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Solo Riformisti

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Il modello Caserta

Nostra intervista al Dott. Traettino, presidente di Confindustria Caserta. La provincia  vanta la presenza di importanti infrastrutture quali, ad esempio, l’Interporto Sud Europa.  Il territorio è ricco di opportunità. E' ora necessario realizzare le opere che ci consentano  di raggiungere il livello di infrastrutturazione, materiale e immateriale, delle altre regioni italiane ed europee. 

17 Agosto 2020 da Luciano Pallini Lascia un commento

Prosegue la nostra inchiesta  dedicata ai territori dell’innovazione con interviste ad esponenti  di alcune realtà economiche  significative del Paese : dopo Pavia,   ecco  la realtà di Caserta con l’intervista a Luigi Traettino, imprenditore e  Presidente di Confindustria Caserta.

Come si poteva definire lo stato dell’economia della provincia prima della tragedia del coronavirus? Si contavano già crisi aziendali, anche di multinazionali?  E quanto forte è stato l’impatto del lockdown?

“Purtroppo le situazioni di criticità esistevano anche prima dell’avvento del Coronavirus, con alcuni settori, quali ad esempio l’automotive, le tlc, che stavano vivendo significative difficoltà. L’impatto del lockdown, poi, è stato drammatico per quelle piccole e medie imprese che hanno subito improvvisamente il blocco degli ordini e delle commesse. In particolare, alcuni ambiti quali turismo, accoglienza, automotive e, nella prima fase, edilizia, hanno pagato il prezzo più caro”.

Il primo impatto sulle aziende è stata la scomparsa della liquidità.  Come si stanno comportando le banche?  E quanto efficace è stato l’intervento dello stato e della regione sia per dare ossigeno alle imprese che per tutelare i lavoratori?

“Solo alcuni istituti di credito hanno fornito una risposta apprezzabile. Va precisato, poi, che il Decreto Liquidità era e rimane un decreto garanzie, caratterizzato da una forte complessità delle procedure e delle normative nazionali. Tale complessità si è ribaltata anche sui lavoratori: basti pensare ai ritardi nell’erogazione della cassa integrazione che ha costretto molte aziende ad anticipare le somme ai dipendenti. La Regione Campania ha agito in maniera tempestiva, pure con interventi finanziari immediati, prestando ascolto anche alle istanze provenienti dal mondo produttivo ed economico del territorio”.

Quale è il Suo giudizio sui contenuti del c.d. Decreto Semplificazioni: il lavoro delle imprese ne risulta semplificato o siamo ancora al di sotto di quello snellimento che servirebbe?

È importante che il Governo abbia preso coscienza della necessità di semplificare gli adempimenti e le procedure per chi investe capitali privati. Il Decreto Semplificazioni rappresenta il primo passo che va in questa direzione, anche se non esaurisce la portata del problema. Ora ci aspettiamo provvedimenti concreti che sblocchino le opere e le Zone Economiche Speciali (ZES), che costituiscono una reale prospettiva di sviluppo, specie per il Mezzogiorno. Attendiamo la conversione in legge, sperando che vengano apportate le modifiche che rendano concrete le istanze avanzate”.

Ci aspettano cambiamenti radicali nella organizzazione del lavoro per non dire nella stessa configurazione di impresa: dalla diffusione dello smart working all’impiego sempre più ampio della robotica e delle risorse dell’intelligenza artificiale: in una realtà segnata da una qualificata presenza di imprese high tech quali segnali vi sono e quali le prospettive su occupazione e competenze richieste?

“L’emergenza Covid ha accelerato un processo che era già in atto e che probabilmente si sarebbe compiuto in non meno di 10 anni. L’accesso alla rete è un diritto che va universalmente garantito e le competenze per la gestione della dimensione digitale devono essere accessibili a tutti”.

Caserta è una provincia “giovane”: Università e scuole offrono un livello di formazione adeguata alle esigenze delle imprese ed i giovani trovano opportunità di impiego ed autoimpiego nel territorio o devono prendere la strada dell’emigrazione nelle regioni a nord od all’estero?

“La nostra provincia è tra le più giovani d’Italia in termini di età media. Ciò determina un’importante disponibilità di risorse umane, che vanno adeguatamente formate e indirizzate al mondo del lavoro. Il territorio, naturalmente, non può assorbire tutta la forza lavoro prodotta in loco ed è quindi normale che alcune professionalità si affermino anche in altri territori. Questo non è sempre da considerarsi come un lato negativo o come un impoverimento delle nostre terre in quanto testimonia come il nostro sistema di formazione, a tutti i livelli, riesca a produrre risorse umane qualificate e a coltivare talenti. In ogni caso credo che, per favorire investimenti sul territorio e far crescere la cultura dell’imprenditorialità, occorra riprodurre l’esperimento già condotto con successo a Napoli attraverso l’istituzione delle academy digitali o gli Innovation  Hub. Mi auguro che l’Università “Vanvitelli” possa decidere di raccogliere la sfida, di concerto con le imprese del territorio”.

Rispetto al commercio internazionale, quali segnali vengono dai diversi mercati di sbocco per i diversi prodotti? E sulle filiere delle forniture? Si potranno registrare casi consistenti di reshoring?

“Negli ultimi anni la provincia di Caserta sta dimostrando una grande capacità nel campo dell’export di prodotti agroalimentari. L’export è anche favorito da un grande sviluppo della logistica, che consente ai prodotti di viaggiare molto più velocemente. Non dimentichiamo che il nostro territorio vanta la presenza di importanti infrastrutture quali, ad esempio, l’Interporto Sud Europa, il più grande del Mezzogiorno e tra i più grandi d’Italia. Rispetto al reshoring, penso che la misura immaginata dal Governo nel Decreto Agosto e che prevede la riduzione del cuneo fiscale alle aziende del Meridione vada nella giusta direzione”.

Lei ha parlato di un “Modello Caserta”, un modo virtuoso di fare impresa e di creare sviluppo in una terra difficile ma meravigliosa e ricca di opportunità”. Quali sono gli impegni del sistema delle imprese e quale rapporto con le istituzioni per affrontare le principali criticità del contesto, dalla incidenza dell’economia criminale al degrado Terra dei fuochi, dalla presenza di immigrazione clandestina fino alla diffusione dell’abusivismo edilizio, in particolare sul litorale?

“Negli ultimi anni il nostro sistema imprenditoriale è stato molto attento alle questioni ambientali e, in molti casi, abbiamo anticipato le linee guida promosse dall’Unione Europea. L’impatto della criminalità organizzata sull’economia è stato molto ridimensionato grazie alle battaglie condotte con successo negli ultimi anni dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, così come la questione della Terra dei Fuochi, che comunque riguarda in primo luogo province a noi vicine, si sta affrontando con un’attenzione particolare alla bonifica del territorio, a partire dall’area dei Regi Lagni. La Regione Campania, poi, ha accelerato sul grande progetto di riqualificazione del Litorale Domizio-Flegreo, il cosiddetto Masterplan, nel quale crediamo molto”.

Per sostenere lo sforzo delle aziende per la ripresa dell’economia, quali sono i principali interventi e misure per una nuova fase di sviluppo, dalle infrastrutture all’Università e scuola alla sanità da avanzare al Governo nazionale ed alla Regione, anche con l’utilizzo delle risorse dell’Unione europea?

“In primo luogo è necessario realizzare le opere che consentano a questo territorio di raggiungere il livello di infrastrutturazione, materiale e immateriale, delle altre regioni italiane ed europee. Va potenziata la banda larga, così come i sistemi di trasporti su ferro e su gomma ma anche i porti e gli aeroporti. Inoltre, un altro intervento irrinunciabile deve avvenire per rafforzare il sistema dell’istruzione, sia in termini di edilizia scolastica e di sicurezza che di potenziamento degli organici. L’emergenza Covid, poi, deve essere anche l’occasione per riequilibrare la ripartizione dei fondi nazionali in materia di sanità. Attualmente, infatti, la Campania appare molto penalizzata. Infine, lancio una proposta: perché non utilizzare una parte dei fondi Ue in arrivo per ultimare finalmente il Policlinico di Caserta?”.

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Info Luciano Pallini

Laureato in Economia e commercio all’università di Firenze con il massimo dei voti e la lode, Luciano Pallini è stato dal 1970 al 1975 responsabile dell’Ufficio studi del Comune di Pistoia. Qui, dal 1975 al 1988, ha ricoperto diverse cariche elettive. Già componente del consiglio di amministrazione dell’Irpet e della S.a.t. “Galileo Galilei” di Pisa, svolge da trent'anni attività di consulenza alle imprese e di ricerca economica. Attualmente svolge attività di coordinamento del Centro studi Ance Toscana e del Centro studi della Fondazione Filippo Turati. Presiede inoltre l’associazione E.s.t. (Economia società territorio) con la quale realizza progetti di sviluppo basati sulle risorse locali, in particolare i beni culturali.

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