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Solo Riformisti

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Covid: no al lockdown

Una proposta di Nicola Minopoli, pediatra, infettivologo, e medico ospedaliero presso l’ospedale Santobono Pausillipon di  Napoli. Si possono percorrere altre strade nel contrasto al Covid, rispetto a quelle che si sono ipotizzate.

5 Novembre 2020 da Nicola Minopoli Lascia un commento

Nessun essere pensante può mettere in dubbio che il lockdown azzeri o riduca drasticamente la curva dei contagi , non ci sono scambi !!! È tautologico.

Ma puoi sostenerlo ab libitum ? Si sa bene che questo farà più morti di quanti potenzialmente ne potrà fare questa malattia .

Il terrorismo mediatico di cui siamo spettatori è una realtà incontestabile ( io la chiamo Infodemia impazzita ) , coprifuoco è un termine usato dall’esecutivo , la libertà è il diritto da cui una società civile non dovrebbe mai prescindere. E allora ecco alcune mie riflessioni.

Dico innanzitutto che per la natura di questo virus , per le leggi virologiche ed epidemiologiche tipiche di un virus a trasmissione aerogena il contenimento è complesso in quanto siano di fronte ad un virus che diventerà giocoforza subendemico con puosse epidemiche periodiche , che la mortalità, seppur più elevata dell’influenza , è notevolmente più bassa della SARS , MERS , per non parlare di Ebola per cui alla fine , considerando l’attuale incertezza circa la immunogenicità di un possibile futuro vaccino , i lockdown non risolveranno nulla ma favoriranno solamente il cosiddetto <<effetto a fisarmonica >> di momentanei contenimenti e successivi allargamenti periodici dei contagi con effetti devastanti sul welfare , sull’economia della nazione e soprattutto sulla tenuta psichica della gente.

La verità è che siamo vittime un po’ tutti di una confusione terroristica che sta generando paure incontrollate e sovrastimate. In fondo siamo di fronte ad una malattia che nel 95% dei casi decorre in modo asintomatico , che su 543000 casi codificati ha una mortalità del 6,9 % che significa lo 0,06 % contro lo 0,02 % dell’influenza quando la mortalità viene calcolata sul totale dell’ intera popolazione italiana ( 60 milioni  di persone ) condizione questa che appena anni fa avremmo affrontato in maniera totalmente diversa . Di certo , in fase epidemica , gli ospedali hanno sempre sofferto.

Dati confortati da autorevoli virologi , tra cui Palù, indicano che il 95 % decorre in modo asintomatico o paucisintomatico , e questo gruppo rappresenta un sottogruppo a sua volta scompattabile. Ma se consideriamo la paucisintomaticità potremmo scomporre  in altri sottogruppi. A mio parere la paucisintomaticità e l’asintomaticità vanno conteggiate nello stesso gruppo , non abbisognando nessuna delle due di ricovero ospedaliero né implicando un diverso potenziale grado evolutivo. Se non usciamo da quest’ottica non ne usciamo più.

 

TUTTE LE ETA’

 

Critici (da TI)                   0,54%

Severi (da ricovero)        4,76%

Lievemente sintomatici  20,54%

Paucisintomatici             14,82%

Asintomatici                    59,34%

 

Tutti i casi       1

 

La verità è che durante l’epidemia annuale di bronchiolite ho i letti a castello nel mio reparto e la rianimazione al collasso , e lo stesso accade negli ospedali per adulti durante le epidemie influenzali e similari. Qui si trattava solo di mettere in atto misure a proteggere le categorie di pazienti a rischio che invece oggi , in nome di una distopia mentale e organizzativa , rischiamo addirittura di tralasciare e lasciarli alle loro malattie di base che non potranno esser curate causa la priorità covid !

Facciamo lo stesso forse per le epidemie influenzali o da altri virus ogni anno? Facciamo tracciamenti forse ? Gli ospedali sono ingolfati lo stesso ( e io ci lavoro ) durante le epidemie invernali , andiamo in difficolta comunque, collassiamo i reparti di Rianimazione , ma non facciamo mica tamponi , ne tracciamenti dei contatti , ne chiudiamo scuole , ne lockdown , nè ammazziamo l’economia !

E tutto questo perché ? Perché non riusciamo ad organizzare il territorio e gli ospedali o ad isolare le categorie a rischio per inefficienza del sistema politico sanitario per una malattia che ha un attesa di morte di 2-3 volte in più dell’influenza ? A me davvero sembra una distopia ( e resto in buona fede )

Il modello svedese ? Anziani e ammalati con alta patologia in protezione domestica e circolazione della restante popolazione. Nessun bambino si ammala di Covid ( forse per carenza recettori Ace2 o per risposta immunitaria potenziata dai vaccini obbligatori della prima infanzia )  la mortalità sotto i 66 anni è trascurabile , età media morte circa 80 anni.

In ragione di tutto ciò l’approssimazione delle misure dell’ultimo DPCM appaiono lampanti già ad una prima analisi superficiale.

Non esiste certo una cronovirulenza del virus per cui se l’obiettivo è mantenuto ( distanziamento , mascherine , tavoli etc ) non vedo che differenza sia chiudere alle 18,00 o alle 24,00 o oltre e tantomeno non mi pare che alle 18,00 chiudano tram , metro e trasporti vari. Nelle palestre e centri sportivi , che hanno investito in sicurezza , si opera una attività sportiva , e come sappiamo l’obesità è un fattore di aggravamento della malattia da Sars-Cov2 di almeno 6-10 volte, per cui mantenendo misure di sicurezza non solo il rischio è più basso ma addirittura si opera prevenzione.

Inoltre cerchiamo di focalizzare alcune cose non dette o non ben stigmatizzate :

  1. I positivi sono tutti contagianti ? NO !

L’indice di contagiosità è dettato dal CT ( numero di cicli che la macchina fa per trovare RNA virale ) ! Bene , studi accreditati da parte dell’Istituto Mario Negri e uno studio di Pavia mostrano che la maggior parte dei tamponi sono a bassa contagiosità ( CT > 35 ) e che solo una minima parte di tamponi positivi appartiene a soggetti contagianti.

Se solo di operasse in modo tecnicamente corretto l’informazione e la ricerca attraverso la tipizzazione dei positivi diremmo che la maggior parte di contagiati è nulla o poco contagiante.

  1. Si parla dei deceduti della prima ondata omettendo peró di dire che i morti classificati come COVID ( ora lo ha ammesso anche il Ministero ) sono molto di meno di quelli riferiti perché́ molti decessi classificati come “morti per covid” sono deceduti per l’aggravarsi della loro malattia di base ( tumore terminale , cardiopatia terminale ) e solo perché̀ avevano un tampone positivo è stato accreditato il Sars-Cov2 come causa di decesso : sarebbero morti anche senza COV2 addosso , magari a distanza di qualche giorno o anche per un banale raffreddore o per una influenza
  2. Alcuni decessi sono stati classificati come “morti per covid” solo perché tra la causa iniziale ( es tumore ) e quella finale ( es. arresto cardiaco ) hanno contratto il Virus nella fase intermedia

4.Molti pazienti si sono aggravati , e poi morti , perché l’emergenza COVID ha bloccato e rimandato controlli , terapie , follow-up , assistenze domiciliari ed ospedaliere : il tasso di mortalità di marzo è stato aggravato anche da questa variabile

  1. il numero dei soggetti ospedalizzati è molto più grande di quello che sarebbe realmente , se fossero ricoverati “solo i pazienti abbisognevoli di terapia ospedaliera” : invece si calcola che il 50-60 % dei ricoverati sono ricoveri “sociali” , cioè̀ di persone che si ricoverano per paura , o perché senza tetto , o perché fanno parte di nuclei familiari numerosi , o perché privi di assistenza domiciliare da parte dei medici di base e potrebbero starsene a casa tranquillamente
  2. Non sono stati sempre distinti i pazienti in T. I. tra quelli che erano contagiati da quelli intubati per altri motivi, cosa ad esempio fatta in Germania
  3. le caratteristiche di questo virus ( a RNA a capside variabile ) fanno si che non sarà facile ne fare un vaccino ne essere sicuro sia in grado di dare immunità per cui ad oggi non siamo certo della capacita immunogena e persistente del vaccino
  4. Ci sono grandi responsabilità̀ politiche nei ritardi che il governo ha accumulato dopo la fine del primo lockdown ad esempio nell’approvvigionamento del vaccino antinfluenzale o nell’adeguare gli ospedali , i posti letto, le terapie intensive , i trasporti , le scuole a quella che sarebbe stata la preannunciata seconda ondata che si sapeva sarebbe avvenuta in autunno. In Campania su 6 milioni di cittadini abbiamo solo 300 posti di T. I.

 

A mio parere andrebbero invece attuate tutta una serie di altre misure rispetto al lockdown

  1. Nuclei di intervento diagnostico-assistenziali domiciliare con tampone rapido e valutazione clinico-terapeutica in caso di positività̀ allo stesso e terapia domiciliare per i sintomatici non da ospedalizzare
  2. Valutare la bassa o alta contagiosità̀ dei tamponi in modo da diversificare chi realmente abbisogna di isolamento e chi invece può essere riammesso alla produttività
  3. Individuazione di aree non ospedaliere con personale paramedico per la sorveglianza di soggetti quarantenati ( tipo i vecchi sanatori ) sottraendo gli stessi al contagio interfamiliare
  4. Isolamento dei soggetti anziani o gravati da malattie attraverso una assistenza paramedica domiciliare che sorvegli gli stessi affiancandoli , in caso di mancanza di familiare , da un assistente sociale che si faccia carico delle necessità degli stessi
  5. Misure DPI nella restante popolazione in modo da sperare di raggiungere immunità di gregge nel modo piu indolore possibile e nel piu rapido tempo possibile

6.Individuare astanterie COVID ospedaliere in modo da screenare in 24-48 h i soggetti che necessitano di ulteriore assistenza ospedaliera da quelli da rinviare a domicilio o nelle aree territoriali di quarantena

In tal modo da alleggerire la pressione sugli ospedali

 

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