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Bugie antisemite per nascondere il fallimento russo

Il primo errore di Lavrov è stato quello di ritirare fuori lo stereotipo dello Zelensky nazista cui non ha mai creduto nessuno. E poi di associarlo con la parola ebreo, occhieggiando a chi gli ebrei non li ha simpatici, e ce ne sono parecchi.

5 Maggio 2022 da Fiamma Nirenstein Lascia un commento

Cupo, oscuro, pesante: Sergey Lavrov oltre a peggiorare, se possibile, l’immagine del suo Paese, esce dalla triste performance televisiva italiana con una bolla di volgarità, un leader mondiale che ha gettato la sua credibilità alle ortiche suscitando una tempesta diplomatica di misero contenuto: un personaggio di primo piano in difficoltà, che non sapendo cosa dire spara stupidaggini arroganti e disonorevoli. La sua intervista è stata la conferma di quanto la guerra per i Russi vada sostanzialmente male, e anche di quanto povera sia la ratio originaria sostenuta dalla propaganda di Putin, che parla di “denazificazione”. E’ stata una parola d’ordine che è andata male fin dall’inizio, una scelta avventata: era difficile far passare Zelensky il suo governo, le sue aspirazioni, per “naziste”: con tutto lo sconto dovuto alla Russia per la scelta, a causa della sua grandiosa battaglia contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale,  nulla che potesse somigliare ai peccati, pur gravissimi, del passato dell’Ucraina, certo, si è mai potuto identificare come il motivo attuale di una crociata in cui la Russia avesse ragione.

Quindi, il primo errore di Lavrov è stato quello di ritirare fuori lo stereotipo dello Zelensky nazista cui non ha mai creduto nessuno. E poi di associarlo con la parola ebreo, occhieggiando a chi gli ebrei non li ha simpatici, e ce ne sono parecchi, specie in questo periodo di antisemitismo rampante. Ebrei, Zelensky, lobby ebraica, Israele, America aggressiva, denazificazione come pacifismo, magari partigiani… Un pacchetto ammiccante quanto volgare.

Il mondo occidentale ormai ce l’ha con la Russia per lo stuolo di inaspettate atrocità sempre più accertate da falangi di giornalisti sfiniti, armati di telefonino e di coraggio; inoltre, osserva l’incompetenza dell’esercito russo; teme l’irresponsabilità e la mancanza di preveggenza che fa prevedere guai infiniti nel campo energetico e persino atomico;  verifica il rifiuto di Putin di accettare (ed è così ormai da molti anni) che Ucraina, Georgia, Kyrgyzstan eccetera… non accettano, e a buon diritto di piegarsi al dominio russo. Lavrov deve essere molto irritato da questo insieme, e le dichiarazioni cariche di volgarità, pretestuosità e antisemitismo lo dimostrano. Zelensky è ebreo, ergo poiché l’Ucraina è nazista gli ebrei possono essere i peggiori antisemiti, anzi gli ebrei magari sono nazisti. Anzi, Hitler, ha detto, forse era ebreo. L’aveva già scritto Hans Frank governatore nazista della Polonia occupata in un memoriale scritto a Norimberga, già in galera.

È la storia miserabile di una bisnonna cameriera che forse resta incinta del padrone di casa. Roba da poveracci. Non è invece solo da poveracci ma da antisemiti l’accusa agli ebrei di essere loro i peggiori nazisti. Ne esiste un’intera biblioteca, è il famoso “rovesciamento” di cui parla lo storico Robert Wistrich , chiamandola anche  “nazificazione” di Israele e del popolo ebraico: gli ebrei farebbero ai palestinesi ciò che i nazisti fecero loro. Propaganda molto comune. Adesso un altro passo: gli ebrei, ovvero Zekensky, da ebrei nazisti, governano il Paese nazificato che si ribella alla Russia, l’Ucraina. Chi con un’altra aggressione antisemita, nei giorni scorsi ha detto che gli Ucraini sono come i palestinesi e gli ebrei come i russi, adesso ha la continuazione e la chiusura del cerchio a portata di mano: gli ebrei sono nazisti, e anche talora ucraini, come volevasi dimostrare.

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