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Solo Riformisti

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Vaccini, serve più pragmatismo

C'è una differenza fondamentale tra i paesi dell'Unione europea, da un lato, e gli Stati Uniti, Israele e, in una certa misura, il Regno Unito, dall'altro. I primi, a fronte dell'emergenza, mantengono un approccio formale, gli altri guardano al concreto. E i risultati si vedono. Dal Corriere di sabato 6 marzo, un estratto dell'articolo del nostro collaboratore Fabio Colasanti.

15 Marzo 2021 da Fabio Colasanti Lascia un commento

Non credo che ci sia alcun dubbio che l’Unione europea oggi, inizio marzo, sia chiaramente indietro rispetto a Stati Uniti, Gran Bretagna e, soprattutto, Israele nella sua campagna di vaccinazione anti-Covid. Ma questo non è dovuto a responsabilità specifiche della Commissione europea. Questo è in piccola parte dovuto al fatto che prendere decisioni tra 27 paesi è inevitabilmente più complesso che prenderle in uno solo. Ma la spiegazione principale va cercata in C’è, nella maniera di concepire i rapporti tra stato e imprese per raggiungere degli obiettivi eccezionali di interesse comune.

Si tratta di una differenza tra pragmatismo, accompagnato da una certa fiducia nella pubblica amministrazione che rende possibile concederle una forte discrezionalità, e un approccio giuridico, basato spesso sulla necessità di limitare il più possibile la discrezionalità della pubblica amministrazione. Nel riuscire a ottenere vaccini anti-Covid rapidamente i paesi “pragmatici” (i tre che ho citato) si sono rivelati più efficaci dei paesi con un approccio giuridico (la quasi totalità dei paesi dell’Unione europea).

……………..

Per i vaccini gli Stati Uniti partivano già avvantaggiati per il lavoro fatto da alcuni anni attraverso la Barda (Biomedical Advanced Research and Development Authority). Ma in più, all’inizio del 2020, hanno creato un’organizzazione ad hoc chiamata Warp Speed a capo della quale hanno messo il generale responsabile della logistica dell’esercito americano e un ricercatore di alto livello, Moncef Slaoui, nato in Marocco, cittadino belga e ora anche cittadino americano visto che lavora in quel paese da una ventina di anni. Hanno anche affidato alla Warp Speed dieci miliardi di dollari.

L’organizzazione ha cominciato a lavorare con le ditte produttrici di vaccini senza badare a spese. Le ha aiutate in tutti i campi dove queste potevano avere difficoltà. Ha, per esempio, creato una struttura per cercare, gestire e inoculare le molte decine di migliaia di volontari necessari per i trials. La Warp Speed ha poi discusso con le ditte i loro accordi con altre che potessero aiutarle nella produzione di vaccini e nel loro infialamento. È di oggi la notizia che Warp Speed ha appena dato un aiuto di un miliardo di dollari alla J&J per aiutarla nell’espandere la produzione del suo vaccino e 270 milioni  di dollari per facilitare l’accordo in questo senso tra la J&J e la Merck. Pfizer e Moderna avrebbero ricevuto circa due miliardi di dollari ciascuna per i primi 100 milioni di dosi.

………….

I paesi “pragmatici” hanno anche sollevato le ditte produttrici da ogni responsabilità per gli effetti collaterali che i vaccini avrebbero potuto avere visto che dovevano metterli sul mercato senza poter fare tutti i controlli che sono fatti di solito. L’Unione europea ha rifiutato di prendere una decisione simile e, almeno nel caso dell’AstraZeneca, ha solo accettato di rimborsare alla ditta le somme che fosse eventualmente condannata a pagare dai tribunali.

………

Tutti gli esperti ci avevano messi in guardia per mesi sulle enormi difficoltà dello sviluppo e della produzione di nuovi vaccini. Forse le autorità europee avrebbero dovuto avere una comunicazione più prudente. Ma nonostante le difficoltà di produzione di AstraZeneca, i risultati che sono stati ottenuti dall’insieme dei paesi industrializzati (ad ogni vaccino hanno collaborato laboratori e industrie di tanti paesi diversi) sono spettacolari.

……….

La Commissione europea ha proposto la creazione di un’agenzia, la Hera, che faccia un pò il lavoro che fa la Barda negli Stati Uniti. Ma ho paura che fintanto che permarranno le differenze di approccio che ho caratterizzato come differenze fra “pragmatici” e “giuridici” noi non saremo in grado di far fronte efficacemente a nuove grosse sfide come potranno farlo l’altro gruppo di paesi o la Cina.

 

 

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Info Fabio Colasanti

Fabio Colasanti è un economista che ha lavorato per molti anni alla Commissione europea. Si è laureato in economia a Roma con il professore Federico Caffè e con Ezio Tarantelli. Ha lavorato per una ventina d'anni nella direzione generale per gli affari economici e finanziari dove ha lavorato sul Sistema monetario europeo, è stato coordinatore delle previsioni economiche della Commissione europea e poi responsabile della redazione dei documenti di analisi economica (rapporti annuali e raccomandazioni di politica economica).

Nel 1996 è diventato direttore alla direzione generale per il bilancio. Successivamente ha diretto la direzione generale per le imprese e poi quella responsabile per le telecomunicazioni, lo sviluppo delle politiche digitali ed il finanziamento della ricerca in questi campi.

Nel 2010 ha fatto parte di un gruppo internazionale incaricato di formulare raccomandazioni per il futuro dell'ICANN e per il suo ruolo nell'assegnazione degli indirizzi internet e dei nomi di dominio.

Dall'aprile 2010 a marzo 2016 è stato presidente dello International Institute of Communications (Londra, UK). Dal 2014 al 2020 è stato membro del Consiglio di amministrazione di Rai Way (società quotata in borsa). Dal 2011 è uno degli organizzatori del seminario di Villa Vigoni sull'euro.

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