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Solo Riformisti

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“Enrico stai sereno” parte seconda

Come il coraggio, anche la strategia e la visione politica se non ce l’ hai non te la puoi dare. E il PD sembra proprio vivere la stagione del “non so chi sono” e, soprattutto, del “non so chi voglio essere”.

15 Agosto 2022 da Daniele Marchetti Lascia un commento

È fatta!

Quell’asse tra Matteo Renzi e Carlo Calenda che il leader del PD Enrico Letta aveva in tutti i modi cercato di scongiurare calando persino le braghe sui seggi promessi ad Azione (30% dei collegi uninominale, un’enormità per un partito quotato attorno al 5-6%), è stato siglato.

Un nuovo “Enrico stai sereno” che mette all’angolo il Nazareno.

Come il coraggio, anche la strategia e la visione politica se non ce l’ hai non te la puoi dare. E il PD sembra proprio vivere la stagione del “non so chi sono” e, soprattutto del “non so chi voglio essere”.

Come sempre il pesce puzza dalla testa. E la strategia di un PD federatore, al centro, delle forze riformatrici, democratiche e liberali è fallita nel momento in cui Enrico Letta ha chiuso le porte ad Italia Viva.

Questo il peccato originale del travaglio che sta vivendo il PD; il frutto di una inadeguatezza politica, di un deficit strategico e di visione che si sta trasformando in un ripiegamento a sinistra: in una auto-ghettizzazione in piena regola.

La stessa che, sul fronte opposto, ha intrapreso Forza Italia rinnegando le radici originarie di un moderatismo illuminato, molto sensibile alle esigenze di riforma del Paese e per niente sordo alle esigenze di “bene comune” e di sussidiarietà solidale.

Una sconfessione di quella responsabilità politico-istituzionale su cui poggiava il governo di Mario Draghi(/Sergio Mattarella) e di quel progetto di area governativa (senza parte dei 5 Stelle da un lato e senza parte della Lega dall’altro) ipotizzata da molti nel PD come nel partito azzurro.

Tutto nel segno del risentimento e della convenienza politica (sempre che -nelle urne- si riveli tale).

Ma le sorprese potrebbero non essere finite. La partita della Sicilia e delle elezioni regionali della maggiore isola del Mediterraneo potrebbe riservare nuove chicche questa volta sul fronte centro-destra. La lotta furibonda tra il Governatore uscente (che sta facendo di tutto per far saltare l’alleanza) Nello Musumeci appoggiato da Giorgia Meloni, i candidati della Lega che Matteo Salvini tiene secretati pronto a barattarli con un numero più consistente di seggi parlamentari e le richieste degli azzurri capitanati da Gianfranco Miccichè: uno che quando ha detto, ha scritto (e per Palazzo dei Normanni ha scritto Stefania Prestigiacomo),  potrebbe destabilizzare e non poco il fronte che oggi appare monolitico ma che pienamente coeso non è mai stato neppure all’epoca del “Cav da bere”.

Tutto appare in movimento anche se l’alleanza tra Renzi, Calenda e Federico Pizzarotti: l’ex Sindaco di Parma, riconsegna all’Italia politica un elemento di normalità con una sinistra guidata dal PD (di cui fanno parte a pieno titolo i 5 Stelle), una destra incentrata su Fratelli d’Italia (e gli altri cespugli leghisti, azzurri ecc.) ed un polo moderato, governativo alternativo (ma non preconcettualmente ostile) all’una come all’altra parte.

Una novità che toglierà un poco di respiro all’astensione e che indubbiamente decreta una nuova vittoria di Matteo Renzi sul suo storico rivale Enrico Letta.

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Info Daniele Marchetti

Daniele Marchetti (Lucca, 1965) risiede a Firenze. Laureato in scienze biologiche, specializzato in epistemologia nell'Università di Pisa e perfezionato in bioetica e biotecnologie nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, dal 1997 è abilitato alla professione di biologo e dal 2003 è giornalista iscritto all'Ordine della Toscana. Già ricercatore nell'Università di Firenze e titolare di una borsa di ricerca del ministero degli Esteri, nel 2001 entra in Consiglio regionale della Toscana come funzionario e nel 2009 guida, con la carica di dirigente, una segreteria istituzionale. Dal 2010 è stato responsabile dell'ufficio stampa di un gruppo consiliare.

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