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Abbiamo il gas ma non lo estraiamo per tutelare l’ambiente. E grazie alle scelte del governo Conte-Salvini spendiamo, per gli approvvigionamenti dall’estero, almeno tre volte tanto.

Il costo della demagogia

Abbiamo il gas ma non lo estraiamo per tutelare l’ambiente. E grazie alle scelte del governo Conte-Salvini spendiamo, per gli approvvigionamenti dall’estero, almeno tre volte tanto.

31 Dicembre 2021 da Paolo Marangoni Lascia un commento

Il prezzo del gas sta aumentando in modo significativo e non si vedono, almeno a breve, possibilità di un’ inversione di tendenza. La fotografia della situazione è stata fatta dal Sole24Ore in un articolo del 29 dicembre. I dati sono impietosi. Il fabbisogno annuo dell’Italia è pari a 70 miliardi di metri cubi a fronte di una produzione nazionale di poco superiore ai 4. Per contenere gli aumenti servirebbe raddoppiare questa quota portandola ad almeno 8 miliardi. L’impresa sarebbe impossibile se il gas non ci fosse ma invece non è così. Stando sempre a quanto riporta il Sole24Ore, l’ENI da oltre 10 anni ha individuato due giacimenti, uno nell’alto Adriatico di 40 miliardi di metri cubi e uno nel canale di Sicilia di 10 miliardi. Altri giacimenti minori sono stati individuati nel medio Adriatico e ancora nel canale di Sicilia ma non sono stati indagati. Tutto è fermo, o quasi, sul fronte dell’estrazione e su quello dell’attività esplorativa in virtù di una legislazione, voluta dal governo Conte I, che di fatto ha bloccato l’intero comparto. Si ricorderà a questo proposito anche la lotta a spada tratta che il governatore Emiliano fece a suo tempo contro il TAP, una battaglia che fortunatamente Emiliano perse. Fra l’altro, come scrive Il Sole24Ore, “Estrarre gas avrebbe un costo nettamente inferiore rispetto alle importazioni: 20-30 centesimi a metro cubo contro 1,1 euro dell’import toccati in questi giorni. Ma la soluzione dell’approvvigionamento del gas deve passare anche attraverso un equilibrata gestione degli stoccaggi a livello europeo, come del resto auspicato anche dal premier Draghi.”

Sono in atto alcuni tentativi per cambiare le cose ma le resistenze, imposte dalla tanta demagogia imperante, sono comunque forti. Staremo a vedere. La riflessione, comunque, che crediamo sia utile fare è quella della necessità di abituarsi a valutare il costo sociale della demagogia. Nessuno, e noi meno che mai, intende negare l’importanza di tante battaglie a difesa dell’ambiente ma bisogna iniziare a dire, e a far capire, che le battaglie non possono essere valutate in modo avulso dal contesto. La loro utilità va vista in relazione alle loro conseguenze in altri campi e settori. Valutando i pro e i contro si tratta insomma di vedere da che parte pende il piatto della bilancia.

Nel caso di specie meglio stare al freddo e avere l’economia strozzata dai costi dell’energia o proseguire le trivellazioni in mare con tutte le precauzioni del caso?

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Archiviato in:Politica

Info Paolo Marangoni

Nato a Rona nel 1975, insegna nelle scuole superiori. Ha la passione della storia e della politica. Vanta una discreta esperienza di amministratore locale. Non sopporta i sovranisti e gli euroscettici.

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