Della recrudescenza dell’antisemitismo in Italia ha parlato, descrivendone con precisione la drammaticità, Goffredo Buccini solo pochi giorni fa sul Corriere della Sera. Ma oggi bisogna aggiornare il suo elenco di fatti e persone, indicando un altro “campione” di questa nefasta ideologia: il toscanaccio attore comico Massimo Ceccherini il quale, durante una trasmissione televisiva precedente la Notte degli Oscar, ha tranquillamente dichiarato che il bellissimo film di Matteo Garrone non avrebbe vinto perché “vinceranno come sempre gli ebrei”, con riferimento implicito a quello che è da molti considerato un capolavoro: “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer. Le parole di Ceccherini, che rispondono al più tradizionale dei clichè antisemiti, cioè quello del complotto internazionale giudaico che avrebbe la sua centrale operativa nell’alta finanza americana, non hanno però prodotto una reazione energica nella sua intervistatrice, Francesca Fialdini, la quale si è limitata a celare il suo imbarazzo e a deviare il discorso su una migliore “comfort zone”.
Ecco dunque che l’antisemitismo italiano, di cui abbiamo quasi quotidianamente dimostrazione nelle decine di manifestazioni pro Palestina e pro Hamas nonché in numerose testate giornalistiche e dichiarazioni di esponenti politici sedicenti pacifisti, viene declinato nella sua forma regionale specificatamente toscana, che forse meriterebbe di essere indagata da qualche studioso serio del fenomeno.
Qui ci limitiamo a segnalare un paio di casi più recenti e anche più evidenti. Innanzitutto l’ospitalità concessa da parte del Comune di Firenze al convegno “Pace e giustizia in Medio Oriente” che, come ha scritto il Presidente della comunità ebraica fiorentina Enrico Fink in una lettera ufficiale indirizzata alle autorità cittadine e meritoriamente pubblicata da questa testata, “riproponeva per l’ennesima volta una sterile narrativa completamente di parte”, facendo uso improprio della parola “genocidio” con riferimento alla guerra che si sta combattendo nella striscia di Gaza.
Ancora più scandaloso, ammesso che si possa fare di questi eventi una classifica, è stato l’episodio che ha visto, durante una manifestazione per la Festa dell’8 marzo, sempre a Firenze, una ragazza di nome Sara venire di fatto cacciata dal corteo perché portava un cartello con la scritta “Non una parola sugli stupri di Hamas. Le donne israeliane se la sono cercata?”. Nello stesso corteo sventolavano tranquillamente le bandiere palestinesi, ma la condanna delle violenze subite dalle donne israeliane durante il pogrom del 7 ottobre, riconosciute anche in sede ONU, veniva considerata una “provocazione
Morale della storia: quella di Massimo Ceccherini non è stata semplicemente la battuta volgare di un comico, ma purtroppo la spia di un sentiment sempre più diffuso e allarmante anche in una Regione da sempre schierata in difesa dei valori della nostra Costituzione.
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