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grillini

Tribunale del popolo, prove tecniche

50.000 grillini si sono sostituiti al Tribunale per giudicare il ministro Salvini. Fra l’altro senza nessun controllo esterno. E’ il primo esempio di Tribunale del Popolo.

22 Febbraio 2019 da Stefano Bargellini Lascia un commento

 

Narrano le cronache che il Ministro Salvini, dopo i primi giorni da sbruffone (“venite avanti se avete coraggio, processatemi, sono io che ho preso la decisione”), riflettuto a lungo da solo, o ricondotto da qualcuno a più miti consigli, sia arrivato alla conclusione di non dover essere processato affatto. A questo punto l’eroe solitario doveva contenere il proprio protagonismo ed accettare che il gesto incriminato fosse anche un po’ merito di altri, collegiale insomma. Pare però che la circostanza non risulti da nessun Consiglio dei Ministri e che, almeno secondo il ministro Bonafede, si sia perfezionata solo con un giro di telefonate (verba volant) tra tre persone (Salvini, Conte, Di Maio). Da processate solo me, a processate tutto il governo.

Poi la farsa del voto on line.

Credo che qualsiasi mente normale non politichese avrebbe proposto un quesito, più o meno così:

“Ritieni che il Senato debba autorizzare di sottoporre il Ministro Matteo Salvini alla giurisdizione ordinaria?” (SI/NO)

Troppo facile. Troppi rischi di chiarezza.

Allora si formula un primo quesito politichese e poi un secondo più ingarbugliato, eccolo:

“Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato ?
– Si, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere.
– No, non è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato, quindi deve essere approvata l’autorizzazione a procedere”.

Lasciamo perdere il SI per dire NO e il NO per dire SI, riflettiamo sul contenuto del quesito: in pratica si chiede al popolo grillino di entrare nel merito della vicenda giudiziaria!!! Se si trattasse solo (e non sarebbe  affatto poco) dell’abolizione delle ultime vestigia dell’immunità parlamentare allora il quesito avrebbe dovuto essere: autorizzi il processo oppure no? Nel primo caso sarebbe stato proprio compito del processo rispondere alla domanda posta ai votanti. C’è una bella differenza tra dire che anche i ministri dovrebbero rispondere come i normali cittadini all’autorità giudiziaria e affidare proprio il contenuto del processo a normali cittadini, tuoi seguaci tra l’altro. Voto poi contabilizzato senza controlli da una società privata che riceve lauti finanziamenti proprio da chi ha commissionato tutta l’operazione.

Una sorta di tribunale del popolo (grillino) che inquina il percorso indicato dall’art. 96 della Costituzione e che giudica non se autorizzare il processo, ma che fa il processo.

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Info Stefano Bargellini

Stefano Bargellini, anni sessantotto, si è laureato nel 1976, con il massimo dei voti e lode, alla facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Dopo un breve periodo di insegnamento, è stato dirigente amministrativo presso il comune di Pescia e funzionario in quello di Pistoia. E’ da alcuni anni in pensione, ma non ha mai smesso di studiare né di interessarsi ai problemi politici e sociali

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