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Solo Riformisti

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Se all’anagrafe mi sentirò Yolo 

22 Novembre 2021 da Il tocco di Alviero Lascia un commento

Si è scritto la scorsa settimana degli effetti del Covid sul mercato del lavoro, individuando nella generazione “Yolo” un gruppo di persone sempre più numeroso, fuoriuscite dal mondo dell’impiego, e proiettate alla ricerca di una migliore qualità di vita.

Ma la rivoluzione pandemica continua a determinare cambiamenti epocali anche per chi, nel mondo del lavoro, ci è rimasto.

Lo smart working generalizzato è già entrato nella sua fase discendente (recrudescenza del virus permettendo): si sente il bisogno di riappropriarsi della dimensione umana che solo il lavoro in presenza permette, anche se un margine di elasticità in tal senso, verrà sempre garantito e anzi favorito dal datore di lavoro, sia esso privato o una amministrazione pubblica.

E se il mondo dei privati ha modificato tutto sommato alla svelta l’organizzazione delle imprese, riconfermando dove possibile una gestione “smart” del carico di lavoro e generando un win-win che fa felice tutti (aumento del benessere collettivo, risparmio sui trasporti, minore traffico, minore inquinamento, minor stress, maggior risparmio sui consumi etc etc…) è sulla famigerata riforma della pubblica amministrazione che ci giochiamo, almeno in Italia,  il nostro futuro e benessere collettivo.

La digitalizzazione è una parola che già esprime di suo una metrica melodiosa e l’annuncio della anagrafe digitale con i primi 14 certificati online che i cittadini possono avere in maniera autonoma e gratuita può comportare legittime scene di commozione al ricordo delle tante ore passate in coda allo sportello, scandite dal saltuario bisillabo “dica”.

Immaginare a tendere di poter dialogare con la pubblica amministrazione su ergonomiche sedie d’ufficio (se impresa), o più comodamente sprofondati sul sofà del salotto (se privato) ci consentirà di ripensare non solo a come impiegare in maniera opportuna il tanto tempo risparmiato, (magari dedicandoci finalmente ad attività salubri e all’aria aperta), ma anche a una nuova lirica nelle favole da raccontare ai nostri bambini.

Salveremo il “c’era una volta” che crea sempre pathos e interesse, ma anziché mortificare necessariamente il povero lupo, avremo la possibilità di ricordare angusti, disadorni e chiassosi corridoi di edifici pubblici, dove la gente entrava e non sapeva mai come, quando e come ne usciva.

 

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Info Il tocco di Alviero

Alviero Laureato con lode in Economia e alunno dell’Almo Collegio Borromeo, ha studiato e lavorato per alcuni anni all’estero. Master post laurea in “Contabilità e Finanza”, esperto di consulenza finanziaria e gestione del portafoglio, è stato manager nell’area dei mercati finanziari in alcuni dei principali gruppi bancari italiani e internazionali. Docente in alcuni Master post laurea, per diletto si appassiona di arte ed è autore di numerosi studi di economia e finanza dell’arte. Autore di numerose pubblicazioni, è stato insignito della Medaglia Laurenziana per la divulgazione di contenuti tematici innovativi a livello nazionale e vincitore del Premio Spoleto Festival Art 2016. Si interessa anche di politica, ma non ha vinto nessun premio. Ha una compagna e due figli che gli danno molta soddisfazione, a differenza della sua squadra del cuore… ma si sa che il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.

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