Capisco che, se mai avessi qualche estimatore, così me lo gioco per sempre. Ma ragioniamo cinque minuti a mente fredda. Ragioniamo sul politico meno amato in Italia.
Nel 2013 Renzi sconfisse Bersani alle primarie del Pd, presentando l’ipotesi di una sinistra riformista, liberale ed euroatlantica. Poi governò con una buona squadra, promuovendo diritti, welfare, un diverso mercato del lavoro. Poi propose quella che, pur con ogni limite, costituiva una storica svolta costituzionale. Poi bloccò il progetto salvinian-zingarettiano dell’estate del papeete. Infine giocò l’avventurosa partita di poker del disarcionamento di Conte e della sua sostituzione con Draghi.
Nel frattempo, avendo attaccato con le sue politiche il santuario della sinistra post-comunista e sindacale, ebbe contro i D’Alema, gli Orlando, i Landini. Legittimo. Ma dovette vedersela anche con la guerra senza quartiere che gli scatenarono i magistrati. E con l’ostilità dei Floris, Gruber, Berlinguer, Travaglio.
Ecco, credo che valutare oggi Renzi significhi valutare cosa sarebbe questo paese se non ci fosse stato Renzi. Del quale gli odiatori ricorderanno l’antipatia caratteriale o qualche “missione all’estero” di troppo, dimenticandone tuttavia l’intelligenza strategica: nel febbraio 2021, quando capirono che quel leader senza esercito li stava clamorosamente sconfiggendo, i grillini gli offrirono sottobanco mari e monti pur di farlo desistere. Renzi non si piegò, anche se sapeva bene che un governo di unità nazionale avrebbe significato l’irrilevanza sua e del suo partito.
Mostrò di avere la stoffa dell’uomo di stato. Di agire avendo come bussola l’interesse del paese.
(articolo ripreso, con il consenso dell’autore, da www.nagora.org)
È tutta sacrosanta verità.!
Sostanzialmente condivido, fermo restando che meno autoreferenzialità e un pò più di oculatezza in certi atteggiamenti strafottenti, lo avrebbero reso uno stratega accettato dal NOSTRO paese.
Così non è stato.
Credo che il governo RENZI abbia fatto alcune cose buone come ti scrivi nell’articolo, però ha commesso soprattutto 2 grandi errori , secondo me naturalmente, il primo sta nella continua voglia di riscrivere la storia di tutta ” la sinistra” perlomeno quella del PD , capisco che per entrare ha dovuto ” rottamare” però poi si è gonfiato e ha continuato sul pezzo della rottamazione, ANPI CGIL ARCI COOP L’ASSOCIAZIONISMO di ” sinistra” soprattutto quello creato dal ex PCI , che ancora oggi ha un forte peso politico e sociale, tutto da ROTTAMARE, alla fine pompato da una minoranza dentro il PD di fedelissimi soprattutto arrivati in maggioranza al PD per la sua persona e non per il PD in quanto tale, con tutti i suoi pro e contro. In sostanza si era formata in alcuni un culto della personalità, in nome della ROTTAMAZIONE, frequentavo siti PRO PD MA CON SOLO RENZI, ricordo il CACCIALI TUTTI fai piazza pulita, cercavo di fare quello che poi sono, la via di mezzo la convivenza nella diversità la democrazia, niente , come accennavi il discorso, apriti cielo, bannato e cancellato. E questo non era buono per il proseguo di un PD anche con RENZI . IN SOSTANZA la storia non si cancella con una ROTTAMAZIONE, si deve capire la storia di una grandissima parte della ” sinistra ” e saper interagire con intelligenza non con quella ARROGANZA che lo accompagnava . Poi la storia del REFERENDUM uno contro tutti, sbagliato in partenza l’approccio con la ” SINISTRA” difatti fu perso , io comunque votati SI. Poi ciliegina , minimo storico alle elezioni politiche 18, qualcosa % . Capisco che RENZI E I RENZIANI battevano sul tema , remano contro ecc ecc , ma secondo me da attivista posso dire che nel PD pochi lo fecero , molti lo fecero fuori dal PD , nel firmamento della ” sinistra “. Morale il finale era già scritto nel suo modo di essere , troppo gasato nel cacciare il ” vecchio ” e proporre un nuovo che stava nel centro destra in minima parte. Cose buone errori megalomania arroganza alla fine doveva andare così .
Lotta ai privilegi.
Lotta al consociativismo.
No alla concertazione.
Spazio alla meritocrazia.
In un cazzo di paese di raccomandati non poteva andare diversamente.
Poi chi gli è andato contro per difendere il proprio orticello si è inventato l’antipatia e ha chiamato arroganza la conoscenza.
Ma dato che alla fine comandano le idee e non le persone Renzi è sempre lì.
Fortunatamente.
In effetti è stato bravissimo ad arrivare al vertice di un partito di centrosinistra mascherando il suo credo neoliberista ma era uno sdoppiamento che non poteva reggere per sempre e si è bruciato da solo. Sicuramente essendo un grande opportunista dotato di molto pelo sullo stomaco riuscirà ancora a contribuire a far perdere quei pochi diritti rimasti a chi lavora. Fossi a capo di una multinazionale foraggerei sicuramente le sue prossime iniziative politiche.