Tutto il fronte antigovernativo è decisissimo a spingere lo scontro fino a capriole politiche decisive. E l’ex premier Ehud Olmert, uno dei più aggressivi fomentatori dello scontro, sostiene che Israele si stia avviando verso «una guerra civile».
La guerra a Israele si combatte anche a parole
Quando si grida nelle piazze «From the river to the sea Palestine will be free», non si stanno chiedendo «due Stati per due popoli», ma si aggredisce l’esistenza Israele.
Il vizio antisemita dell’esperta (italiana) dell’ONU
È triste, proprio nel giorno della memoria della Shoah, che l’Università Ca’ Foscari di Venezia pubblicizzi, con foto civettuola e compiacimento mediatico, un incontro con la «special rapporteur on the occupied palestinian territories» Francesca Albanese.
La guerra travestita da pacifismo
La pace della Cina è una «guerra di posizione», che si svolge all’insegna della parola più abusata del nostro tempo. Una pace in guerra. Un modo di mandare in confusione il mondo occidentale.
Alle radici dell’antisemitismo
Questo gigantesco trend antisemita ha invaso la società contemporanea, in quella woke americana gli ebrei ormai sono, con ogni altro ”oppressore”,“suprematisti bianchi”.
Israele, l’ira dei 100mila
La nuova legge sulla giustizia voluta da Netanyahu politicizza la Corte: 11 membri con 3 giudici, sette della maggioranza, uno dell’opposizione.
La forza delle donne iraniane
Nell’afflato originale dell’Islam c’è l’eguaglianza fra gli esseri umani. Invece in molte situazioni le gerarchie religiose e statali hanno usato i testi islamici per imporre comportamenti e restrizioni legali che negano l’eguaglianza.
Uno sporco gioco contro l’Occidente
La verità è che il mare di denaro ricevuto dal Qatar fa parte di una marea fetida di corruzione che contribuisce a promuovere un grande giuoco strategico, dannoso per tutti, nemico dell’Occidente.
Le atrocità degli ayatollah
Il mondo scoprire solo ora le atrocità degli ayatollah. Il regime, con le sue Guardie della Rivoluzione, non cederà mai alla richiesta di deviare dal suo scopo finale. Quello che può cambiare le cose all’interno dell’Iran è solo un mutamento della scena internazionale.
L’elezione di Netanyahu
Dopo le elezioni Israeliane i grandi giornali del mondo sono entrati in una specie di lutto corale, dichiarando la morte della democrazia dello Stato d’Israele e prevedendone una svolta autoritaria. Ma non è così.
Per un femminismo conservatore
Oggi quando si nega alla Meloni la sua caratteristica di donna fra le donne perché è di destra, si ribadisce il pregiudizio che non possa esistere un femminismo “liberal conservative” che invece ha espresso tante leader politiche, tanti libri.
Iran, il Paese si ribella
Il segno femminile della rivolta è trascinante e meraviglioso, è una sfida così grande alla cultura dell’Iran degli ayatollah da costituire di per sé una spinta mai vista.
Donne al potere
Giorgia Meloni è in queste ore il candidato destinato a diventare il primo Ministro di un grande Paese che non vuole essere secondo a nessuno nell’Unione Europea.