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Solo Riformisti

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Tempi moderni?

Strani messaggi dal mondo dei media, della politica, della giustizia. E’ il segno preoccupante di un pericoloso regresso civile e culturale che dovrebbe ormai essere alle nostre spalle

15 Marzo 2019 da Eugenia Vanis Lascia un commento

Credo che il Padreterno ogni tanto ci mandi l’influenza affinché noi , convinti di essere cittadini del mondo e capaci di  interpretare le ragioni di ciò che ci accade intorno, ci rendiamo conto che esiste una realtà virtuale che vive nelle nostre case, dentro la nostra televisione e che sferra i suoi attacchi nel pomeriggio; con una forza subdola, suggestiva, intrigante.

Dal mio divano, un po’ ammaccata dalla febbre, assisto su una rete pubblica  a una trasmissione di cui ignoravo l’esistenza; l’ennesimo contenitore – pensavo – che ravana nel dolore della gente ma non  manca di aggiornarci sui successi dei Ferragnez. Insomma, roba tutto sommato innocua. Pensavo.

A un certo punto però, viene mandato in onda un servizio che ho trovato allucinante: due genitori, di cui uno famoso, che hanno perduto un figlio, e un uomo che ha visto morire l’amore della sua vita. Entrambi dichiarano di essere in contatto con i loro cari, di ricevere segnali inconfutabili della loro vicinanza e presenza; il marito poi dichiara di non essersi accontentato di queste prove, e di  aver spinto la ricerca nel mondo occulto della metafonia, accompagnato e assistito  da un medium.

Con una probabile resipiscenza sulla delicatezza del proprio ruolo, la presentatrice al termine degli interventi, e dopo i saluti di circostanza, ammonisce sul rischio di affidarsi al mondo dell’occulto, popolato da persone pericolose e che si potrebbero approfittare di menti più fragili: ho visto davanti a me proprio quelle persone spesso sole, anziane, ammalate, per cui la televisione nel pomeriggio è la vera e spesso unica compagnia. Persone anche fragili, appunto, che potrebbero essere violate da quel servizio pubblico per cui paghiamo in bolletta l’abbonamento .

Voce del sen fuggita? Non so, ma penso alla proposta dei corsi scolastici  di esorcismo, un ministro della famiglia che tuona sul ruolo della donna, sentenze che riportano a un codice penale plumbeo che credevamo di aver superato.

Sono eventi fra sé scollegati? Non so, ma la convergenza temporale denota la formazione alluvionale di una regressione culturale e ideologica  che, uscendo di casa la mattina, a testa alta e con le mie (poche) certezze, ero certa che fosse ormai archiviata.

 

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Info Eugenia Vanis

EUGENIA VANIS è uno pseudonimo che richiama, per l'autrice del brano, le profonde radici familiari sociali, culturali a cui si sente legata.
Pistoiese, di studi umanistici e giuridici, si considera fortunata per aver avuto ottimi maestri e ottimo compagni di scuola.
Lettrice più che scrittrice, laica nel senso più dissacrante del termine, credente nello stesso modo, di formazione umanistica, la Vanis è legata da un amore contrastato alla sua città.
Che vorrebbe più reattiva, capace di essere protagonista o almeno comprimaria in uno dei tanti scenari culturali, economici, politici su cui questa parte di Toscana si potrebbe misurare.
Nessuno ordine, nelle sue riflessioni; perché fa altro di mestiere, e carpisce suggestioni emozioni e sdegni in maniera confusa da ogni momento della propria vita .
Con un sofferto, curioso occhio verso un mondo che sta cambiando, in un senso che non le piace per nulla.

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