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Solo Riformisti

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Chi ha paura delle sardine?

Le sardine non si candidano a rivitalizzare la sinistra, ma ad essere un movimento di libertà. Per questo meritano attenzione.

25 Novembre 2019 da Stefano Baccelli 1 commento

Finalmente in politica qualcosa si muove. Direte! Perché finalmente? Quando mai in passato si era visto tanto subbuglio? Scissioni a gogò, a destra e sinistra, elettorato fluido, perfino alleanze tra avversari dichiarati! No signori! Tutto ciò non si può considerare sommovimento: le scissioni ci sono sempre state e la politica è da secoli piena di giochi e giochetti, posizionamenti e ricollocazioni. Opportunismi e personalismi. Notevole, per la verità, vista la statura ed il carisma del suo fondatore, Matteo Renzi, è stata la nascita di Italia Viva, che tuttavia si candida a crescere piano piano, comunque tutt’altra cosa rispetto alle altre due neonate “Azione” di Carlo Calenda e “Cambiamo” di Giovanni Toti.

Nulla di particolarmente nuovo però. La vera novità, perché giunta all’improvviso ed è diventata subito dirompente, è il cosiddetto “movimento delle Sardine”: nessuna bandiera, ma tanta voglia di dar visibilità agli invisibili. Sono bastati pochi giorni e il tam tam sui Social di quattro trentenni, per far steccare l’unicorde sinfonia dei salotti televisivi.

Una piazza senza palchi e tribuni, ma solo formata da persone di buona volontà, ha lasciato a bocca aperta gli analisti, i politologi e anche l’opinione pubblica. Il tutto ha visto la luce a Bologna, giovedì 14 novembre 2019, quando 20.000 persone hanno gremito Piazza Maggiore, nelle stesse ore in cui Salvini pensava di godersi i riflettori e i 6000 aficionado accorsi al Pala Dozza, sempre nel capoluogo felsineo, arrivati sui pullman, provenienti in gran parte dal Veneto e da Trentino, “a liberare Bologna …”.

Sono passati pochi giorni, ma la risposta emiliana al presunto dilagare del sovranismo in Italia, si sta diffondendo a macchia d’olio: piazza gremite di pesciolini anche a Parma sotto la pioggia, repliche a Modena, Reggio Emilia e Rimini, ma questa marea pacifica e che non fa danni, si allarga in tutto il Paese.

Un segnale di incoraggiamento per il candidato governatore del centrosinistra Bonaccini, che elegantemente non ha però minimamente cavalcato il fenomeno.

Inaspettato e dirompente, il movimento nato dal web, si è presto dimostrato uno smacco a Salvini, che credeva con la costosissima “Bestia” di aver monopolizzato e annichilito la rete.

Ed è stata la rappresentazione plastica della deriva del M5s, che vede occupare da altri quelle piazze dallo stesso abbandonate dopo aver scelto il Palazzo.

Un ritorno sulla terra, anche per la donna cristiana e italiana, l’ineffabile Giorgia Meloni ed i suoi falsi follower, sfidata da gente in carne e ossa e costretta a rifugiarsi nel complottismo: accusa le sardine di essere il Pd sotto mentite spoglie!

In qualche modo colgono di sorpresa anche la sinistra, che adesso spera di poter riemergere grazie a questa manna dal cielo, ma che probabilmente, come suo solito, perderà l’ennesima occasione.

Zingaretti, intanto, proprio a Bologna, in fretta e furia, ha cercato di tirare le sardine per … le pinne, ma con scarso successo.  Le sardine, infatti, non chiedono, a chi riempie le piazze, di essere collocati al centro, a sinistra, al centro sinistra, al nordest o nordovest, e nemmeno pongono l’eterno dilemma se sia meglio la protesta o la proposta. Anche se certamente chiedono di non essere sostenitori dell’estrema destra.

Dicono, più semplicemente, basta all’odio, che tanto tira nei sondaggi. Dicono che c’è anche un Paese che non si sente rappresentato dall’arroganza e dal negazionismo.

Lo slogan “l’Emilia non si Lega”, o il sottotitolo: “l’Emilia non abbocca”, pone l’ironia al centro del dibattito politico!

L’ascesa incontrastata dell’estrema destra, la rivalutazione dei nostalgici di Predappio e il ruffiano “Prima gli italiani”, da un giorno all’altro diventano dei ferri vecchi.

C’è anche un’Italia che non vuol dormire con il fucile sotto il cuscino – ci racconta quello slogan, una Italia che scende in piazza, accontentandosi di riconoscersi in un pesciolino con la bocca piccolissima e proprio per questo non abbocca all’amo. Eppure un manifesto le sardine ce l’hanno, come le idee. Tutt’altro che disprezzabili. Al grido: “Benvenuti in mare aperto”, le sardine spiegano: “Cari populisti, lo avete capito.

La festa è finita. Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota.

Di quei contenuti non è rimasto più nulla. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare. Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara. Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete. Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare. Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. È stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi. Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto. Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie. Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare. Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo”.

Le sardine, quindi, non si candidano a rivitalizzare la sinistra, ma ad essere un movimento di libertà.

Per questo meritano attenzione. Sarebbe grave per i sinceri democratici perdere uno degli ultimi treni verso la libertà, minacciata dalle chiusure e i nuovi muri che ogni giorno si innalzano.

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Archiviato in:Politica

Info Stefano Baccelli

Classe 1955, giornalista iscritto all’Albo professionale dal 1982. Già dipendente della Pubblica Amministrazione, ha svolto per molti anni il ruolo di economo nella Rsa Villone Puccini, per poi passare all’area della Comunicazione dell’Azienda Usl pistoiese. E’ stato tra i soci fondatori della Cooperativa Giornalistica “Settegiorni” e direttore responsabile dell’omonima rivista settimanale. Dal 1990 agli inizi degli anni 2000 ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa della Cgil di Pistoia e dal 2000 svolge il medesimo incarico alla Pistoiese Calcio. E inoltre autore dei libri: “Ho vinto”, intervista ad un malato terminale, “il Nonno”, libro/intervista sulla vita di un noto imprenditore, “Memorie”, pubblicazione storica per i 100 anni dello SPI/CGIL e “Barile tra storia e leggenda”, dedicato ad un borgo alle porte di Pistoia.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Paola dice

    30 Novembre 2019 alle 18:01

    Sono d’accordo e soprattutto rite go assolutamente vero che ci sono persone.che la politica la fanno con passione e non per interesse proprio ma per il bene comune. Allora brave sardine è l’ora di svegliare le coscienze e soprattutto i giovani per il loro presente e il loro futuro.

    Rispondi

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