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Solo Riformisti

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Letta, Dragi e le imposte

Via Draghi torna per il PD, ancestrale come il richiamo della foresta, il richiamo del Fisco. La proposta di una dote ai 18enni ha la stessa natura del Reddito di Cittadinanza: anziché lavoro si elargisce possibilità di spendere.

3 Agosto 2022 da Claudio Negro Lascia un commento

Che dopo un paio di settimane l’Agenda Draghi non sia più nei pensieri del PD è testimoniato da sintomi eloquenti, tra cui particolarmente significativa la propensione a includere nel “campo largo” tutto ciò che si muove a sinistra, putiniani e Agenda Landini compresi.
Ma esemplare, soprattutto sul piano dell’immagine, è la riscoperta da parte di Letta di una proposta che aveva già avanzato un anno fa e che era stata cassata, per l’appunto, da Draghi: via i gatt bala i ratt (via il gatto i topi ballano), si dice dalle mie parti. Via Draghi torna per il PD, ancestrale come il richiamo della foresta, il richiamo del Fisco.
Intanto risulta sgradevole la sensazione che Letta prenda parte alla gara a chi la spara più grossa: tra l’altro con Salvini e Berlusconi non la può spuntare… Poi lascia il dubbio di aver contratto da Conte il contagio della spesa assistenziale; difficile vincere l’impressione che si tratti di un intervento della stessa natura del Reddito di Cittadinanza: anziché lavoro si elargisce possibilità di spendere. Con quali risultati attesi? Con quali verifiche? Non sarebbe meglio offrire ai 18enni borse di studio, politiche del lavoro efficaci, interventi per portare i percorsi di istruzione-formazione a livelli europei? Per esempio sottraendo la Scuola Pubblica all’egemonia  dei Sindacati.
Infine, anche tecnicamente la misura proposta suscita molte perplessità. Secondo uno studio riportato da lavoce.info (https://www.lavoce.info/archives/70044/le-eredita-degli-italiani-per-pochi-e-sempre-piu-ricche/) nel 2016 i lasciti ereditari ammontarono a 112 mld, di cui il 25% riconducibili a lasciti superiori a 1 mln. Nello stesso anno i lasciti milionari sono attribuiti al 2,5% dei defunti. Nella sua proposta dell’anno scorso Letta ipotizzava di tassare i lasciti superiori ai 5 mln, salvo una franchigia di 1 mln. Ma quanti saranno i residenti con oltre 5 mln di patrimonio che hanno in programma di morire ogni anno? E di conseguenza, immaginando che il monte-eredità resti sull’ordine di grandezza del 2016, quale percentuale sarà colpita dall’imposta? Francamente sembra essere, più di una proposta seria, una trovata pubblicitaria per sdoganare l’idea di mettere mano alle imposte compensandola con uno scopo buonista, un po’ come per “minimizzare”.

Se il PD ha in mente di metter mano all’imposta di successione, che è di gran lunga la più bassa in Europa, non c’è niente di male. Anzi potrebbe essere l’occasione di aprire una discussione seria e non propagandistica sul sistema fiscale, sui cespiti tassati e tassabili, sulla progressività dell’imposta sul reddito, sull’equilibrio tra imposte dirette e indirette. Astenersi spot elettorali, please!

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Info Claudio Negro

nato a Como nel 1950 ha fatto il Liceo scientifico e poi Sociologia a Trento. Ha militato nel PSI e passata quasi tutta la vita professionale nella UIL. E' stato segretario generale della UIL di Como e successivamente è passato alla Direzione nazionale dove ha ricoperto la carica di responsabile dell'ufficio Politiche industriali con Giorgio Benvenuto. Ha ricoperto l'incarico di segretario nazionale dei Chimici e poi è tornato in Lombardia con la responsabilità di segretario generale aggiunto della UIL di Milano e della Lombardia. E' in pensione dal 2017 e collabora, scrivendo di lavoro e di politica, con la Fondazione Anna Kuliscioff e con il Centro Studi Itinerari Previdenziali.

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