Come poteva mancare, in piena campagna elettorale, la discussione sullo Stadio di Firenze?
Diciamo subito che, se si guarda alle esperienze all’estero la favola della impossibilità di ristrutturazione di uno Stadio dentro la città costruita non regge. Basta vedere, uno per tutti, lo stadio del Tottenham. Che erge, bellissimo, in mezzo a case e palazzi. Come non regge il lamento del “non si può portare” lo stadio fuori della città. E’ ridicolo: Campi, Sesto, Scandicci e così via sono la Firenze allargata.
E allora? Allora i veri problemi, in ordine di importanza, sono: la possibilità tecnica di una vera ristrutturazione del Franchi, l’utilizzo alternativo in caso di nuovo stadio ed infine i soldi. Chi paga?
Sul primo punto i vincoli posti dalla Sovrintendenza non sono poca cosa. I progetti presentati fanno uno sforzo immenso per adeguarsi ma la soluzione non sembra ancora esaltante. Sul secondo punto, a parte le solite parole vuote come centro di eventi culturali, struttura polifunzionale e così via, non si intravede una soluzione funzionale e sostenibile dal punto di vista finanziario per un Franchi non più usato dalla Fiorentina. C’è il rischio di fare un “monumento” del nulla destinato a incuria e abbandono. Sul terzo punto penso che i soldi si trovino. Mi sa che il tutto pubblico e tutto privato non regge. Ci sono mille strade intermedie che, se ben gestite fuori da ideologie e proclami, possono portare ad una soluzione adeguata.
E quindi? La mia scala di soluzioni è questa
- Se si può fare un “bel gioiello” in mezzo alla città continuerei con il Franchi. Approfondendo i progetti presentati e scalzando un po’ le rigidità della Sovrintendenza;
- Se la ristrutturazione seria non si può fare, opterei per lo stadio nuovo a Campi. O in altra area della Firenze allargata. E mi porrei fin da ora il problema dell’utilizzo alternativo del Franchi.
Per i soldi, abbandoniamo le guerre fra Comune e Società, e troviamo una equa soluzione. C’è ed è individuabile facilmente. Basta sedersi intorno ad un tavolo.
Infine, cosa importantissima, la Fiorentina deve poter giocare a Firenze i prossimi campionati, senza emigrare in altri campi. Si fanno le ristrutturazioni antisismiche con le famiglie in casa, figuratevi se non si possono ristrutturare gli stadi con la squadra che gioca. E buona fortuna a tutti!
Riccardp Catola
Caro Mauro, essendo che seguo la vicenda da anni e avendo anche dato vita a suo temo insieme ad alcuni colleghi al comitato Salviamo il Franchi contro il progetto talebano che voleva spianarlo, oggi mi sento di dire quanto segue:
1) il restauro così com’è stato presentato fa sghignazzare. È una ciofeca costosa e basta.
2) un nuovo stadio a Campi non starebbe in una Firenze allargata, bensì allagata. E per fortuna l’idea è stata dimenticata, altrimenti saremmo qui a contare ulteriori danni dell’alluvione scorsa.
3) Il Franchi va spianato. Non si può fare con le regole attuali, dunque serve una legge. Se il capoccia della Fiorentina Commisso fosse stato meno rozzo, la legge poteva essere messa in cantiere cinque anni fa. fin qui si è perso solo tempo..
3)’idea di conservare un monumento del genere non sta in piedi. Non è il Colosseo, né il David e neppure un Raffaello. Restaurarlo non vale la pena. La grandezza certa del suo progettista rimane nei disegni, calcoli, foto, filmati, libri.
4) Serve un stadio nuovo. sulle ceneri del vecchio. In mezzo alla città come ce ne sono tanti, ma senza le mattane immobiliariste speculative di mister Commisso. Niente ricatti. Vuole lo stadio nuovo? Se lo paghi. Altrimenti venda la Fiorentina e tanti saluti. A farlo ci pensera il nuovo proprietario.
4) I soldi pubblici destinati al restauro vadano ad altre necessità: in parte all’edilizia residenziale, in parte all’indispensabile revisione del progetto tranvia da interrare il più possibile, cominciando dalla linea don Minzoni-le cure-viale dei mille- stadio-rovezzano.