• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Accesso autori
  • Utilizzo dei Cookies
  • Privacy Policy

Solo Riformisti

Uno spazio aperto al confronto, civile e concreto, e un’occasione di riflessione. Per restare ancorati alla realtà, senza rinunciare agli ideali, per rifiutare le posizioni ideologiche, per riaffermare i valori democratici.

  • Solo Riformisti
  • Gli autori
  • Politica
  • Economia
  • Esteri
  • Cultura
  • Opinioni
  • Programma Toscana
  • Archivio articoli

Idee per il G7 in salsa italiana

Allargare la platea degli attori politici coinvolti nella preparazione del G7 e' una  sfida impegnativa perché si tratta di conciliare interessi e percezioni divergenti. Tuttavia è fondamentale adeguare la politica internazionale  alla mutata realtà che caratterizza il mondo contemporaneo. 

21 Maggio 2023 da Marco Mayer Lascia un commento

Meglio tardi che mai. La presenza dei Presidenti Lula e Modi al G7 in Giappone è stato un segno di lungimiranza politica,  speriamo che non resti resti un elemento episodico.
Già nel 2009 – all’ Aquila – Silvio Berlusconi (dopo animate discussioni con Sarkozy che non ne voleva sapere)   invitò’ al summit importanti  leader mondiali che rappresentavano il resto del mondo (il primo ministro dell’India Singh, quelli  del Sud Africa Zuma e lo stesso Lula, anche allora presidente del Brasile, ecc.).  . .
Nel corso dei quasi 15 anni di distanza che  separano il vertice dell’ Aquila da quello di  Hiroshima,  Stati Uniti, Giappone e i paesi europei membri del G7 non hanno concertato strategie diplomatiche lungimiranti in direzione dei paesi emergenti – e questa assenza politica  é andata  a tutto vantaggio di Russia e Cina.
L’anno prossimo la grande sfida della Presidenza italiana  dovra’ essere – a mio avviso –   quella  di dare impulso,  continuità e sostanza ad una visione nuova del G7, un summit aperto ai problemi del mondo e non condizionato esclusivamente dagli interessi e dalle politiche dei paesi più avanzati.
Da un lato é essenziale  che il G7 continui a promuovere i  grandi valori di libertà e solidarietà su cui si fondano le società aperte, dall’altro é importante che si faccia carico di preoccupazioni o anche soltanto di percezioni che provengono da realtà diverse da quelle occidentali.
Una maggiore e più intelligente attenzione dei G7  ai paesi più fragili del mondo è anche la condizione per far vincere i valori della società aperta rispetto ai disvalori (per esempio la sorveglianza tecnologica di massa) promossi  dal totalitarismo politico cinese  e da altri regimi dispotici.
In una battuta si tratta di superare gradualmente la classica divisione “The West and the Rest” che mal si attaglia al mondo di oggi, si pensi alle grandi sfide globali: cambiamento climatico, transizione energetica, sicurezza internazionale, Global Health, stabilta’ finanziaria, sicurezza alimentare,  diritti delle donne. .
La diplomazia italiana (ma anche il mondo della ricerca e la società civile) hanno davanti dodici mesi di intenso  lavoro in vista  della Presidenza Italiana del G7 che –  come  ha annunciato il Presidente del Consiglio  Giorgia Meloni  – si terrà in Puglia nella seconda metà del giugno 2024.
Allargare la platea degli attori politici coinvolti nella preparazione del G7 e’ una  sfida impegnativa perché si tratta di conciliare interessi e percezioni divergenti. Tuttavia è fondamentale adeguare la politica internazionale – ed in particolare l’ approccio strategico dei G7 –  alla mutata realtà che caratterizza il mondo contemporaneo.
Prendiamo – ad esempio – l’ Europa e l’ India. Si é visto ad Hiroshima che l’ Unione Europea (Francia e Germania in primis)  hanno  ammorbidito la posizione ritenuta troppo “dura” di  Stati Uniti, Giappone e Regno Unito verso la Cina,  mentre non è  stato difficile rendere più dure e più ampie le sanzioni verso la Russia.
L’ India ha il problema esattamente opposto alla UE.  Per l’ India la minaccia principale cui far fronte è la Cina, mentre la Russia (al di la’ dell’ Ucraina)  non è un problema, tant’ è che tra  New Dheli e Mosca si sviluppano  tuttora normali relazioni bilaterali.
Un secondo esempio importante riguarda
l’ Africa. Numerosi paesi africani non si sono opposti apertamente all’ invasione russa in Ucraina ed è nostro dovere chiederci  il perché.
Una delle ragioni é  che in  Africa la percezione dominante  è che gli Stati Uniti e la UE si siano impegnati a fondo contro l’ aggressione militare della Russia in Ucraina per il solo motivo che  l’Ucraina é in Europa. Ma  il “dossier Russia” non riguarda solo il continente  europeo.
 
La Federazione Russa, le aziende russe ( fabbricanti e commercianti di armamenti e minerali preziosi, ecc.)   e il gruppo paramilitare Wagner – in forme diverse  – portano avanti iniziative espansive  e azioni aggressive in buona parte del continente africano: Mali, Libia, Repubblica Centro Africana, Burkina Faso, Sudan, Mozambico, Sud Africa, ecc..
La rivista Foreign Affairs ha dedicato ai paesi africani e ai non allineati il suo ultimo ultimo numero “The non Aligned World”
https://www.foreignaffairs.com/issues/2023/102/3 Leggendo gli articoli é difficile dar torto a quanti  lamentano  un atteggiamento del  G7 troppo eurocentrico.
Allargare lo sguardo e l’attenzione politica  ai paesi africani in cui la Russia cerca di fare da padrona potrebbe in effetti renderepiù credibile il ruolo e il prestigio internazionale dell’ Europa e dei G7.
Invece di inseguire la  chimera  di improbabili partnership pubblico/privato (o  limitare i propri interventi al blocco dei flussi migratori) il   G7  a Presidenza Italiana dovrebbe  inaugurare  una nuova politica per l’ Africa che metta innanzitutto al centro i bisogni primari delle persone (alimentazione, acqua, istruzione e salute innanzitutto).
In vista del G7 dell’ anno prossimo è inoltre importante ricordare che In un mondo tendenzialmente bipolare  le alleanze sono determinanti. Per esempio per contenere l’ espansionismo cinese non bastano  solo gli Stati Uniti.  Purtroppo negli anni di Donald Trump questo elementare  dato di fatto è stata  ignorato.
A proposito di Cina un elemento su cui è possibile costruire un consenso molto ampio è il seguente. Le imprese cinesi (tranne in pochi settori sensibili) sono libere di muoversi e investire senza particolari vincoli in giro per il mondo, ma non c’ è reciprocita’.
 Un’ impresa straniera quando vuole investire  in Cina ha mille condizionamenti, non può muoversi in libertà e non può avere mai il pieno  controllo dell’ azienda che ha  comprato o intende comprare. Questa realta’ ha consentito alla Cina di approfittare dei vantaggi della globalizzazione senza aprire il proprio mercato dei capitali.
Questo mix di protezionismo domestico e di aggressiva espansione internazionale ha irritato moltissimi paesi e tutti i principali operatori economici mondiali. Si tratta di una asimmetria che il prossimo G7 potrebbe approfondire in coerenza con la politica di de-risking decisa a Hiroshima nei confronti del Dragone.
Come scrive Francesco Sisci  la Cina è a un bivio: “o rinchiude nelle sue antiche  muraglie imperiali oppure raddoppia e fa sul serio in termini  di ” Opening Up”. Per la verità dallo scorso  marzo ad oggi tutti i giornali economici segnalano un ampio crackdown sugli investitori stranieri in Cina.
http://www.settimananews.it/informazione-internazionale/russia-zugzwang-and-gorbachev-vindicated/
https://www.cnbc.com/2023/05/16/china-data-crackdown-could-usher-in-new-realities-for-foreign-investors.html
Potrei continuare segnalando altri temi di riflessione, ma gli esempi  a cui ho  hatto riferimento  suggeriscono l’ esigenza di  scavare in profondità. L’ importante è  che il prossimo G7 all’ italiana  si fondi su un pensiero strategico solido  da costruire e discutere  con i nostri alleati del G7,  con gli altri paesi partner e con le migliori energie intellettuali di cui il mondo dispone.
Quando si affronta la preparazione del G7 più che a come  realizzare un  evento occorre pensare a costruìre una strategia adatta le grandi sfide globali, una lavoro difficile, ma di grande  interesse politico ed intellettuale in cui tutti dobbiamo sentirci impegnati.

Condividi:

  • Tweet
  • WhatsApp
  • Stampa

Archiviato in:Esteri

Info Marco Mayer

docente al Master In Cybersicurezza di LUISS Guido Carli e al Cyber Defence della Scuola:di Telecomunicazione del Ministero della Difesa in partnership con
Università di Modena e Reggio Emilia

Post precedente: « Italiasicura, le “fake news” grilline
Post successivo: La lezione di Mattarella »

Interazioni del lettore

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Barra laterale primaria

Iscrizione alla newsletter SoloRiformisti

Inserendo i propri dati sarà possibile ricevere la nostra newsletter nella propria casella di posta elettronica.

Bastian contrario

Il tema

1 Giugno 2023 | Il Bastian Contrario

Ci piace portare insieme ai nostri amministratori il PD verso un futuro che, grazie anche alle nuove norme europee, sempre di più investa e costruisca dei cicli positivi, diciamo, della circolarità uscendo dal modello lineare. E’ questo il tema.

Ah, ecco…

(by Elly Schlein)

A tutto debito

29 Maggio 2023 | Il tocco di Alviero

Italia una Repubblica fondata sul debito pubblico

11 Maggio 2023 | Il tocco di Alviero

Il vitello d’oro

24 Aprile 2023 | Il tocco di Alviero

Everything everywhere all at once

27 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

Il paradosso ecologico della guerra

13 Marzo 2023 | Il tocco di Alviero

La trappola di Tucidide

24 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Per un pugno di PIL

13 Febbraio 2023 | Il tocco di Alviero

Salvi per un PIL

30 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Goodbye 2022 non ci mancherai

18 Gennaio 2023 | Il tocco di Alviero

Per chi suona la campanella

16 Dicembre 2022 | Il tocco di Alviero

Ultimi commenti

  • Luigi su Sanità pubblica, cosa non funziona
  • Giulio Di Donato su Lettera aperta a Carlo Rovelli
  • Silvano su Italiasicura, le “fake news” grilline
  • Maria Acomanni su Italiasicura, le “fake news” grilline
  • Giorgio Linguaglossa su Lettera aperta a Carlo Rovelli
  • Silvano Dalpasso- Urbanista territorialista su Cattolici e Partito Democratico
  • Il macigno del debito pubblico - Rinascimento Europeo su Il macigno del debito pubblico
  • Maria Acomanni su Da promessi a falliti sposi
  • Gloria Pianigiani su Partito unico liberaldemocratico: la pazienza è finita
  • Maria Acomanni su Partito unico liberaldemocratico: la pazienza è finita
SoloRiformisti.it. Periodico di area riformista del Circolo SoloRiformisti. | E-Mail: redazione@soloriformisti.it