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Solo Riformisti

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MES: quali vantaggi?

25 Maggio 2020 da Il tocco di Alviero Lascia un commento

Dove eravamo rimasti? Ah già. Si era vista la convenienza (economica) di aderire al MES.

Ma sul MES si sa, girano brutte storie. Si dice ad esempio che se lo chiediamo, finiremo come la Grecia.

Ma cosa è successo realmente? Premessa importante: il MES sanitario ha una struttura diversa e soprattutto condizionalità del tutto diverse dal Fondo salva Stati attivo dal 2012, che prevedeva l’accettazione di un piano di riforme sotto il controllo della “Troika”, (Commissione Europea, BCE e FMI). Seconda premessa: ad accedere al MES (per ora) sono stati: Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro, tra il 2010 e il 2013, quando erano vicino al default e andare sul mercato era per loro diventato impraticabile. Come si valuta l’efficacia di un strumento? Ad esempio cercando di analizzare gli andamenti dei principali indicatori sociali ed economici. E qui il verdetto è abbastanza unanime: tutti i Paesi  (post Fondo salva Stati) hanno aumentato il PIL, diminuito la disoccupazione e hanno avuto mercati finanziari in grande spolvero. Tutti, almeno, meglio dell’Italia, che non l’ha mai utilizzato, ma la cui economia è rimasta “mediamente immobile”. Qualche numero, può essere d’aiuto (intervallo 2012-2019). Il PIL dell’eurozona è cresciuto del 22% circa (dati cumulati) in Spagna del 21% circa, in Portogallo del 26% e in Italia del 10%. La Grecia invece è calata del -2% (ma nell’ultimo triennio è stato positivo). E la disoccupazione? Dopo un iniziale sbandamento, la Spagna, il Portogallo, la Grecia sono passati rispettivamente dal (circa) 25%, 16% e 25% al 14%, 7% e 17% di fine 2019. L’Italia nello stesso intervallo dall’11% al 10%, mentre l’eurozona dall’11% al 8%. I dati sul rapporto debito/Pil mostrano una crescita per tutti e minore per l’Italia: Spagna da 53% a 96%, Grecia da 127% a 177%, Portogallo da 88% a 118% e Italia da 117% a 135%, (area Euro da 80% a 84%). Anche lo spread (sul bund) è calato: quello greco è passato dai 3600 bps del 2012 a 164 bps di fine 2019, quello spagnolo dai 635 bps ai 65 bps, in Italia dai 500 bps del 2012 ai 161 di fine 2019. Riassumendo e nella difficoltà di una analisi causa-effetti più precisa: generalmente chi ha aderito al MES ha beneficiato in termini economici, L’Italia invece, ha voluto/dovuto contenere di più il debito pubblico e non è cresciuta. In Grecia tuttavia, i benefici del MES hanno avuto un prezzo sociale: la politica di austerità ha colpito duramente e sono aumentate le diseguaglianze sociali. Ora i dati sono però in miglioramento. Faremo allora la fine della Grecia? Dipende. La Grecia ha pagato lo scotto perché i dati greci erano palesemente falsati. (per anni) Inoltre, la sua economia è caratterizzata da alta evasione fiscale e da un sistema di pubblica amministrazione inefficiente. Il debito è pur sempre un debito. L’Europa e IL FMI l’hanno aiutata, ma hanno preteso delle riforme. Sicuramente dolorose. Negli altri 4 paesi non abbiamo invece questa situazione. Dipende quindi da noi. Cosa decidiamo di fare e chi prendere come modello. Stare fermi e aspettare, può essere una soluzione «di mezzo», ma non è una scelta. Soprattutto, temo, non sia una soluzione sostenibile nel tempo. Il mio (ormai famoso) capo (che cito sempre) diceva di diffidare dalle scelte di mezzo: “Un uomo con la testa nel forno e i piedi nel freezer sta mediamente bene”. 

Di seguito il link per l’approfondimento video. (versione video con i fatti salienti della settimana nella rubrica ”Il RIPAsso della settimana”), all’indirizzo:

 

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Info Il tocco di Alviero

Alviero Laureato con lode in Economia e alunno dell’Almo Collegio Borromeo, ha studiato e lavorato per alcuni anni all’estero. Master post laurea in “Contabilità e Finanza”, esperto di consulenza finanziaria e gestione del portafoglio, è stato manager nell’area dei mercati finanziari in alcuni dei principali gruppi bancari italiani e internazionali. Docente in alcuni Master post laurea, per diletto si appassiona di arte ed è autore di numerosi studi di economia e finanza dell’arte. Autore di numerose pubblicazioni, è stato insignito della Medaglia Laurenziana per la divulgazione di contenuti tematici innovativi a livello nazionale e vincitore del Premio Spoleto Festival Art 2016. Si interessa anche di politica, ma non ha vinto nessun premio. Ha una compagna e due figli che gli danno molta soddisfazione, a differenza della sua squadra del cuore… ma si sa che il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.

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