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Sanità: parole, solo parole

Servizi sanitari, liste di attesa, fondo sanitario. Ancora nessuna risposta dal Governo. La ministra Grillo si nota solo per la sua assenza.

5 Marzo 2019 da Caterina Bini Lascia un commento

Il governo del cambiamento, sulla sanità come su molti altri temi, non solo non cambia in termini di finanziamento (del Fondo sanitario in questo caso), ma si limita a confermare le risorse previste dal governo Gentiloni, lasciando irrisolta ogni altra questione urgente per la sanità. Procede utilizzando slogan e opere di distrazione di massa per spostare l’attenzione dai reali problemi dei cittadini.

L’aumento di un miliardo di euro del fondo sanitario nazionale nel 2019 (circa 67 milioni per la Toscana) – peraltro già previsto dal precedente governo – non è sufficiente a garantire i bisogni di salute dei cittadini.

Partiamo dal rinnovo del contratto che i medici attendono da anni. Solo il contratto ha un costo stimato di 800 milioni: come pensiamo di farvi fronte? Non ci sono risposte soddisfacenti neppure per quanto riguarda la copertura economica del contratto dei dipendenti della sanità pubblica. Il ministro Grillo – che pare contare molto poco in questo governo – dopo mille promesse ha dimenticato completamente il settore sanitario nella legge di bilancio. Ci dica come intende garantire in tutto il Paese l’accesso ai farmaci innovativi che arriveranno sul mercato, visto che solo questi hanno un costo stimato vicino al miliardo di euro. Come pensiamo di chiamare tutto questo se non un’oggettiva contrazione dei servizi?

Nessuna soluzione anche sul fabbisogno di medici per il quale, dopo il ridicolo balletto sull’abolizione del numero chiuso a medicina, il ministro si limita all’annuncio di 1.000 borse in più di specializzazione, per le quali però non è stato reperito alcun finanziamento. Nulla di fatto anche per l’abolizione dei limiti di assunzione del personale, che resta fissato alla spesa del 2004 meno l’1,4%, con la promessa di un tavolo per discutere il superamento.

Il ministro ha poi annunciato con la solita demagogia lo stanziamento di 50 milioni di euro per l’abbattimento delle liste di attesa: oltre ad essere una somma del tutto inadeguata, non prevedendo l’abolizione del limite di assunzioni, rischia di spostare ancora di più la sanità verso la privatizzazione, peraltro senza nemmeno perseguirla fino in fondo, stante il mancato ritocco dei tetti per la convenzionata. Sarebbe interessante capire come le regioni potranno spendere queste risorse per abbattere le liste di attesa.

Tutto senza soluzioni ma nel frattempo si cambia completamente la composizione del consiglio superiore di sanità, per la prima volta nella storia modificato integralmente, senza spiegare le ragioni del cambiamento. Noi riteniamo che, per quanto riguarda le questioni scientifiche, le scelte dovrebbero essere basate sulle competenze e non sul colore politico: non si può in alcun modo spiegare la sostituzione integrale di un organismo conseguentemente al cambio di un governo.

Troviamo purtroppo tra i nominati un promotore del sistema stamina, attaccato da tutto il mondo scientifico. Una scelta che denota la preferenza per gli stregoni piuttosto che per gli scienziati.

Anche per quanto riguarda la tematica dei vaccini non si può stare tranquilli: dopo l’obbligo vaccinale introdotto dal nostro governo, che aveva fatto aumentare la copertura vaccinale su tutto il territorio nazionale, abbiamo assistito a varie dichiarazioni che mettevano in dubbio i consolidati e inequivocabili risultati scientifici a sostegno della vaccinazione, generando sfiducia e insicurezza nei cittadini.

In cambio dei voti dei no vax ottenuti alle ultime elezioni si svende la salute dei bambini, soprattutto dei più fragili, di quei bimbi immunodepressi che non possono vaccinarsi per motivi di salute e che in presenza di bambini non vaccinati dovranno rinunciare al diritto all’istruzione. È di pochi giorni fa la notizia che a Roma un bambino immunodepresso, a causa di una leucemia, sarà costretto a non andare a scuola perché ci sono bambini, figli di no vax, che non si sono vaccinati. I grillo leghisti ci spiegano che loro difendono la libertà: perché la libertà di andare a scuola senza mettere a rischio la propria vita, per il bimbo affetto da leucemia, vale meno di quella degli altri bambini? Questa è la domanda che vorrei porre a questo governo di cialtroni e alla ministra Grillo.

Aspettiamo risposte ai problemi concreti, ministra: servizi sanitari, liste di attesa, fondo sanitario. Su questi temi continueremo a dare battaglia perché mentre voi cercate di distrarre, i cittadini hanno bisogno di questi servizi.

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Info Caterina Bini

Caterina Bini, classe 1975, è attualmente senatrice della Repubblica eletta nelle liste del Pd alle ultime elezioni politiche. Componente della XII commissione permanente igiene e sanità del Senato, è anche vice presidente della commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza.
Precedentemente è stata dal 2005 al 2013 consigliere regionale della Toscana e presidente della commissione attività produttive della regione e dal 2013 al 2018 deputata.

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