• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli

Draghi e la comunicazione politica

Il governo Draghi sta cambiando molto la comunicazione politica alla quale eravamo abituati. I fatti hanno la prevalenza sulle parole. I talk show politici saranno costretti a ridimensionarsi.

15 Marzo 2021 da Valentino Baldacci Lascia un commento

Il primo discorso pubblico di Mario Draghi come Presidente del Consiglio non è stato accolto con grande entusiasmo dai professionisti della comunicazione e in particolare dai giornalisti. Non che ci fosse l’aspettativa di un intervento dai toni enfatici a cui la comunicazione politica ci ha da tempo abituati e nemmeno che il capo del Governo si lasciasse andare a dichiarazioni particolarmente impegnative sul percorso di fuoriuscita dalla pandemia; tuttavia c’era l’attesa per un discorso di taglio persuasivo, qualunque fosse la forma che questo intento di persuasione potesse assumere. Proprio sotto questo profilo l’attesa è andata delusa: le osservazioni critiche sul discorso di Draghi hanno soprattutto messo in rilievo la sua rigidità, addirittura la sua legnosità; ma in realtà questa è stata la firma più soft per dire che da Draghi ci si aspettava qualcosa che ci persuadesse, naturalmente nel senso delle attese generali di una via verso la fine della pandemia.
Quello che molto professionisti della comunicazione sembrano non aver capito è che, a questo punto, dopo un anno dall’inizio della pandemia e con un nuovo trend al rialzo dei contagi, l’unico discorso persuasivo è quello dei numeri e che questo linguaggio non può essere sostituito da nessun altro, anche se ben argomentato. I più accorti tra i commentatori hanno perciò lasciato da parte ogni considerazione sulla forma del discorso di Draghi sottolineando invece l’attendibilità di quanto detto dal presidente del Consiglio rispetto alle molte promesse del passato rimaste senza seguito.
Più in generale il discorso di Draghi ha fatto venire al pettine i nodi legati a una ormai lunga consuetudine alla contaminazione dei generi, in questo caso dei generi comunicativi. La parola contaminazione, che a lungo ha avuto un significato negativo, ha col tempo rovesciato il suo senso, diventando segno di una positiva rottura dei confini che dividevano i generi espressivi. Non c’è dubbio che la contaminazione dei generi qualche risultato positivo l’ha dato, sollecitando una maggiore creatività e una maggiore flessibilità del linguaggio. Al tempo stesso ha però introdotto molta confusione, facendo venir meno alcune distinzioni che permettevano di comprendere fino a che punto un discorso politico si richiamasse a contenuti reali e fino a che punto fosse solo puro esercizio di persuasione, del tutto separato dai contenuti che apparentemente venivano proposti.
La spia di questa crescente confusione è stata data dal progressivo imporsi dei talk show televisivi come forma primaria di comunicazione politica, una mutazione genetica del discorso politico che ha trovato in Italia la sua terra di elezione. Nel talk show il contenuto politico solo apparentemente è ancora al centro della comunicazione. In realtà la forma, anzi il “format”, indica allo spettatore l’atteggiamento che deve assumere nei confronti di questo tipo di comunicazione.
È possibile che, col tempo e con l’effettiva realizzazione di un piano vaccinale efficace, i futuri interventi pubblici di Draghi assumano un più preciso taglio persuasivo. Anche il linguaggio scientifico può essere persuasivo, anzi può esserlo al massimo grado, se si appoggia a dati di fatto verificabili e non a previsioni di un futuro per sua natura incerto. Quello che si può fin d’ora escludere è che, anche nel futuro, Draghi sia disponibile a quella contaminazione di generi a cui si accennava, e di farsi coinvolgere nel palcoscenico di un talk show.

(Questo articolo è ripreso, con il consenso dell’autore, dal settimanale “Pagine Ebraiche 24” dell’11/03/2021)

 

 

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Redazionale

Info Valentino Baldacci

Post precedente: « Italia, paese dell’odio?
Post successivo: Siamo tutti sanvincenzini »

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Iscrizione alla newsletter SoloRiformisti

Inserendo i propri dati sarà possibile ricevere la nostra newsletter nella propria casella di posta elettronica.

Bastian contrario

La prima uscita

27 Febbraio 2023 | Il Bastian Contrario

Elly Schlein: “ La pace in Ucraina non si fa con le armi. Sosteniamo l’accoglienza, sbagliato aumentare le spese militari”.

Non c’è che dire.

La ragazza ci darà delle soddisfazioni.

Everything everywhere all at once

27 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

Il paradosso ecologico della guerra

13 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

La trappola di Tucidide

24 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Per un pugno di PIL

13 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Salvi per un PIL

30 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Goodbye 2022 non ci mancherai

18 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Per chi suona la campanella

16 Dicembre 2022 | Il tocco di Alviero

Crisi continua

26 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento Libera nos a malo (2 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento libera nos a malo (1 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • RC su L’Italia e il fantasma della Nazione
  • Elisabetta Briano su Il sogno Schlein
  • Elisabetta Briano su Le due paci possibili
  • Sergio Giusti su La riforma fiscale della Meloni
  • daniela su Autonomia è responsabilità
  • Roberto su Ucraina: prima della “battaglia finale”
  • Ennio su Il sogno Schlein
  • MARCO POGGI su Ha vinto la Schlein. E allora?
  • Marco Mayer su Ha vinto la Schlein. E allora?
  • Manuela Carpinelli su Lettera aperta di una preside fiorentina
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it