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Solo Riformisti

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Parenti serpenti

Governo sempre più diviso e tenuto insieme solo dal “contratto”. Ma anche in caso di voto anticipato, la possibilità per la sinistra di tornare al governo è subordinata solo ai ricatti dei 5Stelle.

30 Aprile 2019 da Stefano Bargellini Lascia un commento

Noi siamo qui, immersi come Farinata degli Uberti dalla cintola in giù (ad essere ottimisti) in una sostanza putrida e limacciosa che di solito inizia per “emme”.

Un governo tenuto insieme non dal comune disegno politico dei componenti (che messe da parte le divergenze, concorrono a realizzare obiettivi unitari e condivisi), ma da un contratto tra parti(-ti) con interessi, visione e scopi ampiamente divergenti, talvolta opposti.

Flat tax e reddito di cittadinanza si cazzottano fra loro ogni giorno, ispirati a principi antitetici ed entrambi inaccettabili, che apriranno un’ulteriore voragine nei conti pubblici e porteranno all’aumento dell’IVA.

Il leader della Lega si compiace di fare quotidiane allusioni che lo facciano avvicinare, tramite fin troppo evidenti analogie, al cavaliere (quello che si firmava con una “M” gigante). Dalla sua bocca, tra uno sfilatino e l’altro, oltre che regali ai ricchi con la Flat tax, escono solo parole di odio contro gli extracomunitari, fili spinati, ruspe, mitra, castrazioni chimiche, “spara pure”, grembiulino a scuola, sì alle case chiuse, ma via le mignotte da Montecatini (finezza assoluta), rosario e vangelo.

I Grillini che, durante la formazione del governo, non hanno “detto pio” sui 49.000.000 di rimborsi elettorali fasulli intascati dalla Lega, ora, ma solo per calcolo, fanno i puri sul caso Siri per tenere gli “alleati” sulla graticola e tutto questo solo perché siamo in campagna elettorale (ma chi la fa l’aspetti).

I due contraenti sono sempre più in lotta fra loro e non perdono occasione per delegittimare ognuno il programma dell’altro.

Siamo al paradosso che il governo fa anche l’opposizione a se stesso. Tutta la tenzone sull’altare delle “europee” nella speranza di danneggiare il più possibile l’alleato.

Sul caso Siri il rischio di Salvini non sta nell’ammettere una possibile corruzione e quindi suscitare una sorta di indignazione morale dei propri elettori, ma quando mai! Molti di loro applaudono l’uomo di potere non perché lo ritengono onesto, ma perché finora è stato scaltro e non si è fatto beccare e poi … ci libera dai “negri”. Piuttosto, dover chinare la testa alle richieste dell’alleato/rivale grillino può scalfire l’immagine di impunità e superiorità del Capitano, la sua vera forza, ridurre “il servo encomio” negli elettori e gettare i semi del “codardo oltraggio”, tipico italiano, certo questo episodio non basta, ma un po’ guasta e la peggio è cominciare. Precedente storico: strapotere di Craxi/monetine del Raphael. La morale non c’entra nulla.

L’altro convitato a questa tavola di parenti serpenti, da un punto di vista diciamo architettonico, si colloca nel posto esattamente occupato dalla Democrazia Cristiana prima di Tangentopoli: l’unica forza politica che potrebbe allearsi sia con la destra, lo sta facendo, sia con la sinistra, non pochi pensano che farebbe bene a farlo e sono cominciati i segnali.

Il movimento 5S, a seconda delle circostanze, è in grado di assumere posizioni di destra (“Taxi del mare”, antieuropeismo) insieme ad altre che stuzzicano la sinistra, anzi spesso le sue parti più estreme (No Tav).  Una forza politica con linea di comando monocratica che può allearsi con chiunque: se con la destra, manderà segnali a sinistra (come sta facendo ora), nell’altro caso ricatterà l’alleato di sinistra flirtando con la destra, tanto è intercambiabile.

Nell’eterno gioco dell’oca della politica italiana, dove nulla cambia mai davvero ed irreversibilmente (quando si è tentato di farlo si è saldato un fronte da CasaPound alla CGIL, passando per Zagrebelsky, oggi evaporato, uniti nel contrastare “la deriva autoritaria”), ma tutto tende a conservarsi, sotto mentite spoglie, purché rimanga uguale, rischiamo di tornare alla politica dei “due forni” (panettieri Fico/Di Maio) ed a strappare voti al compagno di partito per poi allearsi con quelli che finora ti hanno sempre sbeffeggiato (Emiliano, Boccia, Speranza and friends).

Ma in realtà non succederà nulla, la formula del governo “di contratto”, consentirà alle parti di rimanere legate, qualunque cosa accada, senza perdere la faccia, in fondo è un contratto, appunto!

L’unico rischio è che Salvini dopo le “europee” ritenga giunto il momento di capitalizzare i favori che le piazze gremite ed i sondaggi sembrano accordargli, sganci i 5Stelle e tenti di tornare al governo con la destra.

Quanto alla sinistra ahimè siamo tornati al proporzionale puro ante muro di Berlino: in caso di elezioni anticipate (improbabili) si esulterà per un eventuale 2% in più, ma possibilità di governare? solo subordinata ai ricatti dei 5Stelle.

Non c’è male.

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Info Stefano Bargellini

Stefano Bargellini, anni sessantotto, si è laureato nel 1976, con il massimo dei voti e lode, alla facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze. Dopo un breve periodo di insegnamento, è stato dirigente amministrativo presso il comune di Pescia e funzionario in quello di Pistoia. E’ da alcuni anni in pensione, ma non ha mai smesso di studiare né di interessarsi ai problemi politici e sociali

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