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La scrittrice che ha inventato la saga di Harry Potter è incappata nell’ostracismo del movimento Lgbt inglese per aver detto che l’identità femminile o maschile è prima di tutto un fatto biologico.

Nessuno tocchi JK Rowling

La scrittrice che ha inventato la saga di Harry Potter è incappata nell’ostracismo del movimento Lgbt inglese per aver detto che l’identità femminile o maschile è prima di tutto un fatto biologico.

2 Dicembre 2021 da Roberto Riviello 1 commento

Difficile a credersi ma sono già passati vent’anni dal primo romanzo della saga di Harry Potter, il maghetto di Hogwarts che molti di noi hanno visto crescere anche nei film tratti dai racconti di JK Rowling. Milioni di copie vendute in tutto il mondo che hanno appassionato non solo i bambini e che dimostrano a chi non l’avesse ancora capito che la letteratura per l’infanzia – Collodi insegna – a volte travalica i confini del genere perché riesce a parlare a quel “fanciullino” presente in ogni adulto, sul quale Giovanni Pascoli elaborò una complessa teoria estetica nel celebre saggio omonimo.

Purtroppo JK Rowling non sarà chiamata a celebrare il ventennale di Harry Potter e la pietra filosofale perché nel mondo anglosassone sta subendo un violento ostracismo, che per certi versi ricorda la “fatwa” che Salman Rushdie ricevette dai fondamentalisti islamici dopo la pubblicazione di Versetti satanici.

Questa volta non sono i fanatici di Allah a perseguitare l’inventrice di Harry Potter, ma gli estremisti del movimento Lgbt inglese che, arrivando persino a minacciarla di morte, l’hanno etichettata come Terf: un orribile acronimo che starebbe per “trans-exclusionary radical feminist”, cioè femminista radicale transfobica.

Tutto questo perché JK aveva spiegato in un tweet una semplicisssima verità oggettiva: che l’identità femminile (o maschile) è prima di tutto un fatto biologico.

Ora lasciamo da parte la vicenda della scrittrice che, essendo una personalità notissima, viene protetta dalla polizia come lei stessa ha dichiarato e auguriamole di trascorrere un felice ventennale di Harry Potter in compagnia dei suoi amici e familiari, oltre che essere sempre circondata dall’affetto degli ammiratori; e veniamo alle faccende di casa nostra.

Quando il ddl Zan è stato bocciato alla Camera dei deputati, i suoi sostenitori nei media, nel mondo dello spettacolo e soprattutto tra i giovani hanno gridato allo scandalo perché sarebbero stati negati i diritti fondamentali a omosessuali, lesbiche e trans. In realtà quella legge, se fosse stata approvata, avrebbe introdotto l’idea che il genere, o meglio quello che si ritiene essere il proprio genere, conta più dell’identità biologica. E questa idea non è soltanto sbagliata dal punto di vista fattuale; è anche pericolosa perché, come si è visto nel caso dei molestatori di JK Rowling, può essere facilmente manipolata e dar luogo a vero e proprio fanatismo.

Che una piccola ma pur sempre pericolosa dose di fanatismo ideologico fosse presente nel ddl Zan, è dimostrato da un articolo della legge che prevedeva la giornata dell’indottrinamento Lgbt da tenersi nelle scuole a partire dalle elementari. E la storia ci insegna che non a caso i fondamentalismi di ogni tipo cercano di forgiare gli individui proprio iniziando dalla tenera età.

Se poi aggiungiamo che nel testo si apriva la strada ad interventi della magistratura per sanzionare persino le opinioni se reputate omofobiche o transfobiche, beh, allora si capisce perché anche diversi onorevoli del Pd abbiano votato secondo coscienza e non secondo le indicazioni di Enrico Letta.

Molto pragmaticamente, durante uno dei suoi interventi all’ultima Leopolda, Matteo Renzi ha suggerito che in futuro si eliminino dal disegno di legge gli articoli che introducono il reato d’opinione e l’identità di genere; e si faccia una legge che vada davvero a tutelare le minoranze Lgbt inasprendo le pene contro le discriminazioni e la violenza omo-transfobica. Una legge così, ha risposto l’altro Matteo della scena politica italiana, la voterebbe l’intero Parlamento in un paio di giorni.

 

 

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Archiviato in:Redazionale

Info Roberto Riviello

R.R. nel 1978 si è laureato in Filosofia nell'Università di Firenze ed ha sempre insegnato negli istituti secondari della Toscana. Ha scritto per la radio, il cinema e il teatro. Trascorre il suo tempo libero passeggiando in campagna. È appassionato di storia, arte e cucina.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Manuela Carpinellilli dice

    2 Dicembre 2021 alle 14:09

    Ottime considerazioni. L’indottrinamento fin dalla tenera età previsto dal ddl Zan mi fa orrore, come mi fanno orrore i medici che “operano” su individui minorenni per la transizione di sesso, in un’ età troppo delicata per reggere i colpi del bisturi e quel che ne consegue. Siamo figli di un padre e di una madre, e la natura, a parte situazioni anomale di ermafroditismo, ci fa nascere maschi o femmine. La questione delle relazioni amorose è invece un campo in cui ci si deve muovere nel rispetto delle diversità e dei gusti. Eterosessuali, omosessuali e bisex devono essere tutti liberi di essere quel che sono, senza giudizi discriminatori.

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