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Solo Riformisti

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Il campo largo s’è ristretto

La Schlein  presenzia tutte le manifestazioni di piazza con Ladini e Giuseppe Conte. Lei è sempre lì, in prima fila, a rincorrere ed abbracciare Conte, confidando che l’unità del campo largo, ma sempre più spostato a sinistra, sempre più radicale, sia la soluzione vincente. Peccato che i numeri dicano altro. 

29 Giugno 2023 da Roberto Riviello Lascia un commento

Visti i risultati delle elezioni regionali in Molise (oltre il 60% per il centrodestra), non si può che fare una semplicissima considerazione: il fugace incontro al bar tra Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni non ha portato bene alla compagine di centrosinistra. E soprattutto quei risultati hanno dimostrato empiricamente che la politica della Segretaria del Pd è sbagliata, nella sua ostinazione di riesumare il cadavere di una esperienza politica già dimostratasi fallimentare: il campo largo.

Com’è possibile che lei si sia dimenticata la tragicommedia del governo giallo-rosso, che nel momento più difficile della storia patria recente si era dimostrato incapace di vaccinare gli italiani su larga scala e contemporaneamente non aveva preparato una proposta seria da portare in sede europea per assicurarsi i fondi del Pnrr?  Forse perché la Schlein, che a quei tempi sedeva nella giunta della Regione Emilia-Romagna, era totalmente assorbita da un incarico molto preciso: gestire la transizione energetica e mettere in sicurezza il territorio con la costruzione di una ventina di casse d’espansione. Ma quanto è avvenuto solo poche settimane fa certifica che quel compito lei non l’ha portato a conclusione, visto che non tutte le necessarie casse di espansione sono state costruite e di conseguenza l’alluvione ha fatto strage di uomini, animali, aziende agricole e infrastrutture.

Ciononostante Elly Schlein è sempre lì che va avanti come un treno: forte del consenso ricevuto alle primarie – anche se non dagli iscritti al partito che invece avevano saggiamente indicato l’usato sicuro di Bonaccini – prosegue nella rincorsa degli alleati a sinistra del Pd, fregandosene del centro, dei moderati e dei progressisti. E così     presenzia tutte le manifestazioni di piazza con Ladini e Giuseppe Conte, persino quelle in cui ci sarebbe da vergognarsi; come quando sul palco dei pentastellati si sono presentati prima Beppe Grillo a delirare su possibili brigate rosse e verdi di ambientalisti, e poi Moni Ovadia a sproloquiare contro la NATO e gli USA nel peggiore gergo da propagandista filorusso.

Lei è sempre lì, in prima fila, a rincorrere ed abbracciare Conte, confidando che l’unità del campo largo, ma sempre più spostato a sinistra, sempre più radicale, sempre più diretto sui temi dei diritti e dell’ambiente sia la soluzione vincente per battere l’egemonia di Giorgia Meloni e della destra.

E se i risultati delle ultime amministrative consegnavano quasi tutti i comuni alla destra, beh, non era certo colpa della neo Segretaria del Pd – così dicevano – che si era da poco insediata. Allora il banco di prova sarebbe stata l’elezione del presidente in Molise, dove il candidato del centrosinistra era espressione dell’alleanza magica tra Conte, Schlein e Fratoianni: quella siglata attorno a un tavolino come se si trattasse di “tre amici al bar”.

Ma le cose non sono andate secondo i piani della Segretaria del Pd, perché fatti seguono la logica della realtà e non dell’immaginazione o dell’ideologia. E di conseguenza, in Molise, centrodestra batte centrosinistra 60 a 40. Più chiaro di cosi…

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Info Roberto Riviello

R.R. nel 1978 si è laureato in Filosofia nell'Università di Firenze ed ha sempre insegnato negli istituti secondari della Toscana. Ha scritto per la radio, il cinema e il teatro. Trascorre il suo tempo libero passeggiando in campagna. È appassionato di storia, arte e cucina.

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