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Solo Riformisti

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Internet e politica

Caduta l'illusione che la  rivoluzione tecnologica potesse indurre di per sé una maggiore democratizzazione solo da poco tempo si è compreso  che  le nuove tecnologie digitali innescano invece un rilevante processo  di concentrazione del potere. 

6 Febbraio 2023 da Marco Mayer Lascia un commento

Facebook ha  compiuto  19 anni. Questo compleanno è una bella occasione per fare il punto sui rapporti tra politica e nuove tecnologie: uno dei principali  temi del terzo millennio.

Nei primi due decenni del secolo le organizzazioni che hanno avuto le maggiori difficoltà a imboccare con continuità ed efficacia  il processo di transizione digitale ( non solo in Italia)  sono  i partiti e movimenti politici.  Caduta l’illusione che la  rivoluzione tecnologica potesse indurre di per sé una maggiore democratizzazione solo da poco tempo si è compreso  che  le nuove tecnologie digitali innescano invece un rilevante processo  di concentrazione del potere.

In questa cornice il  primo aspetto da considerare – visto che prendiamo spunto da  Facebook  é la profilazione (legale o illegale) dei cittadini elettori. Le banche piene zeppe di  dati sensibili sono state ad esempio  al centro  del noto  scandalo di Cambridge Analytica.  L’estate scorsa dopo anni di silenzio ” Mark Zuckemberg ha ammesso in sede processuale le sue responsabilità nella vicenda https://formiche.net/2022/09/cosa-ce-dietro-il-cerchiobottismo-di-conte-su-putin-scrive-mayer/ .

Ma lo scorso  dicembre é emerso un altro problema con l’ipotesi di un   “depistaggio” nella  testimonianza di Zuckerberg al  Congresso americano.

https://rfob.medium.com/sec-testimony-obtained-by-rfob-shows-zuckerberg-misled-congress-knew-far-more-about-cambridge-48b3489e907b. .

In queste settimane nuovi problemi per Facebook/Meta stanno nascendo anche in Europa soprattutto in relazione a presunte violazioni in materia antitrust https://www.politico.eu/article/meta-hit-with-eu-antitrust-charges-over-classified-ads/.

Ma la piattaforma più indagata a livello globale soprattutto per  la  raccolta di dati sensibili di adolescenti e minori è la piattaforma cinese TikTok

https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/se-la-cinese-tik-tok-invade-loccidente-ecco-i-timori-per-i-nostri-diritti/

A  4 anni di distanza (meglio tardi che mai)  dopo i primi allarmi negli Stati Uniti  anche l’Unione Europea sembra finalmente aver  messo nel mirino Tik Tok TikTok è (finalmente) finita nel mirino della Commissione Europea  L’uso fraudolento di banche dati contenenti la schedatura mirata (tramite centinaia di parametri) dei profili  di decine di milioni di elettori  consente ai partiti che ne fanno uso un marketing elettorale personalizzato e sleale con notevoli vantaggi.

Il secondo aspetto cruciale nel rapporto tra politica e nuove tecnologie riguarda la comunicazione via social. in Italia nei primi anni di attività del Movimento i 5 stelle sono state realizzate campagne di denigrazione di avversari politici (partiti e/o singole personalità politiche) con modalità  che oggi inequivocabilmente definiremmo atti di disinformazione. .Tuttavia  per diverso anni  influencer e consulenti pagati dalla Casaleggio Associati  si sono potuti muovere con grande libertà e spregiudicatezza nel  Far West della comunicazione politica  social.

In tempi più  recenti l’Italia  é stata bersagliata da campagne di influenza orchestrate da gruppi mercenari  russi e cinesi. In questo ambito ci  sono state attività molto  intrusive in campo No Vax e più subdole operazioni per la promozione del vaccino russo Sputnik.  Partendo quasi sempre  dagli stessi canali Telegram e dagli stessi media russi e cinesi che ispiravano i No Vax  hanno spostato le loro attività di dezinformatsiya sull’aggressione russa contro l’Ucraina.

 https://formiche.net/2023/01/fake-news-russia-convegno-istituto-germani/

Per far luce sulla loro comunicazione social avevo suggerito prima dell’inizio  della campagna elettorale che i partiti rendessero pubblici i loro finanziamenti ai Big Tech prima delle elezioni (altri colleghi avevano anche raccomandato che si facesse attenzione all’ uso di  Bot e false identità) ma queste proposte non sono state raccolte ne’ da AGCOM ne dai partiti. Sapere chi ha finanziato i partiti 3 mesi dopo le elezioni come prevede oggi la legge non interessa praticamente nessuno.

Il  terzo aspetto della rivoluzione tecnologica  con cui i partiti e movimenti politici devono fare i conti riguarda la transizione digitale dei loro assetti organizzativi (e le stesse regole di democrazia interna).

Per diversi anni Beppe Grillo – in buona o cattiva fede  –  Grillo ha mitizzato il potere della RETE come il nuovo strumento per assicurare una vera partecipazione politica. In questo ambito i grillini hanno anche   sofferto di una grave miopia geopolitica la cui matrice nessuno  ha mai capito bene. Non è  un mistero che numerosi  esponenti dei 5 stelle hanno stabilito buone relazioni con grandi  aziende digitali cinesi,  come Huwaei, Inspur  e ZTE o russe come Kaspersky. Come i nuovi dirigenti del Movimento 5 Stelle hanno finalmente ammesso

l’esperimento politico-digitale grillino (un mix pasticciato di internet e intranet)- – non ha funzionato.

Dal  2018 con il governo giallo-verde, inoltre,  molto è cambiato. Nel movimento 5 Stelle si é passati  dall’esaltazione di una  impossibile democrazia diretta (e dalla demagogia della politica in streaming)  alle conversazioni riservate tra cerchie e “caminetti”  sempre più ristretti nonché alle dure polemiche interne come quella  particolarmente aspra tra Davide Casaleggio e Giuseppe Conte su Venezuela e dintorni. Dopo queste  esperienze negative i 5 stelle non teorizzano più che uno vale uno  e –  anche per questo – hanno deciso di  ristrutturare  i loro apparati tecnologici e le loro piattaforme di comunicazione in termini di sicurezza e privacy   Vedremo; se son rose fioriranno.

(anche a seguito delle critiche del  Garante).

In casa PD –  sin dai tempi di Pierluigi  Bersani e Matteo Renzi sui rapporti tra politica  e dimensione digitale le idee sono sempre state piuttosto confuse (da Marco  Carrai a Francesca  Bria). In vista delle imminente congresso Elly  Schlein sembra  più aperta a combinare innovazione politica e innovazione tecnologica rispetto alle posizioni  conservatrici di Bonaccini.

Concludo con una ultima osservazione che nasce dalla mia esperienza diretta su + Europa.

Sinora il confronto interno alle chat delle diverse  piattaforme politiche di  Riccardo  Magi,  Benedetto Della Vedova,  la new entry Pizzarotti e gli altri leader è stato un confronto costruttivo e vivace.

Il  partito di opinione di Emma Bonino ha un numero molto  limitato di iscritti rispetto agli elettori ed é  quindi molto più facile promuovere e coordinare la partecipazione digitale dei propri iscritti. Sinora il confronto interno alle chat delle diverse  piattaforme politiche di  Riccardo  Magi,  Benedetto Della Vedova,  la new entry Pizzarotti e gli altri leader è stato un confronto costruttivo e vivace. Nelle prossime settimane con l’ elezione dei delegati  e le elezione degli organi dirigenti inizia il dibattito congressuale vero e proprio.   Sarà interessante capire se la  dimensione politica  digitale continuerà a funzionare. Sinora l’esperienza sembra  dimostrare che la transizione digitale virtuosa è possibile anche nei partiti, ma ad una condizione: purché non si contrapponga artificiosamente l’ impegno politico in presenza e a distanza.

È come all’ Università. Gli atenei esclusivamente digitali a distanza  andrebbero chiusi peri  limiti di apprendimento nitidamente emersi sin qui,  ma nel contempo la didattica esclusivamente limitata alla presenza in aula sarebbe un grave errore perché escluderebbe molte persone (giovani e meno non giovani).  Anche in politica  serve una soluzione ibrida che consenta ai partiti di sviluppare l’ impegno e la partecipazione degli  attivisti alla vita dei rispettivi partiti nonché a stimolarli a riavvicinarsi ai cittadini e alle loro  esigenze.

Questa è la vera sfida che la transizione digitale pone a tutte le forze politiche e alla politica italiana. Nonostante i grandi ritardi accumulati è ancora possibile recuperare il tempo perduto.

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Info Marco Mayer

docente al Master In Cybersicurezza di LUISS Guido Carli e al Cyber Defence della Scuola:di Telecomunicazione del Ministero della Difesa in partnership con
Università di Modena e Reggio Emilia

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