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Draghi, l’Italia e l’Europa

Il fallimento di Draghi sarebbe una sentenza di morte per l’Italia, che si brucerebbe l’aiuto della Europa, che già malvolentieri, e solo grazie a Merkel e Macron, si è resa disponìbile ad assistere l’Italia. 

2 Febbraio 2021 da Paolino Casamari Lascia un commento

Ora, si ricomincia da capo, non con l’uomo forte, o l’uomo del destino. Ma con una persona che ha saputo fare politica per salvare l’Euro e l’Europa,  e quindi l’Italia, destreggiandosi tra 19 Paesi con interessi non coincidenti, e alle volte divergenti. Certo, uno non eletto, ma d’altra parte il personale politico eletto è quello che è, e da solo non ha avuto la capacità e l’intelligenza  di affrontare la situazione.

Adesso il Parlamento e i parlamentari sono chiamati ad una prova del fuoco: dimostrare di anteporre le esigenze del Paese agli interessi di gruppo, di bandiera, o di “partito”.  Draghi ha il compito di affrontare il piano vaccini e la lotta alla pandemia, il costo sociale della crisi economica e del blocco delle attività produttive e commerciali, la definizione del Piano Next Generation EU e presentarlo alla Europa. E quanto dovrà durare il governo Draghi ?  Andare oltre il semestre bianco e portare alla elezione del Presidente della Repubblica o arrivare al 2023?

Draghi non è la fine della politica, anzi. Si arriva a Draghi perché si sono inseguiti Ciampolillo e Mariarosaria Rossi. Perché è fallita una strategia politica dei gruppi dirigenti politici del PD e del M5S. Perché la destra non è stata capace di fare politica e di proporre una soluzione che la mettesse in condizione di determinare il governo del Paese: bastava che dicesse che, prima delle elezioni, bisogna dare un governo di “salute pubblica” per affrontare le emergenze, ripeto, le emergenze,  e avrebbe spiazzato tutti gli altri. E invece, nel suo immobilismo politico, finisce per mettersi in condizione di appoggiare o di favorire la nascita del governo Draghi. Se non aiutasse Draghi, con il voto favorevole o l’astensione, finirebbe per addossarsi la responsabilità di bruciare i ponti con l’Europa.

Piaccia o non piaccia, il fallimento di Draghi sarebbe una sentenza di morte per l’Italia, che si brucerebbe l’aiuto della Europa, che già malvolentieri, e solo grazie a Merkel e Macron, si è resa disponìbile ad assistere l’Italia.  Non bisogna dimenticarsi appunto che il nostro Paese è il più assistito d’Europa:  da Paese protagonista è tristemente  passato  a comparsa, a figurante.

Una occasione per il Parlamento  

Il Presidente della Repubblica ha dato l’incarico a Draghi per formare un nuovo governo «Con grande rispetto mi rivolgerò innanzi tutto al Parlamento, espressione della volontà popolare. Sono fiducioso che dal confronto con i partiti e i Gruppi parlamentari e dal dialogo con le forze sociali emerga unità e con essa la capacità di dare una risposta responsabile e positiva all’appello del Presidente della Repubblica. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni»..

Oggi il Parlamento può riassumere un ruolo fondamentale, quella espressione della volontà popolare, quella capacità di rappresentanza che la gestione monocratica e mediatica di Conte ha sacrificato e annullato.

Il Parlamento e le forze parlamentari possono essere la forza determinante per la ripresa del Paese.

E debbono anche risolvere i problemi istituzionali aperti: la legge elettorale, la sfiducia costruttiva, una definizione più netta dei limiti dello stato di emergenza e dell’uso-abuso dei decreti legge.

(questo articolo con il consenso dell’amministratore del blog è ripreso dal sito www.il migliorista.it)

 

 

 

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