• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli
Dal messaggio di Jacques Delors,  letto da  Pascal Lamy alla presenza del Presidente della Repubblica  Emmanuel Macron, a Parigi all’Odéon – Théâtre de l’Europe,  nella serata dedicata ai 25 anni dell’Institut Jacques Delors.- 7 dicembre 2021

Pensare l’Europa

Dal messaggio di Jacques Delors,  letto da  Pascal Lamy alla presenza del Presidente della Repubblica  Emmanuel Macron, a Parigi all’Odéon – Théâtre de l’Europe,  nella serata dedicata ai 25 anni dell’Institut Jacques Delors.- 7 dicembre 2021

19 Dicembre 2021 da Jacques Delors Lascia un commento

Quando  25 anni fa ho voluto creare un gruppo di studi e ricerche sull’Europa è perché ho creduto nella necessità di “Pensare l’Europa”. Pensarla e ripensarla sempre.

Da allora “Thinking Europe” è diventato il motto comune degli  istituti di Parigi, Berlino e Bruxelles ed è una sana igiene della mente.

La costruzione europea non è un programma preparato da zero, una procedura da eseguire, un progetto miracolosamente irreversibile. Non è mai un lungo fiume tranquillo, è esercizio di sperimentazione. Dobbiamo ripensare costantemente all’Europa in termini di ciò che è stato realizzato, ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato e in termini di stato del mondo così mutevole, così brutale. Sarebbe indulgere nella pigrizia intellettuale e mancare di coraggio politico attenersi soltanto agli accordi del passato, allo status quo. Dobbiamo ispirarci ai “padri fondatori”, alle loro intuizioni originarie, alla loro audacia, ma per rinnovarli, per allargare l’orizzonte, per esplorare altre vie di unità, come la differenziazione che non è stata sufficientemente esplorata.

Il piano di stimolo fiscale e l’indebitamento contratto dalla Commissione per conto dell’Unione europea hanno dimostrato che gli europei sanno intraprendere nuove strade di integrazione. La pandemia da Covid ci porta anche a immaginare l’Europa della salute, alla quale  fino ad ora quasi nessuno aveva pensato in Europa. L’idea e la realtà devono quindi essere in dialettica permanente. Questo è “Pensare l’Europa”. La Conferenza per il suo futuro ci invita a farlo in un modo inedito. Auguro che  questa iniziativa, tuttora in corso,  riceva tutta la considerazione politica e mediatica che merita. L’Europa, all’inizio, era pensata come un progetto di pace. Oggi deve anche considerarsi una potenza; una potenza in divenire, responsabile e generosa nel mondo.

25 anni fa, ho dato, al centro di riflessione  e proposta che stavamo creando, il nome: “Notre Europe”. Vorrei insistere su questo possessivo plurale: nostra. Siamo in grado di “pensare l’Europa” come davvero nostra? Considerare il diritto europeo un nostro diritto e non un diritto uscito dal cappello, che ci verrebbe imposto dall’alto? Intendiamo il diritto europeo e la sua giurisprudenza come un diritto che ci vincola, che ci obbliga o lo vediamo come un diritto di cui ognuno può liberarsi a suo piacimento?

Se l’Europa è davvero nostra, non può essere solo quella che vuole la Francia o quella che conviene  esclusivamente alla Germania o ad un  qualsiasi altro Paese. Non dovrebbe nemmeno diventare quello della Polonia o dell’Ungheria. L’Europa non appartiene solo al Parlamento europeo, né può appropriarsene  il Consiglio europeo. Non appartiene neanche alla Commissione. Ma la Commissione  è più di una custode dei trattati. Attraverso le sue iniziative, è prima di tutto su di essa che ricade l’immenso compito di pensare la nostra Europa, di farle fare sempre dei  passi avanti.

Affermare la nostra Europa – sottolineando “nostra” – significa che l’Unione appartiene a tutti noi, ma anche che è plurale nella sua essenza. Che è tanto  un bene comune da preservare che un lavoro collettivo da realizzare. Sono lieto che la Presidenza francese del Consiglio dell’Unione abbia scelto al centro della sua azione  il concetto di appartenenza all’Europa. È un’appartenenza  con un doppio significato : l’Europa ci appartiene tanto quanto noi apparteniamo all’Europa.

Per tutti i nostri paesi, appartenere all’Europa oggi significa rifiutarsi di appartenere alla Cina, alla Russia, ed anche rifiutare di  allinearsi docilmente  agli Stati Uniti. Bisogna rifiutare  che il nostro continente si divida di nuovo e che il suo destino non gli appartenga più..

Appartenere all’Europa non significa distaccarsi dal proprio Paese. Al contrario, è essergli fedele, con le parole di  Albert Camus, “Amo troppo il mio paese per essere nazionalista”. Il progetto europeo non è mai stato nemico delle nazioni, che non possono prosperare nell’isolamento.  Non c’è alcuna migliore garanzia di influenzare l’Europa  per ciascuna  di loro del proprio  impegno europeo.

Possa questa occasione europea,   che il nostro Paese sta per vivere,  rafforzare questo sentimento di appartenenza senza il quale il nostro progetto crollerà come un castello di carte. Facciamo nostra l’Europa. Possa questo meraviglioso anniversario a Parigi in questo magnifico teatro europeo contribuire ad esso.

Jacques Delors
Président fondateur de Notre Europe – Institut Jacques Delors

Ripreso, con l’autorizzazione dell’Institut Jacques Delors ,  cui vanno i nostri ringraziamenti,  dal sito dell’Istituto . Traduzione a cura di Luciano Pallini

https://institutdelors.eu/publications/message-de-jacques-delors-a-la-soiree-des-25-ans/

 

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Apertura

Info Jacques Delors

Post precedente: « Una “China unit” a Palazzo Chigi
Post successivo: Antisemitismo in salsa cilena »

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Iscrizione alla newsletter SoloRiformisti

Inserendo i propri dati sarà possibile ricevere la nostra newsletter nella propria casella di posta elettronica.

Bastian contrario

La prima uscita

27 Febbraio 2023 | Il Bastian Contrario

Elly Schlein: “ La pace in Ucraina non si fa con le armi. Sosteniamo l’accoglienza, sbagliato aumentare le spese militari”.

Non c’è che dire.

La ragazza ci darà delle soddisfazioni.

Il paradosso ecologico della guerra

13 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

La trappola di Tucidide

24 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Per un pugno di PIL

13 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Salvi per un PIL

30 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Goodbye 2022 non ci mancherai

18 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Per chi suona la campanella

16 Dicembre 2022 | Il tocco di Alviero

Crisi continua

26 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento Libera nos a malo (2 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento libera nos a malo (1 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Adda passà a nuttata (2 di 2)

17 Ottobre 2022 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • Elisabetta Briano su Il sogno Schlein
  • Elisabetta Briano su Le due paci possibili
  • Sergio Giusti su La riforma fiscale della Meloni
  • daniela su Autonomia è responsabilità
  • Roberto su Ucraina: prima della “battaglia finale”
  • Ennio su Il sogno Schlein
  • MARCO POGGI su Ha vinto la Schlein. E allora?
  • Marco Mayer su Ha vinto la Schlein. E allora?
  • Manuela Carpinelli su Lettera aperta di una preside fiorentina
  • Elisabetta Briano su Guerra e economia in Ucraina
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it