• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli

Lo strano caso di FCA Italia

La politica al tempo del populismo. Polemiche su FCA Italia, che produce ricchezza e posti di lavoro, silenzio su Alitalia, che distrugge ricchezza. Un editoriale dell’Istituto Bruno Leoni illustra bene la vicenda.

20 Maggio 2020 da Redazione Solo Riformisti Lascia un commento

La vicenda FCA Italia, con la richiesta avanzata dall’azienda di accedere alla garanzia statale sui prestiti prevista dal Decreto Rilancio, ha scaldato, come se ce ne fosse bisogno, la politica italiana. Non tanto per ragioni legate al diritto di FCA di accedere alle provvidenze o all’opportunità economica, per l’azienda, della richiesta, che poi dovrebbero essere i veri argomenti importanti della questione, ma più che altro per ragioni attinenti all’etica. Alcuni infatti, anche nel fronte più sensibile alle esigenze dell’economia, vedasi la polemica Marattin-Calenda, si sono chiesti se sia giusto che una azienda italiana, partecipata da una multinazionale che ha sede all’estero, possa accedere alla garanzia dello Stato, cosa che peraltro sul piano della legge e delle disposizioni del Decreto governativo è perfettamente legittima. Il dibattito la dice lunga sullo stato della politica italiana, che anche in periodi di crisi e di una prevista forte recessione, con conseguenze drammatiche sui posti di lavoro e sulla tenuta sociale del Paese, continua a spaccare il capello in quattro. Ma questo, allo stato attuale, è quello che passa il convento. Per tentare di fare allora un minimo di chiarezza, riportiamo di seguito un editoriale del Think Tank Bruno Leoni che a nostro giudizio focalizza bene la questione:

Siamo un paese ben strano. Il Governo emana un decreto per concedere garanzie sui finanziamenti bancari alle imprese, costrette alla chiusura dalle norme anti-Covid. Una delle principali imprese industriali del paese, FCA, chiede la garanzia su un prestito di grandi dimensioni (6,3 miliardi) della durata di un triennio. Per ottenerlo, accetta di non erogare dividendi nel 2020 e a mantenere intatti i livelli occupazionali, come previsto dalla legge. Inoltre, trattandosi di un importo superiore a 1,5 miliardi, negozia ulteriori impegni con Sace (il soggetto pubblico che materialmente emette la garanzia), sempre seguendo il dettato legislativo, in materia di investimenti e sostegno all’indotto. È così che le cose dovrebbero funzionare e, se ci potessimo fermare qui, dovremmo dire che per una volta il nostro paese ha fatto quello che doveva fare, senza elargire regali (il pubblico si limita a emettere una garanzia, ma il prestito arriva da un istituto di credito privato e ovviamente va restituito).

 Invece scoppia il finimondo. Diversi esponenti politici, di maggioranza e opposizione, si mettono a fare polemiche sulla politica dei dividendi della capogruppo di FCA e addirittura qualcuno chiede, come condizione per il rilascio della garanzia, che FCA sposti la sede legale dall’Olanda all’Italia (evidentemente senza rendersi conto che la sede fiscale del gruppo è nel Regno Unito). Al coro si unisce addirittura un Ministro, Peppe Provenzano, che – almeno a giudicare dal lungo post su Facebook con cui prende posizione sul tema – è ignaro del decreto che, in teoria, lui stesso ha contribuito ad approvare.

 Ci sono due aspetti. Nel merito, non c’è molto da dire: FCA Italy (la società che chiede il finanziamento) ha sede legale e fiscale italiana (in caso contrario non potrebbe accedere al beneficio), paga le tasse nel nostro paese e, negli anni di vacche grasse, stacca una cedola a favore della capogruppo olandese. Gioca un ruolo cruciale nel mantenere viva un’intera filiera nella quale prosperano non poche eccellenze nazionali. Non si capisce, dunque, perché dovrebbe esserle negato ciò che è consentito a tutte le altre imprese: anzi, il Governo dovrebbe rivendicare che, grazie al suo intervento, investimenti, occupazione e know-how dell’automotive italiano sono salvaguardati.

 L’altro aspetto è, per certi versi, più importante e riguarda la certezza del diritto. È vero che, per le sue dimensioni, il finanziamento richiesto da FCA è un outlier e richiede particolare attenzione (come, peraltro, richiesto espressamente dal Decreto Liquidità). Ma si ha la sensazione di un accanimento politico verso un’azienda che i nostri governanti continuano a chiamare Fiat, evidentemente senza rendersi conto che i tempi sono cambiati e che ormai l’ex Fiat è parte integrante di un gruppo multinazionale. In più, FCA sta procedendo verso la fusione con Psa, che darebbe vita al quarto gruppo automobilistico mondiale: tuttavia, trattandosi di un’operazione spinta dal mercato e non orchestrata dalla politica, la retorica dei campioni europei si dissolve e la politica pretende di trattare FCA alla stregua di Alitalia, cioè come il giardino di casa propria. Un giardino, diciamo così, che non ha nulla da invidiare a quello della Famiglia Addams.

 

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Economia

Info Redazione Solo Riformisti

Post precedente: « La sineddoche
Post successivo: Un Piano per il trasporto locale »

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Iscrizione alla newsletter SoloRiformisti

Inserendo i propri dati sarà possibile ricevere la nostra newsletter nella propria casella di posta elettronica.

Bastian contrario

Ve c’hanno mai mannato a quer paese?

10 Agosto 2023 | Il Bastian Contrario

Massimo Segre, davanti agli invitati ai quali doveva annunciare le proprie nozze con Cristina Seymandi ha sorpreso tutti annunciando che lasciava la fidanzata rea di averlo “tradito”. Il Corriere on line ha dedicato all’increscioso fatto ben quattro articoli.

Dolore a parte, una prece. Massimo, Cristina e ex Corrierone…Per favore andate tutti a quel Paese

Homeland economy e il costo della de-globalizzazione

21 Novembre 2023 | Il tocco di Alviero

L’impatto economico della follia di Hamas

5 Novembre 2023 | Il tocco di Alviero

De-Dollarizzazione: chimera o realtà? (2 di 2)

25 Ottobre 2023 | Il tocco di Alviero

De-dollarizzazione: chimera o realtà? (parte 1)

9 Ottobre 2023 | Il tocco di Alviero

Achtung Deutschland!

21 Settembre 2023 | Il tocco di Alviero

Poveri ma belli

27 Giugno 2023 | Il tocco di Alviero

Nemo proheta in patria

16 Giugno 2023 | Il tocco di Alviero

A tutto debito

29 Maggio 2023 | Il tocco di Alviero

Italia una Repubblica fondata sul debito pubblico

11 Maggio 2023 | Il tocco di Alviero

Il vitello d’oro

24 Aprile 2023 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • Sergio Giusti su Un padre autorevole
  • Guerino Biscaro su Patriarcato o matriarcato? purché non narcisisti
  • Daniele Carozzi su Patriarcato o matriarcato? purché non narcisisti
  • Giovanni Cominelli su Patriarcato o matriarcato? purché non narcisisti
  • Cosa pensano gli italiani del nostro sistema sanitario - Solo Riformisti su Autonomia è responsabilità
  • Beppe su Hamas vince la guerra delle notizie
  • Enrico Martelloni su La Notte dell’orrore antisemita
  • Enrico Martelloni su La Notte dell’orrore antisemita
  • Enrico Martelloni su La Notte dell’orrore antisemita
  • Enrico Martelloni su La Notte dell’orrore antisemita
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it