Non poteva che finire così. In due anni e qualche mese, complice la pandemia e la crisi che questa ha innescato, il populismo, simboleggiato dall’ “l’uno vale uno”, sta subendo un colpo mortale. La realtà, come sempre accade, prevale su tutto. Al momento dell’incarico esplorativo a Fico avevamo scritto ( “Scacco matto al populismo?”) “È presto per ipotizzare un possibile esito della crisi ma una cosa si può già dire. Il mancato reincarico a Conte e il mandato esplorativo al Presidente della Camera sono il simbolo della cesura con il passato. Con Conte o senza Conte, con le elezioni o senza elezioni (ovviamente meglio) la politica del nuovo governo non potrà più essere la stessa. Vedremo in che misura, minore o maggiore, ma già il solo fatto di cambiare direzione e marcia è un grosso passo avanti. Con la caduta del Conte II la politica basata su demagogia e populismo potrebbe essere arrivata al capolinea.”
E’ la nemesi dell’”uno vale uno” e, per di più, con l’uomo simbolo di tutto quello che i grillini prima maniera volevano contrastare.
La partita comunque non è vinta. La strada è in salita. Il governo dovrà quotidianamente confrontarsi con il Parlamento e il Parlamento è quello che è. Una parte dei 5Stelle certamente voteranno contro. Il PD, che ha battuto una musata storica, dovrà riallineare la sua politica. Zingaretti è un leader azzoppato. Ha sbagliato tutto e per il bene del partito e del Paese sarebbe bene passasse la mano, certo con calma, ma non può gestire la nuova fase che ora, almeno si spera, dovrà essere improntata ad un riformismo serio e concreto. Renzi, che ha indubbiamente riportato una vittoria schiacciante (ancora una volta la negazione della teoria “uno vale uno”), deve stare calmo. Nel Paese contro di lui c’è un’acrimonia, certo ingiustificata, per superare la quale comunque ci vorrà del tempo. Il governo Draghi sarà un’occasione importante anche per il centrodestra che ha finalmente l’opportunità di mettere definitivamente in soffitta la sua parte di demagogia, populismo e antieuropeismo. Con Draghi, sicuramente Forza Italia e gran parte della Lega. Fratelli d’Italia farà buon viso a cattiva sorte e si allineerà per non essere marginalizzata.
Vedremo gli sviluppi e la squadra e il tipo di governo, tutto tecnico o misto. Una cosa comunque è certa. Come scritto su facebook il prof. Amedeo Lepore, che i nostri lettori conoscono, chi ha più filo tesserà: “Il Presidente della Repubblica, di fronte all’inconsistenza della “politica politicante” e alla dissolvenza dei partiti, ha fatto la scelta migliore nell’interesse del Paese, in un momento tanto grave e difficile. Occorre un governo autorevole e di svolta, saldamente europeista. I partiti e il Parlamento sono chiamati ad assumersi una responsabilità fondamentale per il futuro dell’Italia. Giorgio Amendola e Aldo Moro, singolarmente, usavano una stessa frase: “chi ha più filo lo tessa”. Chi guarda lontano saprà cosa fare”
Mario Draghi di filo da tessere ne ha quanto ne serve. Speriamo lo lascino lavorare.
Paolo
Niente, solo il mio pieno e convinto apprezzamento.