Stefano Zecchi, sul Riformista, ha ricordato il concetto dell’ospitalità che nell’antica Grecia stabiliva un vero e proprio codice di comportamento; e questo per dire che Matteo Salvini, il quale ha ospitato la Le Pen durante l’ultimo raduno della Lega a Pontida, ha fatto più che bene. Si potrebbe aggiungere che ciascuno è libero di invitare e ricevere in casa sua chi gli pare e piace, anche se nessuno oggi penserebbe che sotto le mentite spoglie di un ospite si nasconda addirittura Zeus in persona.
Eppure c’è qualcosa che non torna nell’accostare la regola classica dell’ospitalità alla visita della leader della Destra francese in casa leghista. Sì, perché Marine Le Pen e Matteo Salvini non sono due semplici amici che si fanno visita portando un tiramisù o una bottiglia da stappare: sono, com’è noto, due leader politici, e quello di Pontida non è una festa di compleanno ma un raduno politico, anche se dai toni molto folkloristici.
Di conseguenza il concetto classico dell’ospitalità qui c’entra assai poco, perché se domani – ipotizziamo – il presidente Mattarella ricevesse al Quirinale Putin e gli offrisse una cena coi fiocchi come si addice a un ospite di riguardo, non è che la cosa passerebbe inosservata e le ripercussioni sul piano internazionale sarebbero di poco conto. Sono pronto a scommettere che qualcuno dalla Casa Bianca farebbe immediatamente una telefonata, per non parlare dei nostri alleati europei della NATO, figuriamoci poi cosa penserebbero e direbbero a Kiev.
Invitare a Pontida la signora Le Pen, anche se deputato rispettabilissimo perché democraticamente eletto, ha indubbiamente un significato ben preciso che non può essere ignorato in nome della sacrosanta ospitalità, come ci chiede di fare il prof Zecchi. La questione che si pone, nel momento stesso in cui la leader del Front National, mette piede sul territorio padano è ovviamente il suo anti-europeismo da sempre dichiarato, sbandierato e propagandato. E qui casca l’asino, nel senso che viene spontaneo domandarsi: la Lega di Matteo Salvini da che parte sta? dalla parte dell’Europa o dalla parte di quelli che sono contrari all’idea e al progetto (sicuramente ancora da perfezionarsi) di Europa?
Lasciamo perdere la Le Pen con la sua politica sovranista e sciovinista che a casa sua si è sempre dimostrata incapace di arrivare all’Eliseo, ma la Lega è un partito che sta nella coalizione di centrodestra che attualmente governa l’Italia e questo ci interessa molto di più.
Sembrerebbe che oggi la Destra italiana sia in una fase di completa schizofrenia: mentre la presidente Giorgia Meloni ha decisamente messo la barra del Paese nella direzione della NATO (e quindi anti-putiniana), è andata a stringere calorosamente la mano di Joe Biden e ha stabilito un rapporto cordialissimo con la Von der Leyen, l’altro corno della fiamma (quello minore) si agita in un rigurgito di anti-europeismo e anti-atlantismo che ricorda i vecchi tempi della Lega scissionista e nordista.
Sicuramente c’è in tutto questo un problema personale di Salvini che subisce i contraccolpi della popolarità della Meloni e del ruolo sempre più determinante di Fd’I all’interno della coalizione di governo; e ci sono le prossime elezioni europee dove ognuno correrà per conto suo. Ed ecco come si spiega l’appoggio al generale Vannacci prima e l’apertura alla Le Pen ora. Non è una questione di ospitalità: è semplicemente politica, o meglio, l’ultima sbandata politica di Matteo Salvini.
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