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Solo Riformisti

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Il Paese è marcio

Un Paese marcio con una informazione conforme. È la fotografia triste del nostro paese. Tutti pensano che lo Stato sia come un formaggio e che si debba prenderne il più possibile. Ma è una trappola nella quale resteremo prigionieri.

16 Agosto 2020 da Luigi Corbani Lascia un commento

Sono giorni che si parla, sui giornali, sulle radio, sulle tv, dei cinque o tre parlamentari “furbetti”: non si sa bene quanti siano, e già questa incertezza la dice lunga sul senso della campagna denigratoria. Chi ha ordinato la schedatura degli eletti ? Se non hanno frodato, perché la schedatura di parlamentari, consiglieri regionali e comunali ? Politicamente ne deve rispondere il Presidente dell’Inps.

Dico subito che i cinque/tre in oggetto a me fanno disgusto e certamente hanno avuto un comportamento riprovevole, ma sono solo il 3 per mille dei parlamentari, quindi un caso piuttosto limitato. Se gli italiani disonesti fossero solo il 3 per mille, saremmo un Paese esemplare. Invece apprendiamo, da uno studio della Banca d’Italia in collaborazione con l’Inps, che il 27,3% delle aziende hanno utilizzato la Cassa integrazione in modo fraudolento. Non stiamo parlando di tre gatti, stiamo parlando di un quarto delle aziende che hanno utilizzato la Cassa Integrazione, il Fondo di solidarietà e il Fondo di Integrazione: 273 aziende ogni mille! Centinaia di milioni frodati allo Stato italiano. non 3.000 euro.

Scriveva Piero Ignazi su “Repubblica. “Nei mesi di marzo e aprile ha usufruito di questi strumenti ben il 51% delle imprese, per quasi il 40% dei dipendenti del settore privato. Grazie alla riduzione dell’orario di lavoro, le imprese più piccole hanno risparmiato circa 3.900 euro per dipendente, e le imprese più grandi tra i 21 mila e i 24 mila euro, a seconda del settore. Il problema è che questa pioggia di soldi ha irrorato anche chi non ne aveva titolo. Infatti, come scritto nello studio, l’utilizzo di questi provvedimenti ha coinvolto “una quota significativa di imprese (circa il 20 per cento nella manifattura e il 30 per cento nei servizi) in cui i livelli produttivi o il fatturato non sono diminuiti rispetto al periodo precedente la pandemia”.

“Alla stessa conclusione giunge il recente rapporto del presidente dell’Ufficio parlamentare del bilancio: oltre un quarto delle ore complessivamente pagate dalla Cassa integrazione ha riguardato imprese che non hanno subito alcuna riduzione di fatturato rispetto all’anno precedente. Questi dati presentano una realtà sconfortante: il sistema produttivo italiano considera lo Stato un albero della cuccagna dal quale arraffare quanto più possibile facendosi beffe delle regole e delle norme.”

Quando più di un quarto delle imprese ha pensato di farsi finanziare la Cassa integrazione mentre invece faceva lavorare i dipendenti, e pure con salari decurtati, ciò vuol dire che una parte consistente della borghesia produttiva italiana è piagata dalla propensione al malaffare. Ingannare e frodare lo Stato non è mai considerato riprovevole, e men che meno criminale. Basta guardare alle dichiarazioni dei redditi che mostrano un Paese di poveracci, impossibilitati a concedersi una sera al ristorante o una utilitaria: proprio quello che si vede in giro…”

Avete visto giornali, talk show parlare di questo furto ?  e ritornarci sopra per giorni? E quanti si sono alzati a chiedere la restituzione del maltolto e a chiedere  i nominativi delle “aziende della Cassa Integrazione”? E queste aziende sono state denunciate per la frode ai danni dello Stato?

Quanti ministri delle 5S, del PD, o rappresentanti della Lega, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia, avete sentito lanciare parole di fuoco contro questi farabutti? Quante interviste ai telegiornali, quante prime pagine dei giornali, quanti talk show?

E quante inchieste giornalistiche avete letto sui compensi degli amministratoti giudiziari o sui commissari, chessò, dell’Ilva, dell’Alitalia ? Succedono cose vergognose, nell’indifferenza dei media e dello stesso Parlamento. Giustamente, ha scritto Sebastiano Messina nella sua rubrica “Cucù” su “Repubblica”: “i quattro amministratori giudiziari dell’Italgas, nominati dai giudici di Palermo, hanno chiesto, per 12 mesi, un compenso di 30 milioni (trenta milioni) l’uno: 120 volte lo stipendio di Mattarella. La prossima volta, chiamare Jeff Bezos, Bill Gates, Elon Musk e Jack Ma: costano meno”.

Ma che qualcuno (del parlamento o dei media) si occupi, in modo continuativo, di queste vicende?

In tutto questo una logica c’è. Se fai la caccia ai politici, al Parlamento, trovi consenso perché alimenti il luogo comune che “tanto tutti rubano e sono tutti uguali”. Invece, fare una campagna per denunciare la Cassa Integrazione illecita o le mancate dichiarazioni dei redditi, o l’ evasione e l’elusione fiscale o l’abusivismo, o l’esosità di certi compensi garantiti dallo Stato,  vai contro un principio sacro del popolo italiano: fregare lo Stato è un atto di furbizia e la furbizia è un valore assoluto. Del resto, il “governatore” della Lombardia ha spiegato –  e senza vergognarsi mentre lo diceva –  che era di moda portare i soldi in Svizzera: e che diamine, cosa state lì a guardare !

D’altronde, come è stato scritto, gran parte degli italiani pensano che lo Stato sia un formaggio: e quindi tantissimi italiani si sentono – non in diritto, ma in dovere – di fare i topi. Per questo, i governi, che hanno a cuore il popolo, da tanto tempo pensano a rifornire gli italiani del formaggio, comprandolo a debito. Se poi c’è la disgrazia del covid-19, il governo è più che giustificato a fare 100 miliardi di debiti in più: in questa epoca, tutti hanno bisogno di formaggio. Nessuno deve rimanere indietro e quelli che sono avanti devono mantenere il vantaggio: qualcuno deve farsi  una scorta anche per i tempi senza formaggio.

“La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi” “Buona notte, e buona fortuna”

Luigi Corbani

 

(questo articolo è stato ripreso dal blog il migliorista.eu con il consenso dell’amministratore)

 

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