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Solo Riformisti

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Costa ovest, la città metropolitana costiera

10 Febbraio 2019 da Giorgio De Filippi 1 commento

Chi di noi, almeno una volta, ammirando il panorama, da Santa Lucia, da San Carlo Po’ o da Monte Marcello o da Campocecina , non è rimasto estasiato dallo spettacolo notturno della nostra costa: dalle migliaia di luci che declinano verso il mare?

Ma, in questa situazione, qualcuno è in grado di riconoscere dove finisce Sarzana e dove comincia Carrara, dove inizia Pietrasanta e dove finisce Forte dei Marmi?

Dalla Spezia al Magra a Viareggio, fino al litorale pisano e livornese, di notte, la nostra costa appare come una fila ininterrotta di luci, un’unica grande città lineare, dove i confini amministrativi, comunali, provinciali, regionali non esistono.

Ma anche noi, di giorno, nel nostro vivere quotidiano, non è forse così che la usiamo e la viviamo?

Carraresi e massesi all’Ipercoop di Sarzana, nei suoi centri commerciali di mobili e arredamento; Abitanti di Castelnuovo Magra e di Ortonovo al Carrefour di Massa; il mercoledì, soprattutto d’estate, al mercato ambulante del Forte ed il sabato o la domenica a guardare le vetrine della passeggiata di Viareggio, di via Fillungo a Lucca o ancora di Forte dei Marmi….

E il ristorante? Quel localino nelle colline del Sole, le pizzerie di Marina di Carrara, la cantina nel centro storico di Sarzana, un aperitivo a Pietrasanta, il vino nella cantine di Luni…

Le discoteche della Versilia, il cinema a Viareggio, l’antiquariato a Sarzana, gli spettacoli alla Versiliana…

Una giovane coppia cerca casa solo a Massa o se la trova a minor prezzo, più confortevole, si sposta senza problemi a Carrara, a Montignoso…

Quando acquistiamo un’auto ci rivolgiamo unicamente al concessionario Fiat della nostra città?

Al porto o al cantiere navale di Marina di Carrara lavorano solo carrarini? E nella zona industriale di Massa solo massesi? E carraresi e massesi che d’estate,  lavorano come stagionali in Versilia, piuttosto che alla Piaggio di Pondera …

Ma davvero quando abbiamo problemi di salute o bisogno di visite specialistiche ci rivolgiamo solo alle strutture sanitarie della nostra città, o cerchiamo quello che noi riteniamo il miglior luminare, la miglior clinica, la miglior struttura ospedaliera, prima di tutto nelle città vicine? Per anni bimbi massesi e carraresi sono nati a Pietrasanta perché vi era la convinzione che il reparto di maternità di quel ospedale era considerato “migliore”. E se il ginecologo che segue da anni la nostra compagna, quando lei resterà incinta, si sposta per operare da Massa al Versilia o a La Spezia, nostro figlio, nascerà carrarino o, senza alcun problema massese o spezzina? E che differenza fa se poi all’anagrafe è registrato nel luogo di residenza della madre? Quando a Carrara operava il dott. Sicari, arrivavano da tutta Italia a farsi operare. E’ davvero la vicinanza o la qualità e la professionalità che, in questi casi, privilegiamo?

E le imprese?

Il distretto lapideo comprende, ufficialmente, alcune città della provincia di Lucca e di Massa-Carrara, perché a Carrara finisce la Toscana e…le imprese lapidee di Ortonovo e Castelnuovo Magra? Fanno nella realtà, evidentemente parte del sistema lapideo apuano e, non a caso ed a ragione, quando l’Internazionale Marmi Macchine fornisce i dati congiunturali del settore, comprende anche la provincia di La Spezia oltre che, naturalmente, Lucca.

Ed il “porto del marmo” non è anche La Spezia oltre a Carrara?

La Lunigiana è il retroterra della provincia di Massa-Carrara o di La Spezia? Per motivi diversi, di entrambe…E la Garfagnana non è anche “di là da Massa” oltre che Lucca? E storicamente e nella “amministrazione cattolica” legate?

Il porto di Marina di Carrara è, solo “di” Carrara o è una struttura che ha un indotto ed un bacino di utenza che travalica anche l’ambito provinciale e con Livorno e La Spezia non è forse un unico sistema portuale?

Il “distretto nautico” ormai diffuso su tutta la costa, con centro produttivo a Viareggio, ma forti insediamenti da un lato verso  Massa, con propaggini, come imprese di servizi fino alla Magra… la fiera SEATEC a Marina di Carrara… e dall’altro lato verso Pisa e Livorno

E, appunto, la Fiera Marmi e Macchine, i padiglioni espositivi, non sono forse, il complesso fieristico dell’intera costa toscana?

L’aeroporto di Pisa non è forse, il nostro aeroporto, l’aeroporto della nostra città lineare? Occorre più tempo per raggiungere da Piazza al Duomo di Milano la Malpensa o da Sarzana il Galileo Galilei?

E l’Università di Pisa non è anche la nostra università?

Per questo:

Il territorio costiero, al di là delle suddivisioni amministrative, si presenta fortemente correlato e ricco di strette connessioni a rete, in un ambito territoriale e geografico che va dalla Valle del Magra alla Versilia, a Pisa fino a Livorno,  si appresta ed è già, negli anni 2000, una unica “città lineare costiera” dove i problemi delle infrastrutture (dalla Pontremolese alla variante Aurelia), dei servizi (dalla sanità al sistema scolastico e formativo), dalle reti informatiche e telematiche, dalle attività produttive (si pensi al marmo, alla meccanica, al turismo, al sistema portuale), sai grandi servizi (trasporti, acque, rifiuti) alla ricerca (con gli ovvi agganci con l’Università di Pisa), si pongono ormai già oggi in un ambito programmatorio concreto che travalica il ristretto confine comunale ed evidentemente non possono che essere affrontati e risolti in questa dimensione, mettendo da parte antistorici campanilismi, visioni egocentriche, veri o presunti primati.

E se provassimo, per un attimo a ragionare come se Carrara, Massa, Sarzana, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Viareggio, Pisa,  ecc., fossero quartieri di un’unica città, esattamente come noi e le imprese già oggi li viviamo?

Allora l’Area Vasta come le grandi suggestioni hanno bisogno di essere vissute dalla gente, partendo dal basso, non come costruzioni amministrative astratte, ma perché, come nel nostro caso, sono già realtà.

Area Vasta che, per Massa-Carrara assieme a Lucca, di là dai confini regionali non può non riguardare anche, ad esempio le province di La Spezia e Parma e, di questo, in qualche modo occorrerà tenerne conto.

Sono spesso i  politici, rinchiusi nel particolarismo amministrativo che non vedono ciò che già vedono i cittadini e le imprese.

Dare consapevolezza a questo che già esiste è forse uno dei compiti della politica.

Proviamo ad elencare, di questi “quartieri” i punti di forza:

  • Sarzana e la piana di Luni: uno splendido centro storico, un importante centro commerciale, l’antiquariato, l’archeologia, il progetto turistico di Marinella, il fiume;
  • Lunigiana e Garfagnana: i parchi, una natura intatta, i prodotti tipici;
  • Carrara: le cave di marmo, la trasformazione lapidea, la Fiera Marmi Macchine, il porto, l’Accademia di Belle Arti;
  • La Spezia, il porto, le Cinque Terre, la tradizione marinara;
  • Massa: il turismo ed il mare, la zona industriale, i supermercati e gli ipermercati, l’OPA;
  • Pietrasanta: il centro storico, l’artigianato lapideo, la Versiliana, il turismo marino;
  • Forte dei Marmi: il turismo d’elite
  • Viareggio: il turismo, la nautica,il carnevale, il tessuto commerciale.
  • Pisa, l’Università, la ricerca, il terziario avanzato;
  • Livorno, l’economia del mare
  • ….. altre caratteristiche si potrebbero aggiungere.

Proviamo a tracciare un’identità della nostra città:

E’una città terziaria ,dove reddito ed occupazione sono fortemente determinati dai settori terziari pubblici e privati;

E’ una città turistica, dove, in un ambito geografico ristretto, è possibile soddisfare ogni esigenza della domanda turistica, in ogni segmento in cui essa si suddivide;

E’ una città la cui identità, storica ed attuale, sia dal punto di vista culturale che economico è segnata del mare e del marmo.

E, se questa città, un sogno, avesse un unico Piano Regolatore, un’unica regia amministrativa, Ma intanto, più concretamente, una vera condivisione di programmi e progetti?

Noi ci sentiamo costruttori di futuro che è già presente.

 

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Simone Fagioli dice

    14 Febbraio 2019 alle 16:40

    In Italia una vera riforma sarebbe mettere mano ai comuni. Considera che in Piemonte ci sono comuni, con tutta la macchina amministrativa al completo, di 30 abitanti… Anno fa avevo fatto alcune simulazioni che mi davano come valore ottimale minimo per un comune 300.000 abitanti. In questa chiave avevo analizzato i comuni bolognesi della valle del Reno, da Porretta Terme a Casalecchio : si otteneva il comune perfetto! E quanti esempi ci sarebbero in Italia. La tua valutazione è di grande impatto.

    Rispondi

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