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Solo Riformisti

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Per la sicurezza informatica ed energetica

Maggioranza e Opposizione devono lavorare insieme se si vuole davvero ridurre la dipendenza digitale dalla Cina e la dipendenza energetica dalla Russia nell’interesse della Nazione

30 Maggio 2022 da Marco Mayer Lascia un commento

Nel secondo incontro del Trade and Technology Council (TTC) riunitosi a   Parigi il 15 e il 16 maggio

scorso l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno concordato di accrescere gli sforzi comuni per contrastare adeguatamente la crescente influenza della Cina (e di altri Stati illiberali) nelle tecnologie avanzate ITC con particolare attenzione al 5G/6G e all’ultrabroad band della telefonia fissa.

Alla conclusione   dell’ incontro  TTC Gina Raimondo,  Ministro del Commercio degli Stati Uniti e il Commissario europeo Margrethe Vestager  hanno sottolineato come le due sponde dell’Atlantico  stiano lavorando alla definizione di politiche tecnologiche e benchmarks  pienamente coerenti con i valori democratici che  caratterizzano il mondo libero.

La velocità dei processi di innovazione crea, infatti, il costante pericolo  che le nuove tecnologie di computazione e comunicazione (ITC)  siano utilizzate in chiave autocratica o totalitaria.

L’esempio più noto di sorveglianza digitale di massa é  il “Social Credit System” in Cina. Per le autorità locali e nazionali (e  per i funzionari del Partito Comunista Cinese)  è  facile controllare le opinioni e i comportamenti delle persone.

Da un lato tutti i cittadini cinesi (anche i più anziani)   hanno,  l’obbligo di installare l’App We Chat nei loro cellulari; dall’altro il paese è strapieno di una miriade di videocamere (palesi e nascoste) come se si vivesse  in un aeroporto inter continentale.

Chi non ricorda il caso drammatico del medico Li Wenliang di Wuhan perseguito dalla polizia perché proprio tramite Whatsapp   nel dicembre 2019 aveva tentato (su una  chat di colleghi medici) di lanciare l’allarme per il Covid 19?     https://www.bbc.com/news/world-asia-55963896

Rispetto agli Stati Uniti e più recentemente al Canada https://formiche.net/2022/05/cina-5g-canada-italia/   la dipendenza digitale dei paesi europei dalla Cina oggi è certamente maggiore. Non era cosi all’inizio del millennio quando le università e  le Big Tech della California attraevano numerosi giovani talenti dalla Cina  e consistenti finanziamenti dal Dragone.

Da più di dieci anni le cose sono radicalmente cambiate, ma l’Europa non ha colto il mutamento molto assertivo della politica estera cinese.  Questa ingenua (?) lentezza europea si spiega con una buona dose di miopia politico-strategica da parte di Bruxelles (oltre alla incisiva attività di lobbying di  gruppi di interesse molto potenti).

Pochi ricordano che nel 2015 l’Unione Europea tramite il Commissario tedesco  Gunther Oettinger ha  siglato con la Cina un accordo globale per il 5G.    https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2015/09/28/tlc-siglato-accordo-ue-cina-su-sviluppo-rete-5g_f0c838c4-3d94-46d4-bfeb-9ee81ba0872f.html

Per la UE il  lavoro istruttorio era  stato preparato dalla DG Connect diretta dall’italiano Roberto Viola ed è  stato  attuato con maggiore o minore ampiezza in quasi tutti i paesi europei.

La più solerte é stata l’Ungheria che con una dichiarazione di Viktor Orban  ha letteralmente spalancato le porte del 5G  alla  azienda  cinese Huwaei.  https://bbj.hu/business/tech/telco/free-to-do-business-in-hungary-huawei-looks-for-more-speed-less-energy

Dal 2018 in Italia un allarme politico sui rischi del 5G cinese é stato lanciato unitariamente dal   COPASIR con un ruolo proattivo di Lorenzo Guerini, Adolfo Urso, Raffaele Volpi, Federica Dieni (e in particolare di Elio Vito come relatore), ma poi non se n’ è fatto niente.

Uno degli spunti del rapporto COPASIR che merita un ampio lavoro di inchiesta giornalistica   è la cooperazione interuniversitaria e scientifica   tra Italia e Cina soprattutto nell’  ambito delle tecnologie duali.

 Le libertà di ricerca e di insegnamento costituiscono valori fondamentali. In ambito accademico sarebbe sbagliato   fare censure preventive.

Occorre tuttavia accendere i riflettori sui finanziamenti cinesi ai nostri atenei per esaminare con accuratezza i progetti più sensibili e borderline (per esempio quelli legati alla Via Digitale della Seta)   e ovviamente quelli finalizzati all’ambito della ricerca militare.

Nel 2021 lo IAI ha avviato un primo lavoro di notevole interesse  su questi temi.

https://www.iai.it/it/pubblicazioni/legami-accademici-sulla-della-seta

Servirebbe un osservatorio nazionale di monitoraggio sui rapporti tra università italiane e aziende cinesi o quanto meno una maggiore interesse dei media.

Quest’ultimo aspetto è tuttavia difficile da realizzare. Negli ultimi 5/6 anni si si sono, infatti, consolidati  numerosi accordi di collaborazione con il Dragone che coinvolgono ANSA,  RAI, Mediaset, gruppo Sole 24 ore, editori come il gruppo Class, ecc…

Non possiamo andare oltre in questa sede, l’importante è sottolineare che la cooperazione italo cinese in ambito universitario  e mediatico  richiederebbe maggiore trasparenza.

E non c’è dubbio che esso si presenta (non meno delle indagini giornalistiche sulla macchina della disinformazione russa)  come un filone promettente per le inchieste di tutti i  media indipendenti nel nostro paese come in tutta l’Europa.

Per quel che vale anche   il sottoscritto (in due distinte audizioni alle   Commissioni  Difesa ed Esteri della Camera)  ha messo in evidenza i rischi digitali di natura  geopolitica.  https://www.camera.it/leg18/1099?submit1=invia&slAnnoMese=202102&slGiorno=3&shadow_organo_parlamentare=2803

https://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/upload_file_doc_acquisiti/pdfs/000/002/741/Audizione_Marco_Mayer.pdf

Ben più autorevolmente  l’ex   Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato solennemente a Formiche “Cina fuori dall’Italia per il 5G”  :  https://formiche.net/2020/06/huawei-5g-covid-19-difendiamo-litalia-dalla-cina-intervista-matteo-salvini/

Sino a tutto il 2021 l’unità amministrativa deputata all’esercizio   “Golden Power”  a  Palazzo Chigi non ha affrontato con l’attenzione necessaria i rischi connessi alle forniture 5G limitandosi a raccomandare ai gestori telefonici per i contratti con i fornitori cinesi prescrizioni di natura essenzialmente  cartacea,   di carattere formale e soprattutto non controllabili sul piano empirico.

Solo recentemente la normativa Golden Power é stata  riformata e potenziata dal governo Draghi. Vedremo se funzionerà nel prossimo futuro,  a partire dai vincitori dei bandi PNRR in materia di transizione digitale .

Qualora il PNNR finanziasse (anche solo in qualità sub fornitori delle supply chain )   le consociate italiane di gruppi cinesi (o russi)  l’ effetto sarebbe quello di un  boomerang in termini di. politica industriale nonché di una profonda lesione   della reputazione internazionale dell’ Italia.

Ad oggi nei numerosi bandi di gara più recenti di CONSIP, infrastrutture critiche  ed  altre strutture pubbliche appaltanti (PNRR e non) non c’ è esplicito riferimento ai rischi geopolitici ed operativi connessi con l’adozione di tecnologie cinesi o russe. Lo   stesso vale per la bozza di Strategia Nazionale che sarà oggi  formalizzata nella sua versione finale.

In Italia cresce  da alcuni  anni  la dipendenza digitale dalla Cina –  anche se essa non raggiunge quella dalla Russia nel comparto energetico.  Peraltro la Russia preoccupa  non solo nel settore dell’energia: in alcuni segmenti  della sicurezza  informatica  centinaia di enti pubblici hanno utilizzato sino al mese scorso 3  imprese russe ben radicate in Italia.

E’ vero che non è  mai troppo tardi, ma è molto meglio prevenire. Con la Russia   e con la Cina ci vuole molta, ma molta cautela ed una particolare attenzione in tutte le fasi di messa a terra del PNRR nei vari ambiti in cui si articolano i progetti di transizione digitale dalla sanità alle infrastrutture di comunicazione dalla scuola  all’automazione industriale, dalla PA sino alla transizione ecologica (peraltro ancora priva di regole e parametri condivisi che  legittimino pienamente i criteri di finanziamento in termini di risultati ) .

La domanda cruciale é pertanto la seguente:  di fronte a questi rischi i partiti di maggioranza sapranno seguire lo stimolo lucido e costruttivo che in questi giorni arriva viene dall’opposizione di FdI:  https://formiche.net/2022/05/putin-xi-delmastro-fdi/

E’   una occasione da non perdere per   esprimere finalmente una volontà  comune della  maggioranza e della opposizione in un clima di unità e coesione nazionale. Le telecomunicazioni,  le tecnologie digitali, l’automazione industriale,   la modernizzazione tecnologica della PA, della sanità e del sistema educativo sono ambiti strategici per tutelare e promuovere  i nostri valori e interessi nazionali (peraltro  intrinsecamente collegati a quelli di tutta la comunità europea e atlantica). Se non ora quando?

(articolo ripreso con il consenso dell’autore. Pubblicato anche da Formiche.net)

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Info Marco Mayer

docente al Master In Cybersicurezza di LUISS Guido Carli e al Cyber Defence della Scuola:di Telecomunicazione del Ministero della Difesa in partnership con
Università di Modena e Reggio Emilia

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