• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy
  • Iscrizione Newsletter

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli

Non ci arrenderemo mai

Il viaggio di  Zelensky negli Stati Uniti significa riconoscere che l’America di Biden è tornata a rappresentare, dopo gli anni dell’isolazionismo trumpiano e del pacifismo obamiano, la Casa della libertà e la difesa della democrazia.

23 Dicembre 2022 da Roberto Riviello 1 commento

Dopo trecento giorni di guerra, trascorsi nei bunker o visitando i soldati al fronte – e sempre vestito da militare -, Volodymyr Zelensky è uscito dall’Ucraina per volare a Washington scortato dai caccia della NATO, e incontrare il Presidente Biden e i rappresentanti del popolo americano.

Alla speaker della Camera Nancy Pelosi, Zelensky ha consegnato una bandiera ucraina che proviene da una delle città più martoriate dai bombardamenti russi; a Joe Biden ha portato una medaglia d’oro al valor militare; e ai deputati e senatori riuniti nella sala del Congresso ha detto poche e semplici parole, riassumibili nella promessa: “Non ci arrenderemo mai”.

Ci fu un altro leader europeo che, all’indomani del bombardamento giapponese su Pearl Harbor, sentì l’esigenza di andare a Washington a parlare con il Presidente Roosvelt e i vertici americani: era Churchill, che neppure concepiva la possibilità di arrendersi al nazismo e ai suoi alleati; e che un paio di anni prima, mentre quasi tutta l’Europa veniva soggiogata dalle croci uncinate di Hitler, aveva organizzato la difesa dell’Inghilterra al prezzo di “sangue, fatica, lacrime e sudore”.

Non è retorica ricordare che a Zelensky, il giorno dopo l’inizio dell’invasione, gli americani offrirono un volo aereo per mettersi in salvo oltre Oceano; un volo che lui rifiutò, per poi chiamare il popolo ucraino alla difesa della patria e della libertà. Ed è un dato di fatto che la difesa dell’Ucraina è stata possibile principalmente grazie a due fattori: il coraggio e l’eroismo di tutto quel popolo; l’appoggio decisivo degli Stati Uniti a cui si sono affiancati, non senza qualche distinguo, gli alleati europei.

Qui ora occorre essere molto espliciti: dietro l’intervento degli Stati Uniti c’è un nome preciso: Joe Biden. Perché il Presidente ha sostenuto dal primo momento e senza incertezze la resistenza ucraina, e, pur lasciando aperti canali di comunicazione con la Russia, ha sempre dichiarato che la pace non sarebbe stata possibile senza il ritiro degli invasori e il consenso degli ucraini.

Ecco, dunque, il senso del viaggio di Zelensky a Washington, che va oltre la richiesta di batterie di missili Patriot e nuovi sistemi di difesa antiaerea (richiesta per altro accettata dal Presidente e dal Congresso in modo bipartisan, alla quale si aggiungeranno presto altri 45 miliardi di dollari per aiuti di varia natura). Andare negli Stati Uniti, oggi, significa riconoscere che l’America di Biden è tornata a rappresentare, dopo gli anni dell’isolazionismo trumpiano e del pacifismo obamiano, la Casa della libertà e la difesa della democrazia.

Joe Biden si è riconquistato a pieno titolo il ruolo di leader dell’intero Occidente, ma senza la velleità di esportare a tutti i costi la democrazia, che, per esempio, portò al tragico errore della guerra in Iraq. Volodymyr Zelensky questo lo sa bene. Sa che il Presidente americano è dalla parte dell’Ucraina senza se e senza ma; e che anche il prossimo Congresso a guida repubblicana che sta per insediarsi, se si escludono le ali estreme dei repubblicani trumpiani e dei democratici di sinistra come A.Ocasio Cortez, continuerà a sostenere l’Ucraina e a difendere la libertà del suo popolo.

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Esteri

Info Roberto Riviello

R.R. nel 1978 si è laureato in Filosofia nell'Università di Firenze ed ha sempre insegnato negli istituti secondari della Toscana. Ha scritto per la radio, il cinema e il teatro. Trascorre il suo tempo libero passeggiando in campagna. È appassionato di storia, arte e cucina.

Post precedente: « I Qatargate e la fragilità della democrazia europea
Post successivo: Per un Natale di libertà »

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Elisabetta Briano dice

    26 Dicembre 2022 alle 20:19

    Allora siamo a posto

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Bastian contrario

L’ospite

4 Dicembre 2022 | Il Bastian Contrario

Si succedono i governi, cambiano le maggioranze, i potenti di ieri non sono più quelli di oggi.

Ma inevitabilmente a Natale tutte, ma proprio tutte, le trasmissioni televisive invitano Bruno Vespa a presentare il so ultimo libro.

Anche basta. Grazie.

Goodbye 2022 non ci mancherai

18 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Per chi suona la campanella

16 Dicembre 2022 | Il tocco di Alviero

Crisi continua

26 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento Libera nos a malo (2 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Trento libera nos a malo (1 di 2)

12 Novembre 2022 | Il tocco di Alviero

Adda passà a nuttata (2 di 2)

17 Ottobre 2022 | Il tocco di Alviero

Adda passà a nuttata (1 di 2)

3 Ottobre 2022 | Il tocco di Alviero

Era meglio Spasskij contro Fisher

22 Settembre 2022 | Il tocco di Alviero

A tutto gas

12 Settembre 2022 | Il tocco di Alviero

Una recessione d’azzardo

28 Giugno 2022 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • Anita Ferri su Verso un’escalation della guerra?
  • IV domenica tempo ordinario – anno A – 2023 | la parola cresceva su Verso un’escalation della guerra?
  • Bruno Colle su Quale futuro per il PD/5
  • Vincenzo Angelini su MES si, MES no
  • Elisabetta Briano su La forza delle donne iraniane
  • Elisabetta Briano su Donna, vita, libertà
  • Angelo Formichella su Quale futuro per il PD/3
  • MES si, MES no - Rinascimento Europeo su MES si, MES no
  • Mauro su MES si, MES no
  • Maria Acomanni su Ma il PD è ancora un partito?
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it