Open Arms, che ha respinto la richiesta dei magistrati siciliani di rinviare a giudizio il leader della Lega, Matteo Salvini. Un esito praticamente scontato, dopo il colpo di scena della decisione dei tre senatori di Italia Viva di non prendere parte al voto e della cinquestelle Alessandra Riccardi di votare contro il processo in dissenso dal suo gruppo. Italia Viva, certamente con l’assenso del suo leader Matteo Renzi, sorprendendo tutti, ha impedito che a Salvini fosse offerta in un piatto d’argento la possibilità di riprendersi la scena sull’unico tema su cui fare la sua propaganda, quello dei migranti, il refrain che gli ha procurato tanti consensi e adesso uscito dai radar. Al di là delle motivazioni della decisione degli esponenti renziani, che comunque dovrà essere ratificata in Parlamento, il tema va ben oltre la vicenda. L’episodio, oltre alla scelta di Italia Viva di non partecipare al voto, ha messo in luce anche le contraddizioni del M5s, che tacque quando Salvini, all’epoca Ministro dell’Interno del Governo gialloverde si rese, secondo l’accusa del tribunale dei ministri di Palermo, protagonista di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio per la vicenda dei 164 migranti bloccati a largo per alcuni giorni sulla nave della Ong spagnola, prima dello sbarco a Lampedusa, nell’agosto 2019. È paradossale che ciò che andava bene quando i grillini governavano con Salvini, non vada bene adesso. Ma tant’è. Fatto sta che le prime pagine dei giornali di oggi e i loro titoli siano tutti per Matteo Renzi, in parte per accusarlo, altri per sostenerlo. E così il senatore fiorentino, dato dai sondaggi in calo, dimostra ancora una volta lucidità e fiuto. Di particolare interesse il commento di David Parenzo, che tra l’altro è l’autore del libro “I falsari”, un’opera in cui l’autore critica in modo chiaro Salvini proprio sulla vicenda degli sbarchi. La decisione di Matteo Renzi – ha dichiarato Parenzo – di disertare il voto sulla Open Arms in giunta per le immunità è solo frutto di un piano ben ragionato. Per Parenzo la mossa di Italia Viva sul mandare o meno Matteo Salvini a processo è legato alle intenzioni dell’ex premier “di disinnescare un argomento fortissimo per il leader della Lega”. Addirittura più esplicito è Massimo Cacciari, che non può essere certo “accusato” di simpatie renziane. Senza peli sulla lingua sul voto della giunta per le immunità in merito al caso Open Arms, l’ex sindaco sta dalla parte di chi ha votato contro il rinvio a giudizio dell’ex ministro: “Bella figura di merda che ha fatto il Pd – ha dichiarato l’ex sindaco di Venezia in una intervista a Huffpost. I due senatori che hanno votato contro in dissenso hanno fatto bene perché è inaudito ciò che stanno facendo i grillini. Il Movimento sta sconfessando totalmente ciò che ha assecondato durante il Governo con Salvini. E dov’è finita la responsabilità collegiale di un esecutivo?” Ed è ancor più chiaro nel suo giudizio rispetto alle scelte di Italia Viva: “i renziani marcano ovunque possono la loro differenza rispetto al Governo – argomenta Cacciari. Ma io avrei fatto come i senatori di Italia Viva, che si sono astenuti e se ne sono andati. Li giustifico. Avrei detto: ‘Non prendo parte a questa pagliacciata’. Bisogna avere un muso di tolla per essere stati al Governo con Salvini, essersi mostrati in tv accanto a Salvini, portando in evidenza cartelli a sostegno di Salvini. Hanno fatto gli uomini sandwich di Salvini, hanno accettato tutto, mi sembra che tutto questo sia al di là di ogni senso del pudore. Siamo al di là della decenza, atti osceni in luogo pubblico. Ma come fanno? C’era lo stesso presidente del Consiglio in carica, che adesso decide anche a quale distanza dobbiamo stare, non poteva decidere anche allora? Fingiamo di essere persone serie”. Sorprendente anche il commento di Corrado Formigli, il quale alcuni mesi fa sottopose proprio Renzi ad una sorta di requisitoria in una sua trasmissione, ma che adesso dichiara: “sul voto in giunta per le autorizzazioni Matteo Renzi ha fatto un piccolo dispetto a Salvini: “Gli ha tolto uno dei suoi argomenti principali”. La sintesi della vicenda la troviamo su “Il Sole 24 ore”: Un’astensione – commenta il quotidiano della Confindustria, quella dei tre senatori di Iv in giunta, alla fine non determinante ai fini del risultato. Ma che pure rappresenta un “segnale politico”. È infatti chiaro dai numeri che se anche i tre esponenti di Italia Viva avessero votato a favore avrebbe prevalso il “no”, ma è ancora più evidente quanto proprio Renzi sia il vero regista della politica italiana e che ne possa determinare le sue scelte, pur potendo contare su numeri esigui. Lo si capisce dalla reazione rabbiosa di certa stampa militante che da anni combatte Matteo Renzi, spesso in ossequio al desiderio dei loro editori. E così Renzi è accusato di ogni “colpa”. Secondo il Fatto Quotidiano, diretto da Marco Travaglio, uno che chiama Renzi “l’innominabile”, dopo aver ricevuto dal medesimo una quantità industriale di querele, titola: Renzi: “il palo della banda Salvini”, mettendo in relazione la decisione della Giunta con la nomina di un’esponente renziana alla presidenza della commissione di inchiesta di Regione Lombardia sulla gestione del Covid. Repubblica, fresca di cambio di proprietà, fa un titolo più prudente: “Una scialuppa per Salvini”. Il Giornale di Berlusconi, fa qualcosa di simile al “Fatto”, mettendo però in relazione il voto della Giunta per l’immunità, con le intercettazioni che hanno gettato altre ombre sulla Magistratura. E così sentenzia: “Salvano Salvini per salvare la faccia”. Insomma Renzi si prende la scena, contro tutto e tutti, ma l’impressione è che su di lui si faccia molta letteratura e che in pochi capiscano o fingano di non capire le sue strategie. Sarà lo stesso Renzi nei prossimi giorni a circostanziare la sua posizione anche su questo argomento, in attesa di leggere il suo libro (uscirà i primi di giugno): “La mossa del cavallo”, che sicuramente darà al leader di Italia Viva numeri migliori di quelli che risultano dai sondaggi.

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Info Stefano Baccelli

Classe 1955, giornalista iscritto all’Albo professionale dal 1982. Già dipendente della Pubblica Amministrazione, ha svolto per molti anni il ruolo di economo nella Rsa Villone Puccini, per poi passare all’area della Comunicazione dell’Azienda Usl pistoiese. E’ stato tra i soci fondatori della Cooperativa Giornalistica “Settegiorni” e direttore responsabile dell’omonima rivista settimanale. Dal 1990 agli inizi degli anni 2000 ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa della Cgil di Pistoia e dal 2000 svolge il medesimo incarico alla Pistoiese Calcio. E inoltre autore dei libri: “Ho vinto”, intervista ad un malato terminale, “il Nonno”, libro/intervista sulla vita di un noto imprenditore, “Memorie”, pubblicazione storica per i 100 anni dello SPI/CGIL e “Barile tra storia e leggenda”, dedicato ad un borgo alle porte di Pistoia.

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