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Solo Riformisti

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I cittadini e gli esami specialistici

I dati italiani di una ricerca europea sulla sanità. Terza puntata a cura di Luciano Pallini

4 Agosto 2023 da Luciano Pallini Lascia un commento

Dal medico di famiglia così come dallo specialista possono essere prescritti esami specialisti a fini diagnostici. Anche in questo caso risultano presenti sia un eccesso di domanda, generata dai medici   per strategie di medicina difensiva o per soddisfare insistenti richieste dei pazienti, sia una insufficiente capacità di risposta, tanto in termini di apparecchiature e tecnologie disponibili quanto per un loro insufficiente utilizzo per mancanza di personale addestrato all’uso e di organizzazione dei servizi. Il combinato disposto di questi fattori produce il fenomeno delle liste di attesa nelle strutture pubbliche e convenzionate costringendo alla rinuncia agli esami oppure al ricorso, a pagamento, a strutture private

 La domanda di esami specialistici

Nei dodici mesi precedenti l’indagine, sono stati oltre 20, 8 milioni i cittadini sopra 15 anni che hanno effettuato questi esami, il 40% del totale.

I dati mostrano che c’è un maggior ricorso a questi esami per le donne (12,7 milioni ovvero il 47,1% del totale) sia per le problematiche legate alla gravidanza che per gli screening legati alla prevenzione di specifiche patologie. Meno frequente il ricorso agli esami specialistici da parte degli uomini (8,1 milioni pari al 32,4% della popolazione corrispondente).

Il ricorso agli esami specialistici cresce col crescere dell’età: riguarda il 26,1% della classe 15-34 anni, sale al 41,8% tra 35 e 64 anni fino a toccare il 49,3% sopra i 65 anni: Esistono tuttavia diverse dinamiche per classi di età tra i sessi: tra le donne la frequenza cresce fino al 52,0 tra 35 e 6° anni per poi ridursi al 50,2% sopra i 65 anni mentre per gli uomini la crescita è continua, dal 20,3% fino a 34 anni al 48,0% per gli ultrasessantacinquenni quando si riduce quasi completamente il divario con le donne.

Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per sesso, classe di età Anno 2019 (per 100 persone con le stesse caratteristiche e dati in migliaia) ISTAT EHIS 4.4.2

E’ un’Italia divisa in due quella che fa ricorso ad esami specialistici: si va dal 48,1% dell’Emilia – Romagna, con tutte le regioni del nord al di sopra del 40%, fino al minimo del 29,6% della Campania, con tutte le regioni del centrosud ben al di sotto della soglia del 40%, sulla quale solitaria si attesta la Toscana (40,7%).

Se si restringe lo sguardo sugli ultrasessantacinquenni il quadro non cambia: si è sottoposto ad esami specialisti il 57, 3% in Lombardia e solo il 41,0% in Puglia.

Persone di 15 anni e più e 65 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi  precedenti l’intervista Anno 2019 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) ISTAT EHIS 4.4.3

 

Caro esame, quanto mi costi!

Un terzo delle persone (34,8%) non ha pagato niente per l’esame godendo di esenzioni previste dalla normativa, un terzo (35,6%) ha pagato il ticket, una quota leggermente inferiore (28,3%) ha sostenuto il costo pieno dell’esame.

La quota di esenti cresce dal 23,4% dei più giovani, tra 15 e 34 anni, fino a raggiungere il 52,7% tra gli ultrasessantacinquenni tra i quali solo il 20,8% paga il prezzo pieno, rispetto al 37,0% dei più giovani.

Non ci sono sostanziali differenze tra maschi e femmine: una quota di esenzioni leggermente maggiore tra le donne con il 35,7% contro il 33,4% che invece mostrano una maggior frequenza di pagamenti del ticket (36,6% contro il 34,9% delle donne) mentre si equivale la percentuale di chi ha pagato interamente l’esame, il 28%.

Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi  precedenti l’intervista per tipo di pagamento,  per sesso, classe di età Anno 2019 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) ISTAT EHIS 4.4.2

 La percentuale di esenti appare particolarmente elevata al nord, con il 40,2% in Emilia-Romagna e tutte le altre regioni sopra il 36,0% mentre assai più bassa è l’incidenza degli esenti nel centro e nel sud fino ai minimi di Campania (18,9%) e Lazio (26,9%).

In Campania quasi la metà di chi si sottopone ad esami diagnostici paga il ticket (49,0%) mentre Puglia (30,0%) e Lazio (32,2%) segnano i valori più bassi.

Nel Lazio (39,6%) ed in Puglia) la percentuale più alta di persone che pagano interamente gli esami a fronte di regioni settentrionali che hanno una incidenza più bassa, con i minimi in Emilia Romagna (18,6%) e Lombardia (23,7%).

Persone di 15 anni e più e 65 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per tipo di pagamento dell’ultimo esame Anno 2019 (quozienti standardizzati per 100 persone) ISTAT EHIS 4.4.4

 

La scelta delle strutture dove fare gli esami

 Tre quarti delle persone (75,6%) si rivolge a strutture pubbliche o private convenzionate per l’effettuazione degli esami specialistici, senza nessuna differenza tra maschi e femmine.

E’ l’età che modifica i comportamenti segnando, con il suo avanzare, una crescente propensione a rivolgersi a strutture pubbliche o private convenzionate, dal 66,0% per i più giovani fino all’82,8% tra gli ultrasessantacinquenni.

Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per tipo di struttura scelta per l’ultimo esame, sesso e classe di età  Anno 2019 ISTAT EHIS 4.4.6

 

L’Appennino mostra, anche per gli esami diagnostici,  che esistono due Italie divise dagli Appennini: al Nord è assolutamente prevalente il ricorso a strutture pubbliche o private convenzionate, con percentuali che vanno dall’83,8 dell’Emilia-Romagna al 78,9% del Veneto mentre al Centro ed al Sud i valori scendono, compresi tra il 71,9% della Toscana ed il 65,3% della Campania. Per dirla più semplicemente, solo un cittadino su sei in Emilia-Romagna si rivolge al privato mentre in Campania è un cittadino su tre costretto a questa scelta.

 Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per tipo di struttura scelta per l’ultimo esame, per regione  Anno 2019 ISTAT EHIS 4.4.6

 

La scelta dove effettuare gli esami è motivata in primo luogo dalla fiducia nella struttura (39,5%), con percentuali ancora superiori per gli ultrasessantacinquenni (41,2%) e tra le donne (41,4%).

Seguono, distanziati, altri due fattori che concorrono a indirizzare la scelta:

  • Il costo che conta per il 21,2%, con una particolare accentuazione tra gli ultrasessantacinquenni dove arriva a contare per il 25,5%;
  • Il tempo di attesa che pesa nel 20,6% delle persone, arrivando fra le donne al 23,4% e per chi è in età lavorativa, al 22,2%.

 Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per totale  strutture scelte per l’ultimo esame, motivo della scelta, sesso, classe di età Anno 2019 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) ISTAT EHIS 4.4.6 (possibili risposte multiple totale>100)

 La scelta della struttura pubblica o convenzionata è trainata dai motivi economici, quale che sia l’età ed il sesso delle persone. Alle strutture private si ricorre soprattutto per risparmiare sui tempi degli esami, anche in questo caso a tutte le età e senza diversificazioni tra i sessi.

Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per tipo di struttura scelta per l’ultimo esame, motivo della scelta, sesso, classe di età Anno 2019 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) ISTAT EHIS 4.4.6 (possibili risposte multiple totale>100) Differenza Pubblica- convenzionata e totale

 

 Le dinamiche a livello territoriale non mostrano ribaltamenti nella gerarchia dei principali criteri di scelta della struttura per l’effettuazione degli esami.

Al primo posto si trova ovunque la fiducia nella struttura, con un intervallo di oscillazione compreso tra il 45,6% della Campania ed il 36,2% della Toscana.

A seguire si conferma il costo che in Toscana risulta indicato dal 26,9% ( segue l’Emilia R. con il 25,5%) mentre il minimo è in Lombardia, con il 16,7%.

Più disperse le percentuali a scala regionale per il peso del tempo di attesa: dal picco del 25,1% del Lazio (con la Toscana al 24,2%) mentre in Emilia-Romagna si ha il minimo del 12,8%.

Per i residui criteri di scelta, la qualità delle attrezzature pesa per l’8,5% in Campania, l’assenza di altre strutture in zona per il 6,4% in Veneto ed il 6,1% in Toscana, l’essere accogliente e poter fissare l’appuntamento è ritenuto importante per l’8,5% delle persone nel Lazio e nella Campania

 Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per tipo di struttura scelta per l’ultimo esame, per regione e  motivo della scelta Anno 2019 (quozienti standardizzati per 100 persone)

Sono Toscana e Lazio le regioni nelle quali le persone sono più pesantemente condizionate nelle loro scelte: per motivi di costo verso le strutture pubbliche o private condizionate con un differenziali del 10% nelle risposte, e costrette al ricorso al privato per l’effettuazione degli esami in tempi rapidi (-12,8% e – 13,2% rispettivamente).

La migliore situazione appare quella della Lombardia, con quote minori di persone condizionate da questioni di costo (3,2%) e di tempi di attesa (-3,2%).

 Persone di 15 anni e più che hanno fatto ricorso a esami specialistici nei 12 mesi precedenti l’intervista per tipo di struttura scelta per l’ultimo esame, motivo della scelta, regione. Anno 2019 (per 100 persone con le stesse caratteristiche) ISTAT EHIS 4.4.6 (possibili risposte multiple totale>100) Differenza Pubblica- convenzionata e totale

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Info Luciano Pallini

Laureato in Economia e commercio all’università di Firenze con il massimo dei voti e la lode, Luciano Pallini è stato dal 1970 al 1975 responsabile dell’Ufficio studi del Comune di Pistoia. Qui, dal 1975 al 1988, ha ricoperto diverse cariche elettive. Già componente del consiglio di amministrazione dell’Irpet e della S.a.t. “Galileo Galilei” di Pisa, svolge da trent'anni attività di consulenza alle imprese e di ricerca economica. Attualmente svolge attività di coordinamento del Centro studi Ance Toscana e del Centro studi della Fondazione Filippo Turati. Presiede inoltre l’associazione E.s.t. (Economia società territorio) con la quale realizza progetti di sviluppo basati sulle risorse locali, in particolare i beni culturali.

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