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Solo Riformisti

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Come ripartire, la GDO

Nostra intervista a Ugo Baldi, AD di Conad Nord Ovest. La politica è troppo vincolata a scelte di breve periodo. Serve una regia unica nazionale. Nella Fase 2 dobbiamo tornare al lavoro in sicurezza e nella Fase 3 rilanciare l’economia, anche con soluzioni nuove e diverse.

27 Aprile 2020 da Redazione Solo Riformisti Lascia un commento

La crisi Covid e il post pandemia visto dall’osservatorio di un imprenditore che ha continuato a garantire uno dei servizi essenziali, come quello dell’approvvigionamento alimentare. Conad Nord Ovest raggruppa 570 supermercati e superstore in Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Sardegna, Lazio, Emilia, Mantova e Toscana. 17 mila addetti e 4 miliardi annui di fatturato. Con Ugo Baldi abbiamo toccato tutti i temi legati alla pandemia, come sono cambiate le abitudini dei consumatori durante la crisi, quali le scelte imprenditoriali di una grande catena di supermercati e soprattutto quali scelte che si renderanno necessarie.

 Dal tuo osservatorio di Conad del Nord ovest, come percepisci la crisi che è precipitata con la pandemia? Le strutture di vendita registrano cali delle vendite? Ci sono mutamenti nei comportamenti d’acquisto dei clienti?

 L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta già oggi producendo i primi effetti di una crisi economica che ci accompagnerà anche nel prossimo futuro.

Conad Nord Ovest ed i suoi Soci Imprenditori stanno lavorando duramente per garantire un attento livello di servizio.

Tutta la Gdo ha fatto un lavoro importante offrendo adeguate risposte.

Abbiamo riscontrato cambiamenti significativi nei consumi e nei comportamenti dei nostri clienti.

L’importo dello scontrino medio si è alzato moltissimo (112%) mentre il numero di quelli emessi è diminuito (50%). Si va meno al supermercato, si privilegiano i beni di natura essenziale, le materie prime, ed i prodotti legati alla prevenzione e l’igienizzazione.

Nei reparti freschissimi (es. pesce, pane, gastronomia..) stiamo assistendo a trend negativi, conseguenza diretta di una spesa concentrata, non quotidiana.

Se prima dell’emergenza ci si indirizzava nel fine settimana (1/3 delle vendite), adesso il flusso dei clienti è diventato costante in ogni giorno della settimana.

Sono mutati opportunamente i comportamenti di clienti e del personale: massima attenzione all’utilizzo degli strumenti di prevenzione come gel, mascherine e guanti.

Abbiamo però riscontrato non poche problematicità nello stare al passo con le diverse richieste delle Regioni e dei Comuni.

La quarantena ha privilegiato la spesa più vicino a casa, ed in particolare i punti di vendita di prossimità e l’impiego dei servizi online (click&collect, ordini e consegna a domicilio).

Durante la prima fase dell’emergenza abbiamo assistito ad un aumento del 50%-60% delle vendite nei negozi di prossimità, mentre nei grandi supermercati, in particolare quelli meno vicini alle aree urbane, abbiamo registrato diminuzioni fino  al 30%-40%.

Infine una nota: i clienti hanno dimostrato in questa fase pazienza e grande senso responsabilità.

 Che politiche avete attivato sui prezzi e sulla gamma di prodotti offerti?

Abbiamo rafforzato i nostri fondamentali in termini di offerta distintiva.

Abbiamo posto massima attenzione nel controllare l’andamento dei prezzi.

Siamo inoltre intervenuti in modo forte attraverso la nostra iniziativa Bassi e Fissi: siamo arrivati ad offrire un paniere di circa 1000 prodotti bloccandone i prezzi fino al 31 Agosto.

Abbiamo esteso le categorie a più alta vendita, cercando di rispondere al meglio ad incrementi a due cifre dei volumi, ed introducendo talvolta nuovi fornitori e nuovi formati.

Ci sono difficoltà di approvvigionamento? E come operate per sostenere la filiera agroalimentare toscana e nazionale?

 Durante questa prima intensa fase dell’emergenza sanitaria abbiamo riscontrato delle fisiologiche difficoltà nell’approvvigionamento di alcune merceologie, dovute essenzialmente all’ aumento vertiginoso della domanda su alcuni prodotti: farina, lievito, zucchero, pasta, carta igienica, conserve di pomodori e suoi derivati, alcol, candeggina ed igienizzanti  in generale. Per alcuni prodotti, come il pomodoro ed i suoi derivati, avremo forti difficoltà di approvvigionamento da qui fino ai primi di giugno.

Lato mascherine, guanti, gel igienizzanti abbiamo avuto nelle primissime fasi qualche difficoltà; già nelle ultime settimane siamo arrivati a regime, con disponibilità soddisfacenti dei prodotti

Per quanto concerne la filiera agroalimentare il rapporto verso la comunità e le produzioni locali è un tema da sempre al centro dei nostri valori e delle nostre politiche distintive. Siamo stati noi la prima organizzazione a portare “i territori” nei supermercati. Continueremo a farlo in questo momento, rafforzando e sostenendo i progetti ed i percorsi di crescita e sviluppo.

Il lavoro di filiera, la sua efficienza produttiva, la certificazione dei processi, la qualità e la professionalità degli attori sarà determinante, per rispondere alle cresciute aspettative dei clienti in termini di salubrità e sicurezza alimentare.

Abbiamo espresso a tutti i piccoli produttori la nostra volontà a sostenerli; abbiamo rinnovato il nostro impegno qualora si trovassero in difficoltà.

Ritieni sufficienti le misure adottate dal governo per sostenere chi ha perso le sue fonti di entrata e le imprese che hanno dovuto sopportare una prolungata chiusura che ancora non è finita?

 Dobbiamo saper reagire con forza, velocità e liquidità a questo momento complesso per il nostro Paese. L’Italia oggi avrebbe bisogno di un’unica regia nazionale, capace di indirizzare e guidare la ripresa economica e sostenere le imprese.

Obiettivo è un rilancio del Paese in tempi brevi.  A mio parere siamo in ritardo su alcune scelte. Immettere al più presto opportuna liquidità, per le imprese e per i cittadini, è oggi è un fondamentale nell’agenda delle priorità. Dobbiamo sfruttare al meglio la fase 2 per recuperare e permettere all’Italia di tornare velocemente al lavoro; il rischio è che una soluzione eccessivamente prudente danneggi ancor più profondamente il tessuto economico e sociale.

Dobbiamo programmare velocemente la fase tre: riaccendere il motore del Paese rappresenta il primo antidoto alla crisi economica.  Un percorso di “riaperture”, che consenta di tenere sotto controllo il maggior numero di indicatori e dare sostegno alle filiere, mettendo in atto dunque tutte le azioni e le politiche alla difesa del territorio e dei cittadini.

La vita delle famiglie è cambiata, oggi stanno affrontando nuove complessità nel loro vissuto quotidiano. In tale ottica l’incertezza sul mondo della scuola non sta aiutando.

Le decisioni da prendere in merito alla ripresa delle attività scolastiche sono fondamentali per l’equilibrio dei giovani, delle famiglie, e per l’equilibrio del paese: non si possono riaprire le fabbriche, l’attività economica senza la ripresa delle scuole.

La politica si sta dimostrando troppo vincolata da scelte di breve periodo rispetto ad azioni volte ad avere un’unità valoriale del Paese. Occorre unità nella ripresa, far sentire tutte le parti corresponsabili delle scelte. Dobbiamo incentivare lo spirito di responsabilità, essere agili nelle decisioni e nella messa in sicurezza del Paese.  Auspico dunque che questa attesa elettorale venga messa da parte per dare più forza alla ricostruzione di opportunità e futuro.

Necessitiamo di una visione che orienti l’operato economico e sociale.  Una guida capace di comprendere che per uscire da una crisi che diventerà profonda, con un PIL in forte calo, bisogna porsi obiettivi di medio periodo per un rapido ritorno agli indicatori pre-crisi.

A mio avviso dobbiamo considerare l’Europa come un elemento determinante per uscire dalla crisi.

In modo particolare per noi, in situazione ancora più critica per deficit t di bilancio oltre il 150 %.

Le risorse messe a disposizione dall’Europa devono consentirci scelte che ci aiutino non solo a superare la crisi. Ad esempio, ripensare a quota 100, combattere l’evasione fiscale,

rilanciare il nostro paese con una forte politica di investimenti in infrastrutture e  per colmare il gap in termini di sviluppo tecnologico.

La riunione dello scorso giovedì è stata molto importante; ha dato risposte opportune ed adeguate e decisive alla crisi che stiamo vivendo.

Ci fanno comprendere che solo con la forza dell’unità si può costruire un futuro del quale essere orgogliosi. L’auspico è che le decisioni in corso rappresentino le prime basi per andare oltre una politica monetaria. Sogno un’Europa molto più integrata di oggi. Portare a sintesi l’unitarietà nei temi della giustizia, della salute, del fisco. Un sogno, …un compito arduo alla portata probabilmente di un’Europa più piccola, ma più unita.

Dovremmo rinnovare nei cittadini quel sogno di Stati Uniti d’Europa, che in parte è stato  perso.  E’ un compito arduo ma questa crisi potrebbe rappresentare un’opportunità per realizzarlo.

Ritrovare dunque, in questa unità di intenti, la capacità di sostenere e scaricare a terra le migliori politiche ed offrire soluzioni lungimiranti.

Il paese appare preda di un profondo smarrimento e paura: pensi che l’Italia ce la farà?

 Sono sempre ottimista, perché non riuscirei a svolgere un’attività imprenditoriale senza esserlo.

Abbiamo un nuovo paradigma davanti a noi. Dobbiamo, insieme, imparare “a muoversi al meglio” in questa nuova normalità, probabilmente ricercando nuovi equilibri.

Alcune misure di sicurezza che fino ad oggi abbiamo rubricato come emergenziali diventeranno un nuovo standard.

La diminuzione dei casi di contagio e l’arrivo del vaccino probabilmente consentirà di ritrovare in ciascuno di noi la serenità per affrontare al meglio le sfide che ci attendono.

Noi, con i nostri Soci, ed in piena coerenza al nostro slogan “Persone oltre le cose”, vogliamo fare la nostra parte, con spirito di servizio e responsabilità

 

 

 

 

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