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Solo Riformisti

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Cosa resta della provocazione di Prigozhin?

L’opposizione in Russia è *un fatto vero*, che andrebbe meglio conosciuto e sostenuto. Difficile, certo, da quantificare, però è un dato reale, e non pochi russi sono stanchi di questo regime, non ne possono più.

4 Luglio 2023 da Giulio Terzi di S.Agata Lascia un commento

Che si sia trattato di tentativo di colpo di Stato abortito in carenza di sostegno adeguato internamente alla leadership moscovita, o di semplice (ma significativa e incisiva) provocazione, la marcia dei carri armati della Wagner, che ha portato l’elite dei mercenari russi a poco più di 200 km. da Mosca, fa molto riflettere. Ho fatto una chiaccherata a riguardo, a tutto campo, con gli amici dell’Eco di Bergamo, il quotidiano della mia città natale, e vi riassumo qui il mio pensiero…

Innanzitutto, questa vicenda deve essere capita bene: cosa c’è di vero, di apparente o addirittura di teatrale… Per comprendere se possa influenzare, e in che modo, il corso della guerra in #Ucraina occorre vedere *cosa succede nella compagnia di mercenari*. La Wagner è al servizio di un’operazione di destabilizzazione globale concepita dal #Cremlino. La ritroviamo non solo in Ucraina ma anche in quei Paesi dove c’è una presenza delle forze armate regolari russe, in aree di rilevante importanza per l’Europa e per la #NATO, e in particolare per l’#Italia. Mi riferisco alla #Libia, al #Sahel, alla Repubblica #Centrafricana, dove i contractor di Prigozhin determinano instabilità politica, decidono le sorti stesse dei governi e *fanno affari con lo sfruttamento delle miniere d’oro e di diamanti*. In alcuni casi, come nel fiancheggiare il generale #Haftar, che controlla la #Cirenaica, hanno agito anche in maniera parzialmente autonoma e, a volte, *sgradita a #Mosca*. Oggi sappiamo dallo stesso Presidente #Putin che la compagnia è stata finanziata, lautamente e a lungo, dal #Cremlino e mai avrebbe potuto sbarcare in Africa *senza il sostegno logistico e i rubli di Mosca*, cosa della quale eravamo al corrente da sempre ma in passato *smentita ripetutamente e goffamente dalla propaganda Russa e dai lacché filo-russi anche italiani*.

#Putin esce indebolito da questa vicenda…? Beh, il Cremlino è impenetrabile per definizione. Non sappiamo tutto, tuttavia abbiamo notato come la verticale del potere non sia più *monolitica* e che ci siano *crepe più numerose di quel che si pensava prima della ribellione*. Qualche segnale c’era già, bastava coglierlo. In generale ho osservato una sottovalutazione in una certa Italia e in altri Paesi europei, imposta un po’ dal quieto vivere e un po’ dall’impatto economico del conflitto.

Un punto va però chiarito: l’opposizione in #Russia è *un fatto vero*, che andrebbe meglio conosciuto e sostenuto. Difficile, certo, da quantificare, però è un dato reale, e non pochi russi sono stanchi di questo regime, non ne possono più. Qui in #Senatoabbiamo ospitato recentemente Elena #Zhemkova, cofondatrice e direttrice esecutiva del Memorial di Mosca, l’ONG Premio Nobel per la Pace 2022, e anche in questa circostanza è stato ribadito che, nonostante censura e carcere, *cresce il dissenso interno verso l’autocrate di Mosca*.

Nella risoluzione che abbiamo approvato in Senato, un atto di indirizzo per il Governo impegnato negli scorsi giorni nella delicata missione al #ConsiglioEuropeo, ci sono alcuni punti fermi, su aspetti che ritengo imprescindibili per portare pace e sicurezza in #Europa e per superare la tragedia di questa guerra vergognosa contro l’Ucraina, e la premier Giorgia Meloni lo ha chiarito a più riprese: una serie di questioni fondamentali che riguardano il sostegno economico, di ricostruzione, politico e militare all’Ucraina, un sostegno *per tutto il tempo necessario* in modo da creare le condizioni per aprire un tavolo di discussione, in modo serio, *obbligando se necessario l’aggressore a sedersi al tavolo delle trattative*, perchè una rinnovata e stabile pace è nell’interesse dell’Europa ma anche della stessa #Russia.

L’attuale crisi al #Cremlino comunque ci dice due cose: che la tenuta della coesione occidentale, insieme con le sanzioni, non solo è una strategia fondamentale, *ma funziona*; e in secondo luogo che attualmente ci possono essere maggiori speranze di uno sbocco diplomatico, proprio grazie alla strategia Atlantica di *ferma opposizione all’espansionismo imperialista russo*.

C’è poi la prospettiva dell’ingresso dell’Ucraina nella #UE e l’ancoraggio all’ occidente: in particolare la prima dimensione è di estrema importanza, e più volte è stato affermato l’impegno del governo italiano per *favorire questo percorso in tempi ragionevolmente rapidi*, naturalmente riferiti anche ad altri Stati che sono in attesa del riconoscimento di membro dell’Unione europea. Dei 7 capitoli aperti in tema di riforme fra #Bruxelles e #Kiev, 2 sono stati risolti, e 5 stanno progredendo bene.

Infine c’è il tema della giustizia, non soltanto quella della Corte penale internazionale, che sicuramente è di primaria importanza. Per quanto riguarda però i crimini di aggressione, dobbiamo immaginare anche altri strumenti, come probabilmente un Tribunale ad hoc o un riconoscimento della giurisdizione universale, che il governo italiano ha cominciato a considerare e a proporre. Una rinnovata base giuridica consentirà comunque di proseguire e sanzionare ancora più efficacemente le violazioni dei diritti umani da parte della #Russia, perché gli ucraini dovranno essere risarciti da chi ha distrutto il loro Paese, su questo *non si discute*. Quanto ai crimini, penso soprattutto alla tragedia dei 20.000 bambini ucraini deportati in Russia, un dramma sul quale, nel dibattito al Senato, mi sarei aspettato dall’opposizione voci chiare e forti. Vedo che su questa ed altre questioni *vengono mantenuti toni in sordina*, si ha quasi pudore a parlare: e invece bisogna denunciare. Quando sono in ballo i principi, è necessario saper dialogare *senza complessi, senza sensi di sottomissione, senza paure e cedimenti*. Invece, purtroppo, vediamo anche in questi giorni che si vuol far credere che, per esempio, rapire i bambini ucraini sia una forma di “protezione dell’infanzia”, e che sradicare la cultura ucraina e russificare l’Ucraina significherebbe “educare”. Ci sono purtroppo, anche in Europa e pure nel mondo politico italiano, voci che sembrano riflettere questi elementi di disinformazione e di propaganda. Su questo capitolo il cardinale Zuppi sta svolgendo un’opera straordinaria che mi auguro possa proseguire e andare a buon fine: è l’inizio per poter *invertire il corso degli eventi*, per accendere i riflettori su una tragedia nella tragedia…

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