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Solo Riformisti

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Il virus, tutte le domande

Provate a rispondere a queste domande. Sono un’utile guida per farsi un’idea compiuta su quanto è successo e soprattutto su cosa fare per il futuro e quali insegnamenti trarre. Il questionario è stato preparato per il periodico on line Pensalibero.

2 Aprile 2020 da Luciano Pallini 1 commento

  1. PREVENZIONE

Forse l’8 dicembre 2019, forse già a novembre il virus è segnalato in Cina e questo è un problema e già il ritardo assegna a quel paese responsabilità enormi per quello che è successo.

Sulla stampa sono apparse notizie di polmoniti sospette in Italia nel Lodigiano e non solo già da gennaio.  Se si fossero segnalati questi casi sospetti forse si sarebbe avvertito il pericolo ancorché indefinito e si sarebbero attivate procedure di allerta. Quale è la Sua opinione?

  1. SOTTOVALUTAZIONE

Quando sono arrivate le prime notizie dalla Cina si sono adottate misure di blocco dei voli insufficienti forse anche perché il pericolo era sottovalutato. Nonostante le immagini spettrali di Wuhan sotto coprifuoco, è partita una discussione fra scienziati che si dividevano fra chi la dichiarava poco più di una influenza e chi la considerava un pericolo grave per la salute dell’uomo.

Ritiene che sarebbe stata forse necessaria una maggior prudenza degli scienziati prima di pronunciarsi e cautela prima di cedere alla lusinga dei media? Come avrebbero dovuto comportarsi?

  1. CONFUSIONE

Quando è stato accertato il primo caso a Codogno la politica è precipitata nel caos mentre i medici, i paramedici, il volontariato si sono trovati esposti in prima linea senza adeguate protezioni.

Molti amministratori locali hanno all’inizio rifiutato la realtà, chi dicendo che la città non si fermava, chi facendone bandiera contro il razzismo con incontri affollati con la comunità cinese.

Forse sarebbe stato ispirarci a maggior cautela ED ASSIEME MAGGIORE DECISIONE, che ne pensa?

  1. AZIONE

L’azione è iniziata all’insegna del caos: si bloccano i comuni del Lodigiano, poi Vo’ nel Padovano, poi la Lombardia, poi no anche il Veneto e parti dell’Emilia. Il risultato sono state le corse alle stazioni ferroviarie per rientrare nei luoghi d’origine. Infine il blocco totale, con le Regioni in ordine sparso.

Poi il blocco totale. Con le Regioni poi a rilanciare: non c’è bisogno di riordinare poteri e competenze in tema di emergenza sanitaria? E come?

  1. COMUNICAZIONE

Si è assistito nella fasi iniziali una totale babele comunicativa che ha coinvolto sia le autorità sanitarie e di protezione civile sia gli scienziati  fino ad arrivare alle autorità di governo, alle regioni ed ai comuni. Il piano contro le pandemie dedica spazio alla comunicazione. Cosa è successo? Si potrebbero dettare linee guida?

  1. COMPRESSIONE

L’Italia è davanti alla scelta difficile: in prospettiva come combinare la salvaguardia della salute con la continuazione della chiusura delle attività e dell’obbligo a restare in casa con la salvaguardia dell’economia che può essere compromessa da un blocco prolungato. Quale è la Sua opinione in proposito?

  1. VALUTAZIONE

Come giudica la capacità di risposta del servizio sanitario nazionale, al di là dello straordinario impegno del personale: c’è carenza di posti letto? Le impostazioni di ospedali per gli acuti sono insufficienti? Le terapie intensive sono sottodimensionate? Servono ospedali dedicati (un tempo lazzaretti..)? Come soprattutto bisogna attrezzarci per le pandemie prossime venture, le future emergenze?

  1. REGIONALIZZAZIONE

Si tira giustamente in ballo la costituzione che tutela il diritto alla salute e poi la riforma che ha creato il SSN come servizio universale, modello Beveridge. In Italia si è realizzata all’insegna del regionalismo. Ha ancora senso questa impostazione? Si può dire che le Regioni hanno fallito? Che sono state una fonte non solo di sprechi ma anche di inefficienze? E la cancellazione della sanità privata – che pure attua la sussidiarietà costituzionale – sarebbe la soluzione dei problemi? Ed i tagli sono il problema principale?

 

 

 

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Info Luciano Pallini

Laureato in Economia e commercio all’università di Firenze con il massimo dei voti e la lode, Luciano Pallini è stato dal 1970 al 1975 responsabile dell’Ufficio studi del Comune di Pistoia. Qui, dal 1975 al 1988, ha ricoperto diverse cariche elettive. Già componente del consiglio di amministrazione dell’Irpet e della S.a.t. “Galileo Galilei” di Pisa, svolge da trent'anni attività di consulenza alle imprese e di ricerca economica. Attualmente svolge attività di coordinamento del Centro studi Ance Toscana e del Centro studi della Fondazione Filippo Turati. Presiede inoltre l’associazione E.s.t. (Economia società territorio) con la quale realizza progetti di sviluppo basati sulle risorse locali, in particolare i beni culturali.

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