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Solo Riformisti

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Europa in 1 minuto

I principali temi europei spiegati in modo semplice e in 60 secondi. Le ragioni dell’iniziativa di un giovane consigliere comunale di Massa e Cozzile che ha iniziato a postare i primi video esplicativi. In calce il link per chi fosse interessato.

14 Maggio 2020 da Matteo Brizzi 1 commento

L’Europa fa tanto ma comunica poco. Anzi, comunica male.

Prima di tutto, per una volta, cerchiamo di guardare al bicchiere mezzo pieno e pensiamo a quanto l’Unione Europea abbia fatto per lenire le ferite sanitarie ed economiche causate dal coronavirus.

A quanto sarebbe lo spread btp-bund (vale a dire la differenza di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi, presi come valore di riferimento) se la Banca Centrale Europea non avesse attuato il PEPP – pandemic emergency purchase programme – comprando titoli di stato dei Paesi più in difficoltà per un valore di oltre 750 miliardi di euro?

E come dimenticarsi delle mascherine: vi ricordate che Polonia e Repubblica Ceca avevano bloccato l’esportazione dei dispositivi di protezione individuali verso l’Italia?

Ecco, se non fosse stato per l’intervento del Commissario al Mercato Unico Europeo, Thierry Breton, molto probabilmente quelle mascherine non sarebbero ancora arrivate a distanza di oltre un mese.

Per non parlare della sospensione del Patto di Stabilità, il Patto istituito nel 1992 che limita le manovre finanziarie degli Stati al rispetto di stringenti parametri di deficit (non superiore al 3% PIL) e di debito (60% PIL). Solo qualche mese fa l’opinione pubblica tedesca o olandese sarebbe scesa in piazza dinanzi a cotanta flessibilità.

E pensare a cosa avrebbero fatto se avessero saputo del Recovery Fund e degli Eurobond!

Infine, non possiamo dimenticarci del Fondo SURE di 100 miliardi per aiutare i lavoratori disoccupati o cassa-integrati, gli investimenti della Banca Centrale di Investimenti (BEI) pari a 200 miliardi per rilanciare le piccole e medie imprese (PMI) e il caro, vecchio, (s)gradito MES.

La nuova linea di credito interna al Meccanismo Europeo di Stabilità, più noto come Fondo Salva Stati, prevede che i Paesi possano prendere a prestito una somma di denaro pari al 2% del proprio PIL a tassi di interesse bassissimi e introvabili sul mercato mondiale, pari cioè allo 0,1%.

“Eh, ma ci sono le condizionalità!” urlano i sovranisti nostrani. L’unica condizione, a quanto traspare dagli ultimi documenti ufficiali trapelati, risiede nel settore di utilizzo di questi soldi, dato che il prestito può essere finalizzato solamente a “spese sanitarie dirette e indirette”, lasciando comunque un ampio margine di manovra.

“Eh ma i soldi andranno restituiti, è un furto!” ribattono ancor più a squarciagola gli amici sovranisti.

Solo un consiglio in proposito: andatevi a vedere sul vocabolario (va bene anche l’Enciclopedia per Bambini) la definizione di prestito. La risposta, forse, la troverete da soli.

Vi chiederete perchè stia utilizzando un tono (fin troppo) cordiale, o perlomeno poco professionale per parlare di tematiche così complesse e importanti.

E forse vi chiederete anche cosa c’entri tutto questo con il communication marketing europeo e con il titolo dell’articolo: “Europa in 1 Minuto”.

Il fatto è che la tecnocratizzazione delle istituzioni europee, il confuso dibattito politico in Italia, senza dimenticarci della cacofonia di informazioni (spesso fake) provenienti dai social network, rendono pressochè incomprensibile l’azione dell’Europa ai tempi del coronavirus.

Insomma, nonostante l’Unione Europea abbia messo in campo una buona azione contro il covid-19, tutti noi fatichiamo a capire con chiarezza in che modo l’Europa abbia aiutato l’Italia.

Proprio per questo mi è venuta in mente l’idea di “Europa in 1 minuto”, una rubrica di video che si propone di spiegare in modo veloce e divertente cosa stia succedendo in quel di Bruxelles.

Nel primo video ho cercato di spiegare il cosiddetto Recovery Fund, il Piano per la Ricostruzione post-covid, in 60 secondi e… andando in vacanza!

Infatti ho paragonato i Paesi Membri dell’UE a un gruppo di amici provenienti da tutta Europa che decidono di andare insieme in vacanza. Purtroppo alcuni ragazzi, in particolare l’italiano e lo spagnolo, sono un po’ a secco di soldi quell’estate. Quindi, di comune accordo, il gruppo di amici decide di far fronte alle spese fondamentali attingendo a una cassa comune, che è collegata al bilancio dell’associazione di viaggi di cui tutti fanno parte. Così Luca e Javier possono comunque andare in vacanza ma gli altri giovani non devono sobbarcarsi le spese altrui.

Non avete capito? Chiaramente è una semplificazione, ma se sostituiamo il gruppo di amici con i Paesi Membri UE, la cassa comune con il Recovery Fund, è il bilancio dell’associazione di viaggi con il Bilancio Europeo forse ci è più chiaro.

Nel secondo episodio, invece, “sono andato al ristorante” per spiegare la differenza tra il Recovery Fund e gli Eurobond “classici”, proposti a suo tempo da Tremonti ma indigesti a Merkel e company.

Gli eurobond “doc” prevedono una generica messa in comune del debito nazionale passato, cosa che non avviene nel caso del recentemente approvato Recovery Fund.

Immaginate che il solito gruppo di amici in vacanza decidano di andare a cena al ristorante. Tutti prendono pizza e birra: sapete com’è, nelle vacanze universitarie si deve risparmiare!

Tutti tranne uno.

Nel video ho fatto l’esempio dell’Italiano ma potrebbe essere anche il Greco, l’Irlandese o il Portoghese.

Questo giovane, anzichè pizza e birra, ordina tagliolini al tarturo, bistecca fiorentina e una bottiglia di Bolgheri super pregiata.

Dopodichè, satollo di prelibatezze, chiede al gruppo di dividere il conto alla romana.

Un po’ come se la Grecia chiedesse all’Olanda di “smezzare” i propri debiti nazionali. Non sarebbe difficile intuire la reazione degli Olandesi!

Spero che adesso si possa comprendere perchè per i rigorosi Tedeschi e Olandesi i coronabond/eurobond fossero molto più invisi rispetto al Recovery Fund.

Semplicistico, infantile, poco professionale. I commenti critici a questa mia nuova rubrica di video sono leciti e comprensibili.

Però non potete dirmi che non abbia “comunicato” l’Europa in modo diverso!

O perlomeno ci ho provato. E mi sono pure divertito.

Per l’argomento del prossimo video sono indeciso tra il MES “andando in banca” e le agenzie di rating “tornando a scuola”.

Voi dove vorreste andare?

 

Per chi fosse interessato a seguire i video di Europa in 1 minuto: https://www.youtube.com/playlist?list=PLJA8006EUIjOlaGc4P2kqU14QrfNVTWIM oppure sulle pagine Instagram e Facebook di Young European Society.

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Archiviato in:News

Info Matteo Brizzi

nato a Pescia (PT) nel 1996, è Consigliere comunale a Massa e Cozzile. Laureato in Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale, è specializzando in International Affairs presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna. Fondatore di Young European Society (YES), associazione giovanile europeista e apartitica

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Rita dice

    16 Maggio 2020 alle 20:14

    Lo trovo argomento attuale come dire stare sul “Pezzo”,…L ‘esempio degli amici in vacanza con la cassa comune è calzante… Comprensibile anche alla mia generazione che praticava o quel sistema di cassa comune,… Anche il secondo esempio lo è… Perché nel gruppo c’era sempre chi esagerava e gli altri brontolavano…

    Matteo apprezzo quando un intellettuale nel caso specifico parli di economia, usi parole comprensibile ai più… Non è infantile., Matteo Renzi con la sua grande cultura usa un linguaggio semplice per far capire a tutti… (chi lo vuole ascoltare), S
    egno di grande intelligenza…
    ,

    Rispondi

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