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Solo Riformisti

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Quei segnali positivi

La macchina governativa si è rimessa in moto, dopo la pausa elettorale e un certo rallentamento. Due sono i segnali positivi: la riforma della magistratura e la fine della moratoria per l’estrazione del gas.

17 Febbraio 2022 da Roberto Riviello Lascia un commento

Sarà che il clima mite di questi giorni di febbraio ci induce a sentire imminente l’arrivo della primavera e con essa la speranza – corroborata però dai dati scientifici e dall’elevato numero di vaccinati – che la pandemia stia per disciogliersi come neve al sole.

E’ innegabile che ormai si respira un’aria di moderato ottimismo; nonostante il caro bollette e l’inflazione risalita stiano azzannando i redditi delle famiglie italiane, e nonostante che ai confini orientali d’Europa la Guerra fredda, che pensavamo tramontata col vecchio secolo, abbia ripreso i toni della minaccia e della violenza.

La rielezione di Mattarella e la conseguente conferma di Mario Draghi ai vertici delle istituzioni repubblicane hanno dato fiducia alla grande maggioranza degli italiani: sapere che la nave ha un capitano e un timoniere con i nervi saldi e un forte senso del dovere ci rassicura e ci permette di proseguire il viaggio con maggiore serenità.

Sì, è vero, nella settimana delle elezioni presidenziali la politica ha offerto ancora una volta un pessimo spettacolo: leader balbettanti e con idee stravaganti (far diventare il capo dei servizi segreti Presidente della Repubblica è una roba che solo in Russia la si accetta a cuor leggero) hanno dimostrato di non essere all’altezza dell’attuale passaggio storico.

Ma ciononostante si ha la percezione che il capo del governo sia rimontato in sella con il vigore e la determinazione dei primi mesi; e la sua dichiarazione sulla necessità di rimettere in discussione le modalità di elargizione del Superbonus per l’adeguamento energetico degli edifici ne è la dimostrazione.

La macchina governativa si è rimessa in moto, dopo la pausa elettorale e un certo rallentamento che durava da almeno un paio di mesi. Due sono i segnali positivi, giunti in questi giorni, che incoraggiano a pensarla così.

Il primo riguarda la riforma della magistratura attesa da anni: è stata approvata nel Consiglio dei ministri e di conseguenza si avvia ad essere votata ed eventualmente emendata in aula. Le cosiddette “porte girevoli” sono state finalmente chiuse o quantomeno lo saranno: i magistrati che prendono la via della politica, poi non potranno tornare a svolgere funzioni giurisdizionali; e non sarà più possibile fare il magistrato e contemporaneamente avere incarichi elettivi e governativi. Anche il sistema elettorale del Csm viene modificato: non attraverso il sorteggio come autorevoli giuristi e alcune forze politiche (Italia Viva, Lega e Forza Italia) proponevano, bensì secondo una sorta di Mattarellum (gradito al Pd e all’Associazione Nazionale dei Magistrati) con collegi binominali e con recuperi proporzionali a livello nazionale. Adesso, comunque, la palla passa al Parlamento e si vedrà che cosa ne uscirà fuori.

Il secondo segnale è decisamente positivo: il ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha messo fine alla moratoria (sic) voluta nel 2019 dal governo Conte per le prospezioni ed estrazioni di gas nel sottosuolo e nei mari italiani. In un momento come l’attuale in cui il costo del gas proveniente dalla Russia attraverso l’Ucraina è schizzato in alto, con un danno economico gravissimo in primis per le nostre imprese e poi per le famiglie, sarebbe davvero folle impedire di utilizzare una risorsa energetica ecosostenibile di cui la Pianura Padana e soprattutto il Mare Adriatico e il Canale di Sicilia sembrano essere ricchi. Di sicuro riprendere ad estrarre sistematicamente il gas nostrano sarà un beneficio per tutti, con buona pace degli immancabili comitati “no gas” che si stanno attivando qua e là.

E’ infine arrivata un’altra notizia che ci ha rincuorati, anche se non ha avuto ricadute di carattere economico o giuridico. Ma ci fa vivere meglio perché ci riporta a una condizione di socialità normale e di relazioni interpersonali più umane. Da venerdì 11 febbraio è caduto l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto; e così stiamo tornando a guardarci in faccia quando ci incrociamo per strada o ci fermiamo a fare due chiacchiere. Guardare il volto dell’altro, leggere le sue espressioni facciali, vedere le labbra che si incurvano per un sorriso o si chiudono in un’espressione di contrarietà ci restituisce un aspetto fondamentale della vita quotidiana: la pienezza e la bellezza della comunicazione.

 

 

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Info Roberto Riviello

R.R. nel 1978 si è laureato in Filosofia nell'Università di Firenze ed ha sempre insegnato negli istituti secondari della Toscana. Ha scritto per la radio, il cinema e il teatro. Trascorre il suo tempo libero passeggiando in campagna. È appassionato di storia, arte e cucina.

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