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La lezione di Carli

La sindrome del complotto internazionale è da sempre molto presente in Italia. Ma altro non è che un riflesso del rifiuto dei mercati, della concorrenza e della libera impresa.

20 Giugno 2019 da Redazione Solo Riformisti Lascia un commento

Scritte nel 1993,  queste poche frasi dell’ex Governatore della Banca d’Italia, Guido Carli, conservano intatta tutta la loro attualità e, per chi ancora conserva un minimo di lucidità, sono un monito da tenere ben presente a fronte del clima politico che si è instaurato oggi in Italia:“Una delle eredità più persistenti della cultura autarchica, fascista, è la sindrome del complotto internazionale. Quando gli squilibri interni raggiungono una dimensione tale da intaccare la fiducia, ecco che scatta il complotto internazionale, gli speculatori, i disertori, i pescecani che portano all’estero interi pezzi della ricchezza nazionale. La denuncia di piani destabilizzanti, orditi da circoli occulti della finanza internazionale, dimostra come dal profondo emerga un rifiuto istintivo per l’apertura dei mercati, per le regole della concorrenza, della libera impresa, il rifiuto del principio secondo cui il cittadino ha il diritto di esprimere un voto quotidiano sull’operato del governo, scegliendo se convogliare il proprio risparmio sui titoli della Repubblica o su quelli di altri stati”.

(Guido Carli “Cinquant’anni di vita italiana”, Laterza).

 

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