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Solo Riformisti

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Il virus ha spogliato il Re

Come nella celebre favola di Andersen il coronavirus sta mettendo a nudo tante verità: la pericolosità del diverso, l’importanza della chiusura dei porti, l’uno vale uno, l’inutilità dei vaccini e la superficialità e approssimazione di tanti sciacalli.

24 Febbraio 2020 da Stefano Baccelli 1 commento

Non tutto il male vien per nuocere. Questo antico proverbio si fa attuale, grazie all’allarme Coronavirus. A parte l’aver riportato alla luce l’inconsistente e sterile dibattito sui Social, sono emerse almeno due clamorose verità: che la narrazione cosiddetta ‘sovranista’ è più che mai carta straccia e che la spregiudicatezza degli ignoranti si infrange nella loro intrinseca inconsistenza. Ma non solo: bella e chiara è venuta fuori la vigliaccheria di larghi settori dell’opinione pubblica: quella che seguendo il tribuno di turno, professa la teoria che il diverso sia sempre brutto, cattivo e portatore di malattie. La cosiddetta pandemia ci racconta che la malattia, almeno in questa fase iniziale, la portano in Italia, distinti signori della padania, insospettabili manager e persino aitanti frequentatori di  centri fittness. Lo sporco negro per adesso non c’è stato verso di tirarlo in ballo. E guarda caso anche la salvifica chiusura dei porti appare ancora di più una ridicola rappresentazione del nulla. Ma non finisce qui il benevolo messaggio che arriva dal male, naturalmente quello con ‘m” minuscola. C’è anche l’elevazione al rango che le compete della comunità scientifica. I virologi in questi giorni ci stanno dicendo sostanzialmente due cose: che occorrono misure serie per arginare il fenomeno e che questo famigerato contagio è in realtà una grave forma influenzale. Ma i benefici del Coronavirus non si fermano a ciò. Per esempio, sono scomparsi i ‘no vax’ e tutti aspettano a gloria il vaccino che ci tolga di dosso il terrore di dover lasciare anzitempo questo mondo che, per quanto rancoroso e insoddisfacente, a quanto pare interessa non poco viverlo. Ed eccoci al gran finale: la cattiva politica che, dando nella circostanza il peggio di sé, dimostra per l’ennesima volta che il re è nudo. Lo ha spogliato il Coronavirus. La superficialità e l’approssimazione degli sciacalli, che cercano di sfruttare a proprio piacimento perfino le legittime preoccupazioni dei cittadini, sono smascherate nel volgere di poche ore. E così di scopre, per esempio, che in Italia siamo al primo posto quanto a numero di contagiati anche perché i controlli nel nostro Paese sono più rigorosi che altrove. Non si placheranno facilmente le polemiche, il piatto è troppo ghiotto, dato che il fenomeno, purtroppo, ci farà piangere vittime innocenti. Ma l’impressione è che in fondo al tunnel ci sia la luce della ragione.

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Info Stefano Baccelli

Classe 1955, giornalista iscritto all’Albo professionale dal 1982. Già dipendente della Pubblica Amministrazione, ha svolto per molti anni il ruolo di economo nella Rsa Villone Puccini, per poi passare all’area della Comunicazione dell’Azienda Usl pistoiese. E’ stato tra i soci fondatori della Cooperativa Giornalistica “Settegiorni” e direttore responsabile dell’omonima rivista settimanale. Dal 1990 agli inizi degli anni 2000 ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa della Cgil di Pistoia e dal 2000 svolge il medesimo incarico alla Pistoiese Calcio. E inoltre autore dei libri: “Ho vinto”, intervista ad un malato terminale, “il Nonno”, libro/intervista sulla vita di un noto imprenditore, “Memorie”, pubblicazione storica per i 100 anni dello SPI/CGIL e “Barile tra storia e leggenda”, dedicato ad un borgo alle porte di Pistoia.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Maristella.capecchi@alice dice

    24 Febbraio 2020 alle 13:12

    Un bell’articolo con molte verità,dal mio modesto punto di vista..
    Credo che se ci.limitassimo a svolgere ciascuno il proprio ruolo di cittadino con la consapevolezza delle proprie conoscenze nonché dei propri limiti, senza voler sempre pontificare su tutto e tutti, anche la nostra Italia andrebbe meglio.
    Credo inoltre che un periodo di riflessione “forzata” non faccia male. Secondo me c’è molto bisogno di pensare e altrettanto bisogno di restare un po’ in silenzio a riflettere.
    Preciso che non sono particolarmente preoccupata per il coronavirus poiché consapevole della mia vulnerabilità, a prescindere.
    Comunque grazie Stefano Baccelli.

    Rispondi

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