• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli

La riforma infinita

La riforma della Pubblica Amministrazione è al primo posto nel PNRR, ma è da trent’anni che si tenta di farla con risultati fino ad ora modesti. Anche perché è sempre mancata una visione d’insieme.

28 Marzo 2022 da Carlo Manacorda 2 commenti

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) la colloca al primo posto, con quella della Giustizia. Sono “Riforme orizzontali o di contesto”. “Consistono in innovazioni strutturali dell’ordinamento, d’interesse trasversale a tutte le Missioni del Piano idonee a migliorare l’equità, l’efficienza e la competitività e, con esse, il clima economico del Paese”.

Per la Riforma della Pubblica Amministrazione (PA), il PNRR individua 4 assi portanti. Accesso: snellire e rendere più efficaci le procedure di assunzione del personale. Buona amministrazione: semplificare norme e procedure. Competenze: allineare conoscenze e capacità organizzative alle esigenze di un’amministrazione moderna. Digitalizzazione: strumento trasversale per meglio realizzare queste riforme. Per attuare la Riforma, sono disponibili una decina di miliardi.

Nell’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore (18.02.2022), il Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ― annunciando l’ormai prossima emissione del decreto che dimezzerà i tempi per la conclusione dei procedimenti previsti dalla legge 241 del 1990 ― per la Riforma della PA afferma: “Semplificazioni, formazione capitale umano, digitalizzazione, interoperabilità banche dati. Tutto si tiene, a tutti i livelli, e tutto va fatto insieme. Tout azimut, direbbero in Francia…..Cinque anni che cambieranno volto all’Italia”. Pandemia e guerra in Ucraina potrebbero non facilitare il rispetto di questo termine ― tra l’altro previsto per tutti gli interventi contemplati nel PNRR. Tuttavia, l’ottimismo del Ministro Brunetta sembra un po’ eccessivo.

Infatti, guardando all’ultimo trentennio, il Paese ha messo in campo innumerevoli progetti di riforma della PA anche rientranti nei citati “assi portanti” del PNRR. Ma i risultati sono di modesta portata.Alcuni progetti hanno compiuto qualche passo, ma poi si sono arenati. Altri sono stati avviati senza prevederne i supporti (economici, di personale, ecc.) necessari. Molti, appena mossisi, sono stati superati da successivi nella stessa materia, ma con diversa impostazione. Alcune riforme sono state introdotte in base a “stati emozionali”, talora per assecondare direttive europee. In generale, è prevalsa una linea riformatrice della PA per settori, che ha ignorato la complessità dei rapporti tra i livelli che la compongono, dallo Stato fino agli enti pubblici minori. In buona sostanza, le riforme sono avvenute nell’assenza di una visione d’insieme, quella regola del tout azimut, a tutti i livelli e in tutte le direzioni, sottolineata dal Ministro Brunetta.

Un’analisi di tutte le riforme della PA intraprese nel periodo a riferimento richiederebbe spazi non compatibili con le dimensioni dello scritto. Pochi flash sono tuttavia sufficienti a confermare gli assunti sopraddetti. Il federalismo fiscale ― inteso, in ampia accezione, come devoluzione di compiti e funzioni dello Stato agli enti territoriali ai quali si riconoscono autonomie finanziarie di entrata e di spesa; costituzionalizzato con la Riforma del Titolo V, parte 2^ della Costituzione (L. .cost. 3/2001) ―, dopo aver registrato alcuni provvedimenti legislativi di attuazione, s’è interrotto. Lo stato precario della finanza pubblica non consentiva il riconoscimento di ampie autonomie finanziarie agli enti decentrati (Governo Monti).

Nel 1990 ― quarant’anni anni dopo al disposto della Costituzione (IX Disp. transitoria) che ne stabiliva tre ― si mette mano all’Ordinamento delle Autonomie locali (L. 142/1990). Si annuncia un Testo Unico (T.U.) che raccoglierà tutte le norme per questi soggetti. Il T.U. impiega dieci anni per vedere la luce (d. lgs. 267/2000). Ma nasce già superato. Nel frattempo, nuove leggi disciplinano anche materie delle Autonomie locali (1997, leggi Bassanini). Altri provvedimenti ne riscrivono le metodologie di gestione economica e contabile. Le Autonomie locali sono poi al centro dell’appena citato progetto del federalismo fiscale. Seguono altre modificazioni fino la cosiddetta “legge Delrio” (L: 56/2014) che avrebbe dovuto sopprimere le Province, ma resta monca in assenza delle riforme costituzionali indispensabili per renderla pienamente operativa. Tutti questi farraginosi provvedimenti contengono solo vaghi accenni sulle risorse (forza lavoro, economiche) necessarie per attuarli.

Ancora nel 1990, vede la luce la legge 241 sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso ai documenti amministrativi. La legge delinea un ampio processo di innovazione della PA, volto anche a stabilire un rapporto meno conflittuale con essa del cittadino. Dà la possibilità di conoscere gli atti della PA (diritto di accesso) e di ottenere risposte in termini certi per le istanze rivolte ad essa. Ogni amministrazione pubblica dovrà adottare specifici regolamenti per garantire questi fatti (il Ministro Brunetta allude a questo nell’annuncio citato prima). Anche il Ministro sa certamente che tutto questo è rimasto più sulla carta che non nel concreto operato delle amministrazioni. Inoltre, la legge è stata più volte modificata. Da ultimo, con la cosiddetta “riforma Madia della PA”, dal nome del Ministro proponente (L. 124/2015).

Direttive europee fissano nuovi criteri in materia di coordinamento della finanza pubblica degli Stati che formano l’Unione europea. Senza minimamente valutare le ricadute sul sistema, in base ad esse si riforma, immediatamente, la Costituzione introducendo il cosiddetto “Fiscal compact” (L. cost. 1/2012: principio del pareggio di bilancio). Considerando lo stato dei conti pubblici del Paese, non sembra che il principio del pareggio di bilancio e la riforma che l’ha introdotto trovino la dovuta applicazione.

Per chiudere, e avendo chiamato in causa il Ministro Brunetta, non si può dimenticare la riforma che porta il suo nome in materia di lavoro pubblico e trasparenza della PA (d. lgs. 15/2009). Anch’essa è abortita parzialmente, in particolare per mancanza dei fondi per renderla pienamente operativa.

Per avere successo, la Riforma della PA prevista dal PNRR dovrà applicare, rigorosamente, la regola del tout azimut citata dal Ministro Brunetta. Senza scordare che le riforme camminano soprattutto sulle gambe delle persone. Se manca il loro impegno, la riforma comunque fallisce.

 

 

 

 

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Politica

Info Carlo Manacorda

Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Torino, è stato Direttore di Enti pubblici, Presidente di Società private, Componente di Consigli di Am-ministrazione, ed ha rivestito altre cariche pubbliche. E’ stato Docente di Contabilità pubblica e di Scienza delle Finanze presso le Facoltà di Econo-mia e di Giurisprudenza dell’Università di Torino, Componente del Nucleo di Valutazione della stessa Università e Presidente del Nucleo di Valutazione dell’Università della Valle d’Aosta. E’ stato Componente dell’Organismo di Vigilanza di Finpiemonte Partecipazioni S.p.A. e iscritto nel Registro dei Revisori contabili. E' Autore di oltre 150 pubblicazioni (libri e saggi) in ma-teria di Economia e Contabilità pubblica, Diritto pubblico, Organizzazione e Gestione delle Amministrazioni pubbliche e private. Ha scritto e scrive su Giornali, Riviste e altri periodici.

Post precedente: « L’angolo della poesia/3
Post successivo: La nuova strategia della FIM CISL »

Interazioni del lettore

Trackback

  1. La riforma infinita - Rinascimento Europeo ha detto:
    7 Marzo 2022 alle 12:06

    […] [Fonte: https://www.soloriformisti.it/la-riforma-infinita/%5D […]

    Rispondi
  2. I.P.S.E.G. | Istituto Piemontese di Studi Economici e Giuridici, Istituto Piemontese di Studi Economici e Giuridici, La riforma infinita ha detto:
    26 Marzo 2022 alle 13:44

    […] [Fonte: https://www.soloriformisti.it/la-riforma-infinita/%5D […]

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Iscrizione alla newsletter SoloRiformisti

Inserendo i propri dati sarà possibile ricevere la nostra newsletter nella propria casella di posta elettronica.

Bastian contrario

Ve c’hanno mai mannato a quer paese?

10 Agosto 2023 | Il Bastian Contrario

Massimo Segre, davanti agli invitati ai quali doveva annunciare le proprie nozze con Cristina Seymandi ha sorpreso tutti annunciando che lasciava la fidanzata rea di averlo “tradito”. Il Corriere on line ha dedicato all’increscioso fatto ben quattro articoli.

Dolore a parte, una prece. Massimo, Cristina e ex Corrierone…Per favore andate tutti a quel Paese

Achtung Deutschland!

21 Settembre 2023 | Il tocco di Alviero

Poveri ma belli

27 Giugno 2023 | Il tocco di Alviero

Nemo proheta in patria

16 Giugno 2023 | Il tocco di Alviero

A tutto debito

29 Maggio 2023 | Il tocco di Alviero

Italia una Repubblica fondata sul debito pubblico

11 Maggio 2023 | Il tocco di Alviero

Il vitello d’oro

24 Aprile 2023 | Il tocco di Alviero

Everything everywhere all at once

27 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

Il paradosso ecologico della guerra

13 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

La trappola di Tucidide

24 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Per un pugno di PIL

13 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • Luigi su Ustica, l’importanza della verità
  • Luigi su Il futuro di Firenze/2
  • Carla Battistini su Il mito dell’italiano vero
  • Silvano su Il mito dell’italiano vero
  • Sergio su Gli italiani e l’ospedale
  • Redazione Solo Riformisti su Ve c’hanno mai mannato a quer paese?
  • Marino su Ve c’hanno mai mannato a quer paese?
  • Giovanni su Montanari candidato PD a Firenze?
  • Piero su Il salario nelle mani della politica?
  • Giancarlo su Marco Cappato sarà un banco di prova
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it