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MES, il gioco delle parti

Salvo imprevisti sempre possibili, la riforma del MES sarà ratificata. I grillini sono pronti ad ingollare tutto pur di non perdere le poltrone. La vicenda dimostra comunque la pochezza di tutta la nostra classe politica e questo rende precario il futuro del Paese.

8 Dicembre 2020 da Giancarlo Magni Lascia un commento

Sulla ratifica del MES da parte del Parlamento italiano, prevista per mercoledì 9 dicembre, si sta registrando un gran fermento. A livello politico, fra le forze di maggioranza e fra quelle di opposizione, a livello giornalistico, fra chi sostiene il governo a spada tratta e chi invece lo avversa, a livello di opinione pubblica, fra coloro che giudicano positivamente l’alleanza PD-5Stelle e coloro che la destano.

In realtà le cose non stanno assolutamente come vorrebbero farci credere. Certo, c’è un po’ di fibrillazione e di attesa ma il tutto viene amplificato a dismisura.

Di sicuro c’è un dato. L’Italia deve ratificare la riforma del MES. Il nostro paese non si può assolutamente permettere un voto contrario, soprattutto ora che l’Europa, a fronte della pandemia, sta dimostrando di fare fino in fondo la sua parte. L’alternativa semplicemente non esiste. Non cadrebbe solo il governo, potrebbe essere messa in discussione anche la partecipazione italiana al progetto europeo. L’incidente di percorso, anche se è sempre possibile, è però estremamente improbabile.

La maggioranza troverà un escamotage e i 5Stelle finiranno per votare. Del resto hanno ampiamente dimostrato di essere in grado di ingollare tutto pur di restare al governo (chi non vota – ha detto Crimi – sarà espulso, facendo finta di dimenticarsi che prima si veniva espulsi per l’esatto contrario). La coerenza i grillini l’hanno abbandonata da tempo. Resta loro solo l’attaccamento a poltrone che, conquistate in un momento di sbandamento dell’opinione pubblica, sono diventate estremamente precarie. Insomma, finché la barca va, lasciala andare.

La cosa è talmente evidente che Berlusconi ha addirittura deciso di sacrificare la coerenza del suo partito sull’altare dell’unità del centrodestra, tanto la riforma passa lo stesso e il suo voto contrario potrà essere rubricato come una “questione di politica interna”.

Perché allora tanto rumore a livello giornalistico e, meno, di opinione pubblica? Perché i contrari al governo sperano di ampliarne le difficoltà, e i favorevoli puntano ad incassare, in seconda battuta, il risultato di un voto che, nonostante i tanti problemi, è stato positivo. Un po’ come quelle persone che esagerano le difficoltà di una prova per dimostrare quanto sono bravi.

Si dirà: avete visto? I 5Stelle sono una forza responsabile, su cui si può fare affidamento. Una costola della sinistra da utilizzare per nuove e future alleanze. Come D’Alema ha già iniziato a dire, non sono altro che dei “populisti gentili”.

La verità è che stiamo assistendo ad un gioco delle parti che rivela tutta la pochezza della nostra classe politica, di tutta nessuno escluso.

Nel centrodestra continua l’equivoco di partiti come Lega e Fratelli d’Italia. Per una manciata di voti esasperano il loro populismo facendo finta di non sapere che l’Italia non ha futuro fuori dell’Europa e loro non hanno un futuro governativo tenendo le posizioni che tengono. Berlusconi dal canto suo si muove sullo scacchiere con grande spregiudicatezza privilegiando continuamente la tattica sulla strategia e vanificando gli sforzi di tutti quelli che cercano di costruire alternative credibili.

Anche nel centrosinistra la tattica prevale nettamente sulla strategia e tutti stanno in maggioranza per la pura e semplice gestione del potere. I grillini votano tutto, compreso il contrario di quanto hanno sempre sostenuto, il PD, e in misura ancora maggiore Italia Viva, fanno passare scelte e posizioni che non condividono. Tutti naturalmente nascondendosi sotto la voce “Interesse generale del Paese”.

La riprova di tutto questo è semplice.

Pensate a cosa direbbero tutti i partiti se non occupassero il ruolo che occupano e se fossero in quello degli avversari del momento.

La conclusione è sconfortante. Andando avanti così l’Italia, volente o nolente, sarà spinta ai margini dell’Europa.

Se non si inizia ad alzare la voce, se non si superano le piccole convenienze di parte, se soprattutto le forze più sane e responsabili non si uniscono con l’intento, minimo, di fermare la deriva del paese, il futuro dell’Italia sarà tutto meno che roseo.

 

 

 

 

 

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Info Giancarlo Magni

Giancarlo Magni, giornalista professionista, ha seguito per anni, a Roma, la vita politico-parlamentare. Ha lavorato nella carta stampata, nelle radio e nelle TV. In RAI è’ stato vice-caporedattore del TGR della Toscana. Dal 2012 al 2017 è stato Vice-Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni della Regione Toscana. Fa parte del Comitato Direttivo della Fondazione "F. Turati", una Onlus che gestisce Centri di Riabilitazione, Rsa e Centri per disabili. E' Presidente dell'ETS Raggio Verde che assiste minori e adulti affetti da autismo.

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