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Il logoramento di Draghi è iniziato

Sebbene l'intoccabilità dell'inquilino di Palazzo Chigi sia stata consolidata, rafforzata, cementata dalla riconferma -assai sofferta ed assai sopportata- del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'aureola dell'ex mister BCE appare offuscata, indebolita, quasi logora come l'azione del suo governo.

22 Maggio 2022 da Daniele Marchetti Lascia un commento

Stefania Craxi è la nuova presidente della Commissione Esteri del Senato. Apriti cielo!

Volano gli stracci e qualcuno grida alla fine della maggioranza. Perché, in Italia c’è una maggioranza? Macché; in Italia c’è Mario Draghi. Il resto è contorno, comparsa, testimonianza politica.

Quindi perché preoccuparsi delle minacce del leader dei 5Stelle Giuseppe Conte dopo la nuova sonora batosta parlamentare? Perché interrogarsi sulla tenuta della maggioranza che è talmente grande da -nei fatti- non esistere?

Tutto è maggioranza, perché tutto è Draghi: la cifra di questa stagione politica.

Eppure qualcosa scricchiola. Sebbene l’intoccabilità dell’inquilino di Palazzo Chigi sia stata consolidata, rafforzata, cementata dalla riconferma -assai sofferta ed assai sopportata- del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’aureola dell’ex mister BCE appare offuscata, indebolita, quasi logora come l’azione del suo governo.

Tanto che persino il suo più accanito e convinto sponsor politico, quel Matteo Renzi che non parla mai a casaccio, ha iniziato un bombardamento a bassa intensità (tanto per rimanere in clima di guerra) a partire dal siluro lanciato sulla riforma Cartabia definita addirittura «inutile».

Del resto anche la recente visita a Washington, seppur molto reclamizzata, preparata ed enfatizzata, non è stata quel successo diplomatico e di prestigio che il Capo del governo si attendeva: nessun riconoscimento ufficiale (significativa la mancata conferenza stampa congiunta Biden-Draghi) ed una evidente distonia tra Palazzo Chigi e la Casa Bianca.

E se il bel tempo si vede dal mattino (distinguo sulle forniture di armi all’Ucraina, paletti sulle riforme, critiche sull’attuazione del PNRR) sonori temporali per l’Esecutivo (ovvero per Draghi) non tarderanno ma -si badi bene- non per far cadere il governo (per carità, quello deve restare in piedi a tutela dei molti -soprattutto Senatori- che in Parlamento non torneranno) quanto per “bollire” politicamente un Premier che nella sua ambizione quirinalizia ha disperso, dissolto e dilapidato molto di quell’alone di prestigio che aveva salutato -come un uragano- la sua ascesa.

Una situazione di evidente “insofferenza” che ormai sembra trasparire a piene mani anche dall’espressione assai meno serena e sovente molto tesa del volto di Mario Draghi.

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Archiviato in:Politica

Info Daniele Marchetti

Daniele Marchetti (Lucca, 1965) risiede a Firenze. Laureato in scienze biologiche, specializzato in epistemologia nell'Università di Pisa e perfezionato in bioetica e biotecnologie nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dal 1997 è abilitato alla professione di biologo e dal 2003 è giornalista iscritto all'Ordine della Toscana. Già ricercatore nell'Università di Firenze e titolare di una borsa di ricerca del ministero degli Esteri, nel 2001 entra in Consiglio regionale della Toscana come funzionario e nel 2009 guida, con la carica di dirigente, una segreteria istituzionale. Dal 2010 è stato responsabile dell'ufficio stampa di un gruppo consiliare.

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